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Operazione "Partnership of the Americas 2006"
A.Genovali - 31 marzo 2006 -
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E' di estrema preoccupazione l'inizio della massiccia esercitazione della marina degli Usa con l'impiego di oltre 6.500 marine imbarcati su portaerei, cacciatorpediniere, fregate ecc., in America Latina che prenderà il via il 4 aprile per protrarsi fino a fine maggio.
E' evidente il carattere dimostrativo e, sperano gli Usa, intimidatorio nei confronti di Fidel Castro e Hugo Chavez ma, in generale, della rinascita progressista dell'intero latinoamerica che sta respingendo l'ingerenza indebita degli Usa nelle vicende del sub-continente americano a iniziare dal piano statunitense per il libero commercio ALCA.
Non è una novità la sottomissione dell'Amministrazione Bush agli interessi della comunità mafiosa cubana di Miami (quella che fece vincere Bush nel suo primo mandato presidenziale), ma questo ennesimo segnale non può che essere ancor più preoccupante, se possibile, se inserito nella nuova fase aggressiva degli Usa contro Cuba.
Ciò è evidenziato non solo dall'aver dato il compito delle operazioni navali al comando di stanza a Miami, e dunque sotto la forte pressione della comunità cubana della Florida per stessa ammissione di fonti statunitensi, ma anche perché solo pochi mesi fa l'Amministrazione Bush ha diramato un voluminoso documento di 500 pagine, violando così di nuovo qualsiasi legalità internazionale, con il quale hanno spiegato come vogliono che sia la loro cosiddetta "transizione democratica" a Cuba, non esitando a scrivere anche di una possibile aggressione militare contro la Repubblica cubana.
Ecco perché questa sinistra esercitazione, che segnale inequivocabilmente la rinnovata aggressività a Stelle e strisce in America Latina, diventa anche un inquietante atto di arroganza e di prepotente esposizione di potenza nei confronti dei popoli liberi dell'America Latina.
Come Associazione Puntocritico esprimiamo la nostra solidarietà al presidente Fidel Castro e al presidente Hugo Chavez e a tutti i governi latinoamericani che si stanno liberando del cappio oppressivo degli Stati Uniti nelle vicende dei loro paesi per riprendersi quel diritto alla propria autodeterminazione sempre violato dagli Usa in America Latina.
Ma occorre che tutti i sinceri democratici vigilino e far sì che il prossimo governo dell'Unione ristabilisca buone relazioni con Cuba ma anche con l'intero latinoamerica per cercare di costruire realmente un mondo multipolare e non più egemonizzato dalla potenza imperialistica statunitense.
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