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Il premier della Malaysia ha affermato che Cuba rivitalizzerà il NOAL
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Il Primo Ministro della Malaysia, Abdullah Bin Haji Ahmad Badawi, ha ribadito la sua piena fiducia nel fatto che Cuba assumerà con successo la presidenza del Movimento dei Non Allineati (NOAL) e continuerà nell’impegno di rivitalizzarlo.
Il premier Badawi ha formulato queste dichiarazioni durante il suo incontro con il ministro degli Esteri Felipe Pérez Roque, poco dopo aver inaugurato ufficialmente in questa città la Riunione Ministeriale dell’Ufficio di Coordinamento dei Non Allineati.
Ha avuto parole di affetto ed elogio per il Presidente Fidel Castro ed ha espresso la sua soddisfazione perchè questi potrà dirigere nuovamente il Movimento nell’attuale complesso scenario internazionale.
Il ministro cubano aveva sostenuto precedentemente un fraterno incontro con il ministro degli Esteri della Malaysia, Syed Hamid Albar, nel quale entrambi hanno passato in rassegna i preparativi del prossimo Summit, così come l’andamento della Riunione Ministeriale.
Pérez Roque, nell’ambito di questo evento, è intervenuto nelle riunioni degli ex-presidenti del NOAL, del Comitato Ministeriale sulla Palestina, nel dibattito interattivo dei Ministri del Burò di Coordinamento (il cui argomento era "Verso un Movimento più Dinamico e Coeso"), così come nella riunione del Gruppo dei 77 più la Cina ed ha sostenuto numerosi incontri con altri capi-delegazione.
La riunione dei NOAL in Malaysia é terminata con importanti accordi
Le critiche alla condotta di Israele in Palestina e la difesa del diritto dell’Iran allo sviluppo dell’uso pacifico dell’energia nucleare hanno caratterizzato la dichiarazione finale del pre-Summit del Movimento dei Non Allineati, terminata giovedì.
Entrambi i temi, le preoccupazioni per l’unilateralismo e la necessità di tradurre in fatti le formulazioni della Dichiarazione di Putrajaya, di 61 pagine, saranno gli argomenti salienti dell’agenda del prossimo Summit del forum terzomondista, stimano gli esperti.
L’effettuazione dell’incontro è prevista a L’Avana, capitale di Cuba, nella seconda metà di quest’anno e secondo gli analisti l’appuntamento costituirà una pietra miliare per il rilancio dell’organizzazione, creata negli anni Sessanta con forti connotati antimperialisti e anticolonialisti.
Il testo allude in maniera sincera alla necessità di promuovere gli interessi dei paesi in via di sviluppo in quello che definisce il nuovo clima geo-politico segnato dalle preoccupazioni sull’unilateralismo, in allusione alla crescente egemonia statunitense.
Il documento, anche se menziona l’urgente necessità di aiutare l’Indonesia, dove il recente terremoto ha causato enormi perdite umane e materiali, incentra le sue preoccupazioni sulle questioni politiche: la controversia nucleare Iran-USA e l’incandescente questione palestinese.
"Qualsiasi attacco o minaccia di attacco contro installazioni nucleari pacifiche rappresenta un grande pericolo per gli esseri umani e l’ambiente", recita la dichiarazione, che definisce quest’azione una grave violazione del diritto internazionale.
Questa presa di posizione avviene contemporaneamente all’escalation delle pressioni statunitensi contro la Repubblica Islamica, impegnata in un piano di sviluppo nucleare a fini pacifici, sottoposto alla supervizione dell’OIEA, l’ente atomico dell’ONU. Il tema palestinese è emerso nella riunione sotto forma di condanna degli "atti terroristici, compresi quelli commessi da potenze straniere occupanti", in un clima di caccia all’uomo di Tel Aviv contro dirigenti politici nei territori autonomi.
Durante la riunione sono state affrontate anche questioni economiche ed è stata lanciata una messa in guardia sul pericolo di marginalizzazione che i membri del NOAL correranno se non adotteranno una linea unitaria e coesa. L’esortazione crea un brodo di coltura positivo per il Summit de L’Avana, il secondo nella capitale cubana dal 1979.
Cuba è uno dei 25 membri originari del Movimento ed insiste nel cercare una convergenza che permetta agli Stati poveri di affrontare sfide come quella del colossale debito estero che li affligge.
Il ministro degli Esteri malaysiano, Hamid Albar, ha suggerito che il NOAL materializzi i suoi pronunciamenti in piani d’azione e manifesti la sua unità nei forum internazionali per influire nelle decisioni mondiali. La conclusione del pre-Summit ha segnato l’inizio del conto alla rovescia per l’apertura dell’evento cubano, programmato in una congiuntura politica dagli aspetti incoraggianti per quanto riguarda gli sforzi d’unificazione, soprattutto in America Latina e segnata da una crescente aggressività statunitense. (PL)
Il Ministro degli esteri del Botswana é soddisfatto per Cuba alla presidenza NOAL
Il ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale del Botswana, tenente generale (ritirato) Mompati S. Merafe, ha espresso la sua soddisfazione per il fatto che Cuba assumerà a settembre la Presidenza del Movimento dei Non Allineati.
"Sarà positivo per tutti i membri del Movimento, soprattutto per gli africani, che compongono un continente che vuole ed ha adesso l’opportunità di essere ascoltato nell’arena internazionale", ha detto, sottolineando che Cuba ha una lunga storia di impegno per la difesa degli interessi dei paesi in via di sviluppo. "Il mio presidente ha confermato che parteciperà al Summit", ha annunciato.
Merafhe ha elogiato i risultati della Commissione Mista che ha co-presieduto a L’Avana ed ha indicato che, oltre che nel campo della salute e dell’educazione, sono stati fatti passi avanti nella cooperazione in agricoltura e nello sport. Sono state affrontate anche questioni riguardanti la cultura.
Il ministro africano, in un’altra parte dell’intervista concessa al Granma, ha asserito che l’Unione Africana sta funzionando ragionevolmente bene, anche se la principale preoccupazione è l’esistenza di vari focolai di conflitto nel continente. "Stiamo comunque facendo tutto quel che possiamo per cercare di affrontare questi problemi nell’ambito dell’organizzazione, con il sostegno di Cuba e di altri paesi", ha aggiunto.
Le agenzie di notizie occidentali hanno affermato che il 39% della popolazione del Botswana (1.800.000 abitanti), è affetta dal SIDA. Mompati S. Merafe ha puntualizzato a questo proposito che i media hanno sempre voluto presentare un panorama terrificante del continente africano e che anche la sua nazione è vittima di questa politica giornalistica.
Ha però aggiunto che le statistiche sul male sono comunque molto negative (il 17,5% secondo un recente sondaggio). "L’importante è riconoscere che il problema esiste e noi stiamo facendo tutto il possibile per far fronte a questa pandemia. È una delle ragioni per cui siamo venuti a Cuba, chiedendo ai nostri colleghi che ci aiutino con l’invio di un maggior numero di cooperanti sanitari", ha puntualizzato.
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