«Fidel guarirà presto», dice il ministro
della salute cubano Jose Ramon Balaguer in visita ufficiale in Guatemala, e un
altro po' di sorrisi si spengono dalle parti dei fuoriusciti di Miami e della
Casa Bianca, anche ieri abbastanza silenziosa (se si eccettua il recente invito
di Bush a un «cambio democratico») sul destino del suo nemico più vicino. Il
vecchio lider maximo e il suo sanguinamento intestinale sono al centro di un
oceano di speculazioni a mezzo stampa, in parte - tocca dirlo - alimentate anche
da quel comunicato cubano che dichiarava la salute di Fidel una sorta di segreto
di stato che ha finito per autorizzare ogni speculazione, anche le più
fantasiose. Tra i fantasiosi non c'è la chiesa cattolica cubana: probabilmente
memore dello storico viaggio di papa Wojtyla a Cuba, e del fatto che Castro
permette che (ad esempio) Chavez lo chiami pubblicamente cristiano, i vescovi
cubani hanno pubblicamente esortato la popolazione cattolica a «pregare perché
il Signore vegli sulla salute di Fidel, illumini i responsabili del governo
provvisorio e la pace non venga turbata da nessuna situazione interna o
esterna». Oggi nelle chiese di Cuba sarà letto un comunicato che afferma, tra
l'altro, che «la chiesa cattolica condivide le suppliche di tutti i credenti»
sul ristabilimento di Fidel.
Nel frattempo c'è e non c'è, il vecchio Fidel, e passi per la stampa vicina a
quelli che con disprezzo i cubani definiscono gusanos, vermi, ma anche i cubani
comuni cresciuti a pane e Castro non sanno come interpretare i silenzi
ufficiali, le poche dichiarazioni formali, la stampa del partito.
Ecco, la stampa ufficialista. Il Granma, organo ufficiale del partito comunista
cubano, ha assicurato ieri che Raul Castro è «saldamente al timone» del regime
dopo che Fidel gli ha affidato il potere. Il giornale respinge al mittente
l'invito rivolto ieri ai cubani dal presidente degli Stati uniti George W. Bush
a «lavorare per un cambiamento democratico sull'isola». «La parola transizione -
afferma sprezzantemente il Granma - non esiste nel vocabolario dei cubani».
Sullo sfondo dei tentativi del giornale del partito di rassicurare l'opinione
pubblica, l'ultimo giro di giostra sullo stato di salute di Castro e sui suoi
contraccolpi su Cuba viene dalla stampa spagnola, che ha rivelato ieri come Raul
Castro sia in preda a «crisi depressiva a causa della grave malattia che ha
colpito la moglie, Vilma Espin». Secondo alcuni giornali iberici, per tenere le
redini del governo Raul si sarebbe affidato a un gruppo di sei membri anziani
del Partito comunista cubano, che opererebbe sotto la sua supervisione. Tra loro
ci sono il ministro degli esteri Felipe Perez Roque e Carlos Lage, l'uomo che
guidò le riforme economiche degli anni Novanta.
Malgrado le glorificazioni del Granma per ora Raul tace, e forse non fa proprio
male. Tra le supposizioni che circolano sul suo silenzio c'è quella che una sua
eventuale apparizione pubblica «pesante» significherebbe che la salute del più
anziano e prestigioso fratello è effettivamente malmessa, e produrrebbe sul
paese quello sconforto che i bollettini medici non hanno ancora prodotto.
L'unica che abbia spezzato una lancia a favore di Raul è stata da Miami la
sorella del lider maximo, Juanita Castro Ruz. La donna, che da anni ha preso le
distanze dal regime castrista, ha detto in un'intervista al quotidiano spagnolo
El Periodico: «Se Raul prenderà realmente il potere per Cuba sarà una grande
opportunità», perché lui è «molto più aperto» di Fidel.
Sulla situazione cubana si è registrata una presa di posizione del governo
cinese che ha invitato gli Stati uniti a non immischiarsi nelle questioni
dell'isola. «Riteniamo che la politica interna di Cuba sia affare dei cubani»,
ha affermato il ministro degli esteri cinese.