Nell'interminabile guerra commerciale tra
gli Stati Uniti e Cuba, l'isola caraibica ha segnato un punto importante,
ottenendo ragione dall'Alta corte di giustizia di Londra nella causa contro la
Peer International Corporation. Si tratta di uno dei prodotti più rinomati dei
sudditi di Fidel, le sette note profumate di accompagnamenti latini.
Dopo il successo mondiale di Buena Vista Social Club, il fortunato disco dove il
chitarrista Ry Cooder (e suo figlio, il percussionista Joachim) incontrava i
supernonni del ritmo, gli acclamati idoli del son montuno, della guaracha e del
danzon, c'è stato un grande ritorno d'attenzione verso la musica tradizionale
cubana, un grande albero dalle radici vive e profonde. Così sei anni fa la
società statunitense Peer (fondata negli anni '20 dal leggendario Ralph Peer che
aveva una gran passione per orchestre e arrangiamenti sudamericani tanto che
importò nella musica americana grandi successi popolari come Granada, Besame
Mucho e Maria Elena, a cui affibbiò però nuove liriche in inglese e oggi gestita
dai suoi eredi)aveva intentato una battaglia legale per la proprietà dei diritti
d'autore di 13 canzoni contenute in Buena Vista, che avrebbe acquisito negli
anni '30.
Il giudice inglese John Edmund Frederic Lindsay ha vagliato antichi documenti,
ascoltato testimonianze video e persino fatto un viaggio all'Avana per ascoltare
dalla viva voce dei protagonisti l'autentica versione dei fatti. Nella sua
istanza, la Peer aveva sostenuto di essere la legittima proprietaria dei diritti
di quelle canzoni, poichè approfittando della moda per la musica cubana negli
States aveva messo sotto contratto decine di artisti isolani. Tuttavia, con
l'avvento della rivoluzione castrista, la Pic smise di pagare loro i diritti,
attualmente amministrati dall'azienda statale Emc, Editora Musical de Cuba.
Il giudice ha dato torto alla major americana affermando che la Pic pagò pochi
pesos agli autori per contratti a lunga scadenza di nessun valore legale. Molte
di quelle canzoni caddero nel dimenticatoio per decenni fino a quando non uscì
l'album prodotto da Ry Cooder, aiutato pure dal film di Wim Wenders.
Intanto i tre vecchietti Compay Segundo, Ruben Gonzalez e Ibrahim Ferrer sono
andati a suonare all'altro mondo ma altri veterani hanno preso il loro posto nel
Buena Vista Social Club, che è diventato quasi un marchio registrato, tanto che
alcune stelle della musica rock internazionale hanno deciso di sciacquare i loro
successi nelle acque caraibiche, riarragiandoli con abbondante uso di fiati,
archi,tastiere e percussioni latine. Il disco, realizzato con intento benefico
(i suoi proventi andranno a finanziare un progetto per le popolazioni di aree
colpite da disastri naturali), si chiama Rhytms del mundo. Registrato a L'Avana
presso gli studi Abdala tra l'aprile 2005 e il giugno 2006, l'album si avvale
della partecipazione di Sting, Quincy Jones, Coldplay, Kaiser Chiefs, Jack
Johnson, Maroon 5, Dido con i Faithless, i Franz Ferdinand in spagnolo, gli
Arctic Monkeys con gli U2 che accompagnano ai cori Coco Freeman in una versione
di I still haven't found what I'm looking for e High and dry dei Radiohead
rielaborata da Lele dei Los Van Van utilizzando samples della versione
originale.