GUANTANAMO

 al processo scontri tra militari
 

 

Venerdì, 13 gennaio 2006

 

Poche rivelazioni, ma diversi scontri tra militari americani, con avvocati difensori che contestano il sistema giudiziario prescelto: è questo in sintesi il bilancio delle due audizioni preliminari, questa settimana a Guantanamo Bay, a Cuba, di due cosiddetti 'combattenti nemici' degli Stati Uniti.

Che nel corso di un processo ci siano scontri tra accusa e difesa, e che il presidente del tribunale, in modo che le cose vadano avanti, prenda decisioni salomoniche, è tutto sommato routine.

Non quando si tratta però dei tribunali militari di Guantanamo dove nei giorni scorsi sono riprese due audizioni preliminari, dopo una interruzione di diversi mesi.

Ci sono stati scontri tra il legale di una ex guardia del corpo di Osama bin Laden, Ali Hamza Ahmud al-Bahlul, il comandante Thomas Fleener, che ha chiesto senza successo di poter rinunciare all'incarico, e il presidente del tribunale.

Gli scontri sono diventati particolarmente violenti, stupendo un po' tutti, nel corso dell'audizione di Omar Khadr, un canadese di 19 anni cresciuto in Pakistan, accusato di avere ucciso un militare americano in Afghanistan quando era un adolescente di 15 anni.

Il caso Khadr aveva suscitato interrogativi da tempo, in particolare se era lecito detenere (e processare) a Guantanamo un minorenne.

OMAR, KILLER SANGUE FREDDO - Il legale civile di Omar, Muneer Ahmad, è andato su tutte le furie quando il procuratore militare, Morris Davis, ha fatto affermazioni giudicate lesive per il suo cliente, dipinto in una conferenza stampa come un killer a sangue freddo.

Ahmad, in un altro incontro con la stampa, aveva dal canto suo lanciato pesanti accuse al procuratore, ritenendo che l'accusa non avesse il diritto di andarci così pesante, visto che il governo americano "ha un controllo assoluto" del detenuto, da oltre tre anni e mezzo.

Cioé da quando è iniziata la detenzione, la maggior parte della quale si è svolta in una sorta di 'limbo giuridico', senza accuse formali e senza la possibilità di organizzare una difesa.

UN PRESIDENTE SALOMONICO - Dopo avere visionato le registrazioni delle due conferenze stampa, il presidente del tribunale, il colonnello Robert Chester, con fare salomonico, ha deciso che accusa e difesa hanno agito in modo analogo, lanciandosi reciproche accuse in conferenza stampa, e non ha deciso sanzioni.

L'unica soddisfazione data da Chester alla difesa è stata quella di obbligare l'accusa a rivolgersi al "Signor Khadr" e non ad "Omar", come aveva fatto in un primo tempo.

Colpiscono forse ancora di più le dichiarazioni rilasciate dal comandante Fleener, profondamente critiche nei confronti dei tribunali militari di Guantanamo.

DIRITTI DIFESA NON GARANTITI - "Negli Stati Uniti non esiste un sistema giudiziario come questo" - ha spiegato Fleener - perché non vengono garantiti i diritti della difesa. "Se sentirò ancora una volta l'accusa affermare che si tratta di processi completi ed equi, credò che mi sentirò davvero male". Nonostante al-Bahlul intenda boicottare il processo, Fleener intende "difenderlo con il massimo zelo. Ho l'intenzione di costruire una difesa aggressiva... sono la sua voce, ci sono soltanto io". Il capo degli avvocati difensori a Guantanamo ha poi denunciato gli squilibri tra accusa - che possiede 17 procuratori - e la difesa, con soltanto quattro legali per 500 detenuti, affermando che occorrono più avvocati, sia civili, sia riservisti militari. Ma le autorità militari non intendono cambiare le cose.

PROSSIMA AUDIZIONE A FINE MARZO - Le audizioni per Omar Khadr riprenderanno il 27 marzo, mentre il processo vero e proprio contro al-Bahlul dovrebbe celebrarsi il 15 maggio. Dei circa 500 detenuti di Guantanamo solo 9 sono stati formalmente incriminati e verranno processati da un tribunale militare, rischiando fino all'ergastolo. Le udienze erano state interrotte due anni or sono, in seguito a eccezioni presentate alle corti federali degli Stati Uniti, che hanno però dato ora via libera alle procedure. Infine, la Casa Bianca ha ufficialmente chiesto alla Corte Suprema degli Stati Uniti di respingere in toto tutti i ricorsi presentati da legali dei prigionieri di Guantanamo, che contestano i tribunali militari. Secondo la Casa Bianca, la Corte non ha nessuna competenza in merito, perché il Congresso ha recentemente approvato un legge che prevede ricorsi di questo tipo solo sulle future sentenze.
(ANSA).