GUANTANAMO
I detenuti in sciopero della fame sono
prossimi alla morte
di Sarah Baxter, The Times, 22 gennaio 2006
Tradotto dall'inglese in italiano da Mirumir, membro di Tlaxcala, la rete di traduttori per la diversità linguistica (transtlaxcala@yahoo.com). Questa traduzione è in Copyleft.
Washington Nonostante l'alimentazione forzata alla
quale sono sottoposti dai militari americani, diversi detenuti che stanno
facendo lo sciopero della fame a Guantanamo potrebbero essere prossimi alla
morte, secondo i loro avvocati.
Risultano particolarmente preoccupanti le condizioni di due scioperanti yemeniti
che rifiutano il cibo da agosto. Si teme anche per la vita di un prigioniero
saudita, che è stato ricoverato in ospedale.
La moglie di un cittadino britannico che sta facendo lo sciopero della fame,
Shaker Aamer, la scorsa settimana è andata alla Camera dei Comuni per chiedere
l'aiuto dei deputati. La moglie di Aamer, 31 anni, che vive a Londra con i suoi
quattro figli e ha chiesto che non fosse fatto il suo nome, ha dichiarato: "E'
il momento di fare qualcosa. Mio marito non resisterà a lungo."
Aamer sciopera dal 2 novembre scorso. Anche se ha perso peso, è più forte di
altri prigionieri che protestano per la propria detenzione senza processo.
Secondo un rapporto che l'associazione per la difesa dei diritti dei detenuti
Reprieve renderà pubblico domani, gli yemeniti, identificati come Abu Bakah
al-Shamrani e Abu Anas, secondo quanto affermano gli altri prigionieri sono
estremamente deboli. Shamrani pesa ormai solo 32 chili.
Secondo Reprieve, Camp Echo, che è composto da celle d'isolamento, si è
trasformato in un'istituzione d'alimentazione forzata, dove gli scioperanti sono
tenuti separati dagli altri detenuti e dove il sentiero di ghiaia è stato
ricoperto di cemento per poterli portare in giro in sedia a rotelle.
La scorsa settimana l'esercito americano ha comunicato che il numero degli
scioperanti era sceso a 22 dopo il picco raggiunto a Natale, e che 17 venivano
nutriti con il tubo.
Il Tenente Colonnello Jeremy Martin, portavoce della Joint Task Force (Unità
Operativa Congiunta) Guantanamo, si è rifiutato di fornire il numero dei
detenuti ricoverati in ospedale e ha detto che gli scioperanti erano "denutriti"
ma "clinicamente stabili". Ha negato che fossero in immediato pericolo di vita.
Lo studio legale statunitense Paul Weiss, che rappresenta tre detenuti sauditi,
ha ricevuto rapporti medici settimanali sempre più allarmanti sulle condizioni
di uno di essi, che si trova nell'ospedale da campo.
Lo scorso mese, durante una visita a Guantanamo, agli avvocati di Paul
Weiss è stato impedito di recarsi all'ospedale, e si sono sentiti dire che i
loro clienti non volevano vederli. "Siamo preoccupati che possano trovarsi in
pericolo di vita," ha detto uno degli avvocati, Jana Ramsay. "Di solito sono
contenti di vederci."
I prigionieri nutriti a forza hanno permanentemente inserito nel naso un tubo
che scende nello stomaco ed è attaccato a un altro tubo per l'alimentazione. Se
non lo strappano, secondo i militari americani acconsentono a essere nutriti
anche se il tubo è stato inserito con la coercizione.
Aamer questo mese ha ricevuto la visita del suo avvocato, responsabile legale di
Reprieve, e "con evidente sofferenza" si è tolto il tubo dal naso per lasciarsi
esaminare. Secondo Stafford-Smith il tubo era lungo un metro e dieci ed era
macchiato di sangue dopo essere stato nello stomaco di Aamer.
Aamer ha giurato di continuare lo sciopero della fame finché non otterrà un
giusto processo o la scarcerazione. Ha dichiarato: "Il governo britannico si
rifiuta di aiutarmi. A cosa serve che mia moglie sia una cittadina britannica?"
Ha detto che considera il governo britannico responsabile della sua morte quanto
quello americano.
Stafford-Smith ha detto che l'"inevitabile spettro di un prigioniero musulmano
morto a Guantanamo creerà un'indignazione ancora maggiore di quella provocata
dalla profanazione del Corano".