“Il mio stato di salute si trasforma in un segreto
di Stato, e i miei compatrioti lo devono capire”. E’ uno dei passaggi del
secondo messaggio del presidente Fidel Castro al popolo cubano. Il Lider Maximo
è stato sottoposto a un intervento chirurgico all’intestino, ma non smette di
parlare alla nazione nell’inedita forma dei messaggi scritti, un canale diverso
dall’abituale carisma mediatico che Castro utilizzava per i suoi discorsi fiume.
Ecco il testo del secondo messaggio del presidente cubano: “Non posso inventare
notizie buone, perché non sarebbe etico, e se le notizie fossero cattive,
l’unico a trarne vantaggio sarebbe il nemico. Nella situazione specifica di
Cuba, a causa dei piani dell’impero, il mio stato di salute si converte in un
segreto di Stato e non può essere divulgato costantemente. E i compatrioti
devono comprenderlo. Non posso cadere nel circolo vizioso dei parametri di
salute che, costantemente, nel corso del giorno, cambiano. Posso dire che questa
è una situazione stabile, però un’evoluzione reale dello stato di salute
necessita di un certo tempo” . Con le sue parole, Castro si riferisce anche alle
recenti notizie, rilanciate in queste ultime ore, secondo le quali l’attuale
amministrazione americana ha già stanziato 80 milioni di dollari da versare ai
dissidenti cubani il giorno in cui Castro dovesse morire. Altro buon motivo per
festeggiamenti macabri ma a quanto pare precoci tra tutti coloro che, in buona o
in mala fede, vedono ancora in Castro un nemico.
Lunedì scorso Castro, che compirà ottant’anni il prossimo 13 agosto, in un
proclama letto in televisione, aveva annunciato di aver trasferito
temporaneamente i poteri presidenziali al fratello Raul Castro, vicepresidente e
ministro della Difesa.
Quindi il ringraziamenti per gli attestati di vicinanza: “Sono molto grato per
tutti i messaggi dei nostri compatrioti e di molte persone nel mondo. Mi
dispiace aver causato agli amici nel mondo tanta preoccupazione e dolore. Di
spirito, mi trovo perfettamente bene. L’importante è che nel Paese tutto marci e
marcerà perfettamente bene. Il Paese è pronto per la sua difesa attraverso le
Forze Armate e il popolo. I nostri compatrioti conosceranno tutto a suo tempo,
come è successo per la mia caduta a Villa Clara. Bisogna lottare e lavorare”.
Tanti i ringraziamenti pervenuti da ogni parte del mondo e da tanti presidenti
vicini al popolo cubano e a Fidel in queste ore: “Querido presidente e amigo, in
nome dell’amicizia che ci unisce e della lotta che svolgiamo per lo sviluppo e
l’eguaglianza tra i popoli, voglio trasmetterle gli auguri di rapida
guarigione”, ha scritto il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva,
aggiungendo: “esprimo, caro presidente, un sentimento personale ma anche quello
del mio governo e dei molti amici che lei ha in Brasile”. Messaggi analoghi a
quello di Lula dal presidente panamense Omar Torrijos e quello boliviano Evo
Morales; il presidente del Venezuela, Hugo Chavez, che ha avuto notizie
dell’intervento chirurgico durante una sua visita di stato in Vietnam, si è
tenuto costantemente a contatto con Cuba dicendosi più tranquillo dopo aver
ottenuto ripetute rassicurazioni sulle condizioni popst operatorie di Castro.
Messaggi di stima importanti e più numerosi di quel povero manipolo di esuli
anticastristi di Miami, ripresi, e forse stimolati, da qualche agenzia
televisiva americana vicina al governo e prontamente ritrasmessi al mondo mentre
già festeggiavano la morte di Castro. Anche dall’Europa arrivano gli auguri di
pronta guarigione, anche se mediati dalla solita propaganda per la
democratizzazione del Paese: “La Commissione invia auguri di pronta ripresa al
presidente Castro, e alla democrazia a Cuba”. Con un’ironia forse involontaria
uno dei portavoce dell’esecutivo comunitario a Bruxelles ha risposto così ai
cronisti che gli chiedevano un commento sulla vicenda. “Questo è tutto quel che
possiamo dire”, ha concluso il portavoce, accolto da qualche ilarità tra i
cronisti presenti. Resta da vedere se gli Stati Uniti resteranno a guardare
senza intervenire nelle questioni interne dello stato cibano o se, più
probabilmente, non metteranno in atto i loro piani già da molto tempo preparati,
per scatenare una omologa rivoluzione arancione in sala cubana al fine di
destituire il governo rivoluzionario ed instaurarne uno fantoccio filoamericano.