10 novembre 2006 - www.granma.cu

 

Il sindaco di Londra afferma che Cuba

è un’ispirazione per il mondo

 

 

 

 

Che il sindaco di una delle più grandi e moderne città del pianeta non utilizzi un’auto ma i trasporti pubblici per recarsi ogni giorno nel suo ufficio, è un qualcosa di sorprendente. Che lo faccia, tra gli altri motivi, per dissipare i timori dei cittadini rispetto alla possibilità di un attentato terroristico contro un autobus, suscita ammirazione.

 

Questo personaggio esiste davvero ed è stato a L’Avana. Si tratta di Ken Livingstone, sindaco di Londra, che i suoi nemici chiamano "Ken il rosso", perchè le sue idee non collimano con quelle che l’establishment definisce "politicamente corrette".

 

Il soprannome "non vuole sicuramente essere un encomio. Naturalmente gli attacchi vengono da destra; ma sono sempre stato fortemente criticato e mi sono già abituato a questo".

 

Abbiamo conversato nell’atrio dell’Hotel Nacional, quando il primo cittadino londinese aveva già ai suoi piedi i bagagli e si apprestava a recarsi all’aeroporto. Nonostante ciò, con la stessa tranquillità che gli è stata necessaria nella sua attività politica, ha amabilmente accettato il dialogo.

 

- Non è la sua prima volta a Cuba...

- Venni già nel 1995 e nel 1999. Attualmente si vede una ripresa molto chiara dell’economia e, in particolare, mi hanno molto impressionato le installazioni mediche. I livelli d’educazione e di salute a Cuba sono realmente molto alti se comparati con quelli dei paesi europei.

 

"Provo un grande piacere esprimendo il mio desiderio che la Rivoluzione arrivi ai suoi 50 anni. Gli imperialisti, dopo la disintegrazione dell’URSS, credettero che Cuba sarebbe caduta. Le posso dire che questo non succederà poiché è stato il popolo, la gente umile, a costruire questo processo. Inoltre, i legami d’amicizia dell’Isola con altri paesi sono la miglior dimostrazione del sostegno che questa riceve".

 

- Ogni anno la comunità internazionale esprime la sua contrarietà al blocco statunitense nei confronti del nostro paese, ma la Casa Bianca continua ad ignorare questa realtà.

Cosa pensa di quest’ostinazione?

- La distanza politica tra USA e Cuba costituisce una grande sfida. Nutro la speranza che, in un qualche momento, sorga negli Stati Uniti un presidente con politiche più aperte, anche se dubito che per ora questo possa avvenire.

 

"Mi piacerebbe che il governo statunitense rispettasse le votazioni e le risoluzioni dell’ONU, ma come si è potuto dimostrare (per esempio) nel caso delle aggressioni contro la Palestina, l’Amministrazione USA non rispetta niente".

 

-  Cosa ci può dire sulla sua gestione dell’amministrazione londinese, che dura da sei anni?

- In questo periodo abbiamo assistito ad un maggior progresso sociale nella città.

 

Abbiamo effettuato miglioramenti, per esempio, nel trasporto pubblico della città. Uno dei problemi persistenti è la criminalità. Ultimamente si sono verificati alcuni incidenti seri, ma abbiamo incaricato di questo la Polizia e stiamo lavorando nel detto settore. I cittadini, che prima erano soliti vedere la Polizia come nemica, adesso ne apprezzano l’opera di vigilanza e si sentono più protetti.

 

"Un altro impegno è quello a favore dell’ambiente, che occupa molto del mio tempo. Il cambiamento climatico e la preservazione dell’ecosistema sono state due nostre grandi preoccupazioni e a queste ci siamo dedicati.

 

"Proprio per questo sono rimasto assai impressionato dal programma di risparmio energetico che state applicando, così come da tutte le iniziative tese a sviluppare il settore energetico.

 

"Inoltre mi ha piacevolmente colpito l’opera del Centro d’Ingegneria Genetica e Biotecnologia, impegnato nella ricerca su diverse malattie e sull’ottenimento di vaccini come quello per combattere l’Epatite B ed altri. Quando sarò tornato a Londra, converserò con ditte biotecnologiche perchè inizino contatti qui".

 

- Parlando della sua città, com’è la vita dei londinesi dopo gli attentati terroristici del 7 luglio 2005?

- I londinesi adesso sono più disciplinati e si preoccupano maggiormente per i problemi sociali. Penso che i cittadini prestino più attenzione a questioni come la guerra in Iraq e l’aggressione alla Palestina occupata, il cui governo è stato perseguitato così tanto da Israele. Si rendono anche conto delle difficoltà esistenti in questi paesi e che i nordamericani devono cessare la loro guerra contro il Medio Oriente. Le persone se ne stanno rendendo conto.

 

- Come si immagina la scena politica entro un anno, quando Tony Blair non sarà più Primo Ministro?

- Penso che Tony Blair se ne andrà entro sei mesi. Il Partito Conservatore e il suo leader, David Cameron, presteranno più attenzione alle prossime elezioni ed eserciteranno pressioni. Saremo immersi in questa corsa politica.

 

"Mi sento ottimista sul fatto che non sorgano nuove situazioni problematiche nel futuro, dal momento che la gente ha visto come stanno andando le cose in Iraq. Spero proprio che non invaderemo l’Iran per il suo programma nucleare!"

 

- Vuole aggiungere altro, adesso che sta terminando la sua visita nel nostro paese?

- Desideriamo rafforzare i rapporti culturali con Cuba ed organizzare in Gran Bretagna un grande festival in occasione della commemorazione del 50º anniversario della Rivoluzione.

 

"Cuba è una fonte d’ispirazione per il resto del mondo ed oggi si stanno vedendo i risultati positivi delle sue relazioni con nazioni come Venezuela e Cina.

 

Quando guardo indietro nel tempo, agli anni ’60, vedo una Rivoluzione regionale; ma oggi è divenuta universale, un qualcosa che le persone ammirano, perchè sanno quel che ha conquistato a livello mondiale".