Non mancano i richiami ulteriori alla
prudenza e alla prevenzione, contro il dengue e altri nuovi virus che provocano
affezioni alle vie respiratorie, ma di fatto l'epidemia è quasi debellata,
grazie alla mobilitazione collettiva della gente e a quella dei medici cubani,
che hanno ridotto i danni al minimo (meno di 20 decessi).
La vita scorre normalmente, i centri di lavoro viaggiano a pieno ritmo, le
scuole sono tutte aperte e funzionanti: il temuto mosquito Aedes Aegypti è
adesso «tra la spada e la parete» (come si dice a Cuba), ma non bisogna
abbassare la guardia.
Gli ospedali si stanno progressivamente svuotando, ma continuano gli spot tv di
sensibilizzazione e gli interventi di fumigazione continuano: il più efficace
biolarvicida per combattere l'epidemia resta il Bactivec (o Griselesf),
inventato a Cuba per necessità (il bloqueo, ha impedito d'importare un prodotto
anti-dengue nel corso della prima epidemia) e oggi viene riprodotto e
commercializzato in Argentina dai laboratori Rosenbush, sotto la marca
registrata Labiofarm. Tale sostanza, che risulterebbe innocua per la popolazione
ma fatale al mosquito infetto (divora il suo tubo digerente) è ora esportata in
Brasile e in diversi stati africani, dimostrandosi molto efficace nel combattere
sul nascere la malaria.
Comunque le notizie allarmiste diffuse dai media internazionali nel mese di
ottobre, che parlavano di migliaia di vittime, sono state molto ridimensionate.
La dottoressa Lea Guido, rappresentante della Pan American Health Organization (PAHO),
sicuramente più competente e documentata di qualsiasi portavoce dell'Oms a
Ginevra, in un'intervista rilasciata in agosto all'agenzia Efe assicurava tra
l'altro che la situazione veniva trattata ad alto livello politico e che
«l'accesso ai servizi di salute pubblica e i controlli casa per casa sono
elementi importanti per attaccare questo problema». Che non è circoscritto a un
solo paese - ha detto ancora - ma fa parte dell'agenda regionale.
Tra le altre critiche al «catastrofismo mediatico» quella della giornalista
Gioia Minuti, responsabile dell'edizione italiana del Granma Digital
Internacional: «Ho decine d'amici, figli di amici o conoscenti che hanno preso
il dengue dal mese d'agosto a oggi e che stanno benissimo: la malattia, seguita
e trattata come si deve, è una sorta d'influenza che non lascia conseguenze,
come una comune influenza virale. Molti di coloro che hanno avuto la febbre non
avevano il dengue, ma il controllo è obbligatorio. I morti sono stati poco più
di una decina, molti meno comunque di quelli provocati da una qualunque epidemia
d'influenza virale invernale in un paese qualsiasi d'Europa, ma questa epidemia
di Dengue a Cuba è stata un'eccellente occasione per attaccare lo sviluppo del
turismo. C'è chi non introduce germi nel territorio dell'Isola, ma utilizza la
sua penna o la sua macchina fotografica».
Nel frattempo, la Dirección Nacional de Epidemiología del ministero della salute
avverte che a Cuba «esiste in questo momento un notevole incremento di virus
delle vie respiratorie rispetto agli ultimi cinque anni». Vale poi la pena di
ricordare che già dall'estate del 2003 un gruppo di ricercatori dell'Istituto
Pasteur di Parigi ha scoperto il recettore cellulare del virus della dengue, una
malattia che colpisce ogni anno nel mondo da 60 a 100 milioni di persone. La
scoperta apre la strada alla messa a punto di trattamenti specifici, oggi
inesistenti, per bloccare la malattia. Inoltre il finanziamento internazionale
di un progetto che punta a un vaccino contro il dengue per l'infanzia, è stato
negato a Cuba dal governo degli Stati uniti per via dell'embargo.
Nel frattempo i ricercatori cubani lavorano su un vaccino specifico,
sperimentandolo sulle scimmie. «È un vaccino "ricombinante" che contiene gli
antígeni e le proteine per proteggere contro i quattro virus del dengue - dice
Gerardo Guillén del Centro de Ingeniería Genética y Biotecnología -. Siamo alla
penultima fase dello studio. Prossima tappa la sperimentazione sugli esseri
umani, ma saranno necessari almeno altri tre anni per ottenere il brevetto
farmaceutico che autorizza l'utilizzazione del prodotto».