Ginevra, 8 maggio. (PL)

 

 

GUANTANAMO

Gli USA manterranno aperta la prigione

 

Gli USA hanno confermato la loro intenzione di mantenere in funzione il centro di reclusione per sospetti di terrorismo nella base navale di Guantánamo, territorio di Cuba illegalmente occupato.

 

Nel suo intervento di fronte al Comitato contro la Tortura delle Nazioni Unite, il consulente legale del Dipartimento di Stato, John B. Bellinger III, ha ammesso che il luogo genera inquietudine ma ha aggiunto che "nessuno ha proposto alternative migliori".

 

"Il mio Governo non ha l’intenzione di mantenerlo in funzione più tempo del necessario" ed è aperto all’assistenza che al rispetto gli possano offrire i suoi alleati, ha precisato il capo della delegazione USA, paese che per la prima volta in 6 anni compare di fronte all’istanza.

 

Queste persone vengono addestrate a compiere azioni terroristiche ed è necessaria la cooperazione internazionale per garantire che non siano un pericolo, ha detto Bellinger nella seconda e ultima giornata dell’udienza del Comitato, i cui 10 membri emetteranno un rapporto il 19 maggio.

 

La valutazione è pubblica, al pari delle udienze. Il Comitato è un’istanza che controlla l’osservanza del Trattato contro la Tortura, del quale gli USA sono firmatari.

 

Il Parlamento Europeo e il Consiglio d’Europa, organo che vigila il rispetto dei diritti umani nell’Unione, investigano il trasferimento in aereo tra paesi della regione o la detenzione di sospettati di terrorismo da parte dell’Agenzia Centrale dei Servizi Segreti (CIA).

 

Bellinger ha insistito sul fatto che il Governo del presidente Bush vieta ai suoi funzionari di torturare i detenuti "in qualsiasi luogo e circostanza". Ciò è valido addirittura nelle situazioni in cui vige la legge del conflitto armato, ha sottolineato.

 

Ha ammesso che sono stati commessi errori nel trattamento dei prigionieri "nella guerra contro il terrorismo e che 29 di questi sono morti nelle carceri dell’Iraq e dell’Afganistan, a quanto pare in conseguenza dei soprusi e di altre violazioni della legge".

 

La delegazione comprendeva funzionari dei Dipartimenti (Segreterie) di Stato, della Difesa, della Giustizia e degli Interni e ha dovuto rispondere a circa un centinaio di domande sull’interpretazione che dà il Codice alla proibizione di torturare.

 

Ha anche dovuto precisare i metodi di interrogatorio nei carceri di Abu Ghraib, a Baghdad, in Afghanistan e nella base navale di Guantánamo.

 

Il presidente della sessione, il cipriota Andreas Mavrommatis, relatore speciale sulla situazione dei diritti umani in Iraq, ha segnalato che le indagini nordamericane sui soprusi sarebbero più convincenti, se fossero condotte da un esperto indipendente.