Giù le mani dal Buena

 Vista. Cuba batte gli Usa

 

 

La Corte di Londra ha dato torto alle pretese di una major musicale

 

| 18 novembre 2006 | F.De Luca |

 

 


Nell'interminabile guerra commerciale tra gli Stati Uniti e Cuba, l'isola caraibica ha segnato un punto importante, ottenendo ragione dall'Alta corte di giustizia di Londra nella causa contro la Peer International Corporation. Si tratta di uno dei prodotti più rinomati dei sudditi di Fidel, le sette note profumate di accompagnamenti latini.
Dopo il successo mondiale di Buena Vista Social Club, il fortunato disco dove il chitarrista Ry Cooder (e suo figlio, il percussionista Joachim) incontrava i supernonni del ritmo, gli acclamati idoli del son montuno, della guaracha e del danzon, c'è stato un grande ritorno d'attenzione verso la musica tradizionale cubana, un grande albero dalle radici vive e profonde. Così sei anni fa la società statunitense Peer (fondata negli anni '20 dal leggendario Ralph Peer che aveva una gran passione per orchestre e arrangiamenti sudamericani tanto che importò nella musica americana grandi successi popolari come Granada, Besame Mucho e Maria Elena, a cui affibbiò però nuove liriche in inglese e oggi gestita dai suoi eredi)aveva intentato una battaglia legale per la proprietà dei diritti d'autore di 13 canzoni contenute in Buena Vista, che avrebbe acquisito negli anni '30.
Il giudice inglese John Edmund Frederic Lindsay ha vagliato antichi documenti, ascoltato testimonianze video e persino fatto un viaggio all'Avana per ascoltare dalla viva voce dei protagonisti l'autentica versione dei fatti. Nella sua istanza, la Peer aveva sostenuto di essere la legittima proprietaria dei diritti di quelle canzoni, poichè approfittando della moda per la musica cubana negli States aveva messo sotto contratto decine di artisti isolani. Tuttavia, con l'avvento della rivoluzione castrista, la Pic smise di pagare loro i diritti, attualmente amministrati dall'azienda statale Emc, Editora Musical de Cuba.
Il giudice ha dato torto alla major americana affermando che la Pic pagò pochi pesos agli autori per contratti a lunga scadenza di nessun valore legale. Molte di quelle canzoni caddero nel dimenticatoio per decenni fino a quando non uscì l'album prodotto da Ry Cooder, aiutato pure dal film di Wim Wenders.
Intanto i tre vecchietti Compay Segundo, Ruben Gonzalez e Ibrahim Ferrer sono andati a suonare all'altro mondo ma altri veterani hanno preso il loro posto nel Buena Vista Social Club, che è diventato quasi un marchio registrato, tanto che alcune stelle della musica rock internazionale hanno deciso di sciacquare i loro successi nelle acque caraibiche, riarragiandoli con abbondante uso di fiati, archi,tastiere e percussioni latine. Il disco, realizzato con intento benefico (i suoi proventi andranno a finanziare un progetto per le popolazioni di aree colpite da disastri naturali), si chiama Rhytms del mundo. Registrato a L'Avana presso gli studi Abdala tra l'aprile 2005 e il giugno 2006, l'album si avvale della partecipazione di Sting, Quincy Jones, Coldplay, Kaiser Chiefs, Jack Johnson, Maroon 5, Dido con i Faithless, i Franz Ferdinand in spagnolo, gli Arctic Monkeys con gli U2 che accompagnano ai cori Coco Freeman in una versione di I still haven't found what I'm looking for e High and dry dei Radiohead rielaborata da Lele dei Los Van Van utilizzando samples della versione originale.