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Se il Messico non applicherà le sue leggi
rinuncerà all’indipendenza
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Intellettuali ed attivisti messicani hanno denunciato
P.De La Hoz - 22 febbraio 2006
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Il Messico, come vari altri paesi, quando gli USA (con la loro abituale prepotenza) adottarono nel 1996 l’aberrazione giuridica conosciuta come Legge Helms-Burton, approvò una legislazione per impedire che detta norma interventista ed extraterritoriale avesse effetti domestici.
Dieci anni dopo il Governo messicano, di fronte all’espulsione dei cittadini cubani dall’Hotel Sheraton María Isabel, si è rifiutato fino a questo momento di applicare la legge antidoto, che prevede sanzioni a chi la contravvenga, hanno denunciato ieri sera noti intellettuali ed attivisti sociali di questo paese in visita nella capitale cubana.
Invitati a partecipare alla conferenza Intellettuali per la sovranità e contro l’impero, che si è svolta nella Tribuna Antimperialista ‘José Martí’, hanno criticato quella che considerano la condotta servile delle massime autorità di questa nazione nei confronti della politica aggressiva dell’Amministrazione Bush, non solo contro Cuba ma contro lo stesso popolo messicano.
L’ex diplomatico Gustavo Iruegas, che ha una vasta esperienza in questo campo, ha tagliato corto: “Se il Messico non applicherà le sue leggi, rinuncerà all’indipendenza”.
Più di 400 intellettuali e dirigenti sociali di questo paese, ai quali si sono sommate personalità di altre nazioni latinoamericane, hanno consegnato la settimana scorsa una lettera alla Segreteria agli Esteri, nella quale viene definito indignante il fatto che il Governo del presidente Vicente Fox non abbia risposto all’espulsione dei cubani, si mette in risalto la chiara violazione della sovranità nazionale esplicita nella Helms-Burton e si esige dal Governo un’energica protesta nei confronti di Washington per mezzo di una nota diplomatica, in difesa della dignità e del decoro nazionali.
Gli Stati Uniti si sono proposti di utilizzare il Messico come piattaforma di sostegno del loro impegno per sovvertire lo Stato cubano. Il giornalista uruguayano Carlos Fazio, del quotidiano messicano ‘La Jornada’, ha citato come precedenti la cancellazione, da parte dello stesso Sheraton, di una trattativa commerciale con entità turistiche dell’Isola alla fine del 1992 e la rottura di un contratto con Cuba per la fornitura di pneumatici da parte della filiale locale della ‘Goodyear’ nel 1993, in entrambi i casi in ottemperanza alla Legge Torricelli, allora recentemente approvata.
Ha anche sottolineato il tentativo yankee di approntare dal Messico canali di sostegno logistico ai mercenari al servizio della Sezione d’Interesse USA a L’Avana.
Secondo i relatori il caso Sheraton costituisce un capitolo in più del disprezzo dei governanti nordamericani nei confronti dei cittadini della terra di Juárez. L’antropologo Gilberto López y Rivas, uno dei fondatori della rete delle reti ‘In Difesa dell’Umanità’, ha segnalato che l’impero impiega gli immigranti ed i loro figli come carne da cannone nelle sue attuali guerre. Soltanto in Iraq sono più di 200 i militari yankees morti di origine messicana.
Irruegas ha fatto riferimento alla mostruosità legale e morale che implica l’esistenza del muro innalzato dagli USA nella sua frontiera sud e Fazio ha messo in guardia sulla possibilità che il Messico ed il Centro America si trasformino in un bantustan come conseguenza della politica migratoria del Nord.
“Difendere la dignità di Cuba significa difendere la dignità dello stesso Messico”, ha affermato l’attivista sociale Martín Hernández, cristiano e discepolo delle dottrine dei vescovi Oscar Arnulfo Romero e Sergio Méndez Arceo. “L’esempio di Cuba ci persegue, ci incalza ed esige dalle nostre lotte”, ha affermato.
Anche Miguel Álvarez, del Servizio e Consulenza per la Pace (SERAPAZ), si è fatto portatore di questa viscerale solidarietà del suo popolo nei confronti di Cuba, sottolineando come la costruzione di alternative sociali contro l’imperialismo ed il neoliberismo passi in Messico inevitabilmente dalle nozioni di dignità e sovranità e dalle relazioni con gli USA.
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