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Prossimi alla celebrazione, nel nostro
paese, della XIV Conferenza del Movimento dei Paese Non Allineati, risulta
opportuna la riflessione circa l'idea martiana dell'equilibrio del mondo e le
motivazioni che hanno dato origine a questo insieme di paesi, fondamentalmente del
Terzo Mondo e che superano i due terzi delle Nazioni Unite.
Esaminato il corso della storia recente, quando la disintegrazione dell'URSS e
la sparizione del campo socialista europeo sembravano inclinare la bilancia
rapidamente e definitivamente a beneficio del potere egemonico imperialista,
capeggiato dagli Stati Uniti, si confermò l'urgenza e necessità di fortificare i
paesi Non Allineati, irrobustire il loro ruolo nello scenario internazionale e
non cedere nell'impegno fondante di indipendenza politica, giustizia sociale,
solidarietà e pace.
I canti della sirena della "fine della storia", presagendo un'eternità di
crudele sfruttamento, neoliberalismo, transnazionalizzazione e perdita di
identità culturale, come conseguenza della sfrenata voracità capitalista, non
ottennero i loro obiettivi e fallirono strepitosamente.
È possibile che i suoi promotori abbiano sopravvalutato le proprie forze e
sottovalutato le nostre, ma il fatto è che non furono capaci di trascinare il
mondo alla crudele conclusione di sottomissione e dominio totale ai quali
aspiravano.
Il mondo resistette. Con difficoltà iniziali, dubbi di alcuni e rovesci
momentanei; ma resistette. E nella prima linea di questa resistenza stette Cuba
e, pertanto, Martí, guidando ed incoraggiando,
col suo pensiero che è sintesi
monumentale della sua vita ed opera,
quella resistenza.
Disse l'Apostolo: "No hay proa que taje una nube de ideas.
Una idea enérgica, flameada a tiempo al mundo, para, como la bandera rústica del
juicio final, a un escuadrón de acorazados". Con ragione possono articolarsi
armoniosamente le concezioni filosofiche e politiche martiane sul miglioramento
umano, l'utilità della virtù e l'equilibrio del mondo con quell'orizzonte
migliore e più giusto che perseguono, nel loro insieme, i Paese Non Allineati.
Al di là dell'eterogeneità e disegualità, prevalgono i tratti comuni,
avvicinandoli inesorabilmente a Martí come il gran pensatore universale e
conduttore di masse che si proietta verso il futuro e c'insegna ad unire per
vincere come cultura di fare politica.
Così la definì: "La política en el arte de inventar un recurso a cada nuevo
recurso de los contrarios, de convertir los reveses en fortuna; de adecuarse al
momento presente, sin que la adecuación cueste el sacrificio, o la merma del
ideal que se persigue; de ajar para tomar empuje, de caer sobre el enemigo,
antes de que tenga sus ejércitos en fila, y su batalla preparada". Questo fu il
suo apporto più originale alla storia delle idee politiche; in lui si riassumono
i principi che sono la chiave della politico martiana, presenti nella
Generazione del Centenario ed in tutto lo sviluppo della Rivoluzione che, sotto
la direzione di Fidel Castro, l'ha come autore intellettuale.
Perché non dire allora che il Vertice dei Non Allineati di L'Avana deve essere
il Vertice di Martí?
Nel suo seno graviterà l'idea martiana dell'equilibrio, che dirige non solo la
politica, ma anche la natura, lo spirito, l'arte, la scienza, l'occasione, le
relazioni sociali.... È dell'integralità di tutti gli aspetti della realtà che
sorge questa sintesi brillante, la solo possibile per raggiungere una scala
sociale, con etica e giustizia strettamente vincolate e con l'appoggio dei
popoli.
Non senza ragione l'imperialismo e la reazione mondiale, esperti che i principi
contenuti nella Lettera delle Nazioni Unite e nelle sue istituzioni sono un
elemento essenziale per procurare oggigiorno l'equilibrio del mondo, si
avvalgono delle manovre più sporche e perfide per ignorare o violare apertamente
le basi giuridiche del diritto internazionale.
Visto dai Non Allineati, il pensiero del più universale dei cubani serve per
orientarsi sul fondamento della giustizia e — come trascende ampiamente il suo
tempo — si trasforma anche in bussola indicatrice dell'equilibrio del mondo per
il secolo XXI.
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