Cuba nel cuore, Cuba (libre) nel
bicchiere, la bandiera di Cuba che vuol dire rivoluzione. Il vento
dell’Avana ha soffiato su intere generazioni della sinistra (non
solo italiana). Castristi convinti, castristi critici,
anti-castristi. Il nome di Fidel familiare a tutti, nemmeno fosse un
parente, nemmeno fosse un giocatore della nazionale. E ora? Ora che
Fidel Castro sta male tutti gli fanno gli auguri di pronta
guarigione. Ora che Fidel sta male la sinistra riscopre le sue
diverse anime, quelle che i maligni chiamano divisioni. I comunisti
italiani di Oliviero Diliberto incrociano le dita, sperano che il
“leader maximo” ce la faccia a superare anche questa battaglia.
L’eurodeputato Marco Rizzo dice: «Spero di vederlo presto al suo
posto. Gli ideali della rivoluzione cubana oggi sono più attuali che
mai». E poi arrivano gli auguri dei giovani della Fgci, i giovani
piddiccini («Hasta la victoria Comandante!»). Castristi a spada
tratta. Ma la sinistra italiana è grande e variegata, c’è anche
quella “riformista”. Il diessino Giuseppe Caldarola castrista non lo
è mai stato, nemmeno quando andava al liceo. «Casomai ero più
guevarista, mi appassionava la rivoluzione cubana - spiega il
deputato Ds - Non ho mai avuto una particolare passione per Fidel
Castro, un dittatore, filosovietico, un burocrate della
rivoluzione». Anti-castrista, si può dire senza timori di smentite.
La sinistra italiana è grande, ci sono anche i trotzkisti. Il
senatore di Rifondazione Franco Turigliatto non si definisce né
castrista né anti-castrista. «Sono per la rivoluzione cubana».
Risposta fulminea e fulminante. «Sono più affascinato dalla figura
del Che Guevara - aggiunge - così lucido da capire le distorsioni
del sistema sovietico, da porsi il problema di come costruire una
nuova società. Detto questo Castro e Guevara sono gli artefici di
una rivoluzione importante, che ha segnato la mia generazione». Né
castrista né anti-castrista, rivoluzionario piuttosto.
La sinistra italiana è grande, anche i Ds (per ora) ne fanno parte.
E ci sono diessini di destra e di sinistra, blairiani e socialisti
europei. Il vicepresidente della Camera Carlo Leoni appartiene alla
seconda categoria. Su Castro è d’accordo con Caldarola. Succede di
rado. Castrista? «Non lo sono mai stato». «Finora l’unica
rivoluzione il cui esito non ha deluso noi che la sostenevamo è
stata quella di Nelson Mandela». Più chiaro di così non si può.
«Quella di Cuba è stata una delusione - aggiunge Leoni - la speranza
di libertà si è risolta in una dittatura. Sono stato guevariano, ho
ammirato l’uomo Che Guevara che ha combattuto per il suo popolo.
Certo, essere guevariani alla mia età fa un po’ strano».
Anti-castrista, con Nelson Mandela nel cuore.
Fidel Castro sta male, il segretario di Rifondazione comunista
Franco Giordano ha inviato ai vertici del partito comunista cubano,
tramite l’ambasciata, una lettera di solidarietà e auguri di pronta
guarigione per Fidel Castro. «Caro Ambasciatore - si legge - le
scrivo questa lettera per esprimere, a nome mio e di tutto il
partito della Rifondazione comunista, la nostra solidarietà,
vicinanza e i nostri migliori auguri di una pronta guarigione al
Comandante Fidel Castro. Siamo vicini a lui e al popolo di Cuba,
alla sua rivoluzione. Credo di esprimere il sentimento di tanti che
pur nelle differenze riconoscono la dignità, la coerenza e il rigore
morale del compagno Fidel Castro, la sua dedizione totale all’ideale
rivoluzionario che fa di lui e di Cuba un simbolo di dignità non
solo per l’America Latina, ma per l’intero pianeta». Rivoluzionario
ma critico.
La sinistra italiana è grande, Franco Grillini è uno dei suoi mille
protagonisti. «Da sempre si dice che il fratello di Fidel Castro,
Raul, sia gay. Non so se sia vero o meno. Certamente si tratta di
una voce ultradecennale e, soprattutto, è così che la pensano tutti
i cubani. Se ciò fosse vero, è possibile sperare che il regime da
oggi tuteli i diritti umani di tutti i cubani, compresi ovviamente
anche i gay». Il leader storico della comunità gay italiana, oggi
deputato dei Ds, punta la sua attenzione sul passaggio dei poteri da
parte di Fidel al fratello. «Mi rendo conto che Raul non è un
giovanotto, che quindi questo passaggio di consegne possa essere
solo un’operazione di facciata e che non vi possa essere un reale
cambiamento sino a quando si consumi l’esperienza dei due fratelli.
Tuttavia non sono mai stato un sostenitore del “o tutto o nulla”.
Per questo voglio sperare che, sempre che questa voce sia vera, Raul
dica pubblicamente di essere gay e che, quindi, a Cuba si tutelino i
diritti civili di tutti i cittadini, compresi quelli omosessuali».
Impeccabile.
«Quando un uomo importante sulla scena mondiale, e questo è un
riconoscimento unanime di tutti i governi dell’America Latina,
subisce un’operazione, mi sembra segno elementare di civiltà fargli
auguri di pronta guarigione». Così il presidente della Camera Fausto
Bertinotti commenta le notizie sulla malattia di Fidel Castro. Ai
cronisti che gli chiedono come giudica le notizie di festeggiamenti
che arrivano dagli esuli cubani di Miami, risponde: «Cogliere
occasione dalle malattie per rilanciare controversie politiche che
possono essere fatte in tutti gli altri giorni, mi sembra una
sgrammaticatura».