6-7-06, L.Oramas

 

L’Unione Europea si

subordina agli USA

Intervista a Yrjo Hakanen, presidente del Partito Comunista della Finlandia

 

 

Non é la prima volta che Yrjo Hakanen, presidente del Partito Comunista della Finlandia, viene a testimoniare il suo apprezzamento per i cubani e che, come in altre occasioni, se ne va contro la sua volontà: "Non vogliamo andarcene da Cuba, ce l’abbiamo nel cuore".

 

Riassume con questa breve frase la motivazione di un’intensa attività solidale con l’Isola caraibica, della quale ha trattato in una conversazione con i giornalisti del Granma poco prima di concludere il suo soggiorno nel paese, invitato dal Comitato Centrale del Partito.

 

"È molto triste per noi, che veniamo da là, che i Governi dei paesi dell’Unione Europea (UE) non abbiano una politica indipendente rispetto a Cuba, una politica propria; la cosiddetta Posizione Comune non è conforme all’opinione della maggioranza del popolo finlandese.

 

"Questa posizione adottata dai governi dell’UE rispetto a Cuba è soltanto un’alleanza ed una dimostrazione di subordinazione all’Amministrazione Bush".

 

Il dirigente comunista della nazione scandinava ricorda che all’inizio del prossimo luglio la Finlandia assumerà la presidenza dell’Unione Europea. Noi del Partito Comunista ed altri amici dell’Isola "abbiamo già iniziato" – dice – "ad insistere sulla necessità di rianalizzare la politica nei confronti di Cuba".

 

L’organizzazione che Hakanen dirige sta unendo le sue forze a quelle di altre organizzazioni progressiste e di sinistra per realizzare all’inizio di settembre, in occasione di un vertice dell’UE ad Helsinki, un controvertice.

 

"Uno dei punti che presenteremo è la richiesta che l’UE si liberi dalla subordinazione ai diktat di Washington rispetto a Cuba".

 

"E gli chiederemo che ristabiliscano relazioni normali a tutti i livelli, statale, politico, economico e anche della società civile".

 

La maniera di procedere di coloro che hanno protetto la libertà di movimento della CIA per trasportare illegalmente prigionieri e torturarli costituisce per Yrjo Hakanen "un esempio tipico della doppia morale di questi governi. Risulta evidente il loro silenzio rispetto alle violazioni dei diritti umani che vengono commesse nell’illegale base di Guantánamo, ma sono capaci di rivolgere false accuse a Cuba".