Dall’11 al 16 settembre 2006 l’Avana, città
capitale di Cuba, offre il benvenuto al XIV vertice del Movimento dei Paesi
Non-Allineati. 118 Paesi membri e decine di Paesi e organizzazioni che
partecipano come osservatori e/o invitati. Il vertice è stato inaugurato lunedì
11 con un discorso del Ministro degli Esteri cubano, Felipe Pérez Roque, che ha
dato il via al lavoro comune degli Alti rappresentanti dei paesi membri, divisi
in due commissioni: una politica e l’altra socio-economica. Dal discorso
inaugurale di Roque è stata delineata immediatamente una linea politica decisa e
determinata. Dopo un primo accenno agli sforzi del popolo cubano: “per
affrontare una crudele politica di isolamento ed embargo alla quale ci hanno
sommesso per più di 45 anni” Felipe Roque ha dichiarato: “Ci riuniamo dopo la
brutale aggressione perpetrata al popolo fratello del Libano e mentre assistiamo
indignati al quotidiano genocidio al quale è sottomesso il popolo palestinese.
Questo nostro vertice coincide inoltre con l’aggravarsi delle pressioni contro
l’Iran per esercitare il suo diritto sovrano a sviluppare un programma per l’uso
pacifico dell’energia nucleare, e nel momento in cui si minacciano altri paesi
non-allineati con “guerre preventive” e aggressioni. Per tutto ciò, ci sembra
indispensabile serrare le fila per la difesa dei nostri diritti”. Il riferimento
alle politiche dannose e aggressive degli Stati Uniti e di Israele è evidente e
la contrapposizione dei Paesi Non-Allineati alle politiche unilaterali e
imperialiste dei nemici dei popoli, viene confermata dal loro lavoro. Tra i
diversi temi di analisi vi sono la condanna verso tutte le azioni coercitive, le
minacce di uso della forza, gli embarghi, le pressioni e i ricatti nei confronti
di Paesi sovrani; la difesa del multilateralismo; la promozione di un lavoro
decente; la dimensione sociale dell’economia; il rafforzamento dei legami
commerciali e politici dei paesi membri nell’ambito della cooperazione sud-sud
(specialmente voluta dai paesi africani); l’impegno per il disarmo planetario,
soprattutto nucleare. Si è costituita inoltre una commissione dedicata alla
Palestina, vittima dell’occupazione e del genocidio sionista, per discutere di
questo popolo al quale i “grandi” del mondo non sono mai riusciti a dare una
soluzione. L’Iran e il suo sviluppo nucleare sarà un altro dei temi di
fondamentale importanza che verranno trattati. “Si è creato un gruppo di lavoro
per una dichiarazione sul programma nucleare dell’Iran” ha precisato Aracely
Herrero, membro della delegazione cubana, ed è molto probabile che la
dichiarazione finale sarà di appoggio al diritto di sviluppo scientifico e
pacifico della nazione iraniana. Il gruppo di lavoro che si occupa della
questione è presieduto dall’Indonesia. Nel testo del programma della
Dichiarazione finale, si condanna il terrorismo: “Non si può e non si deve
vincolare il terrorismo a nessuna religione, nazionalità, civiltà o gruppo
etnico e non si deve far uso di tali attribuzioni per giustificare il terrorismo
o l’applicazione di misure di lotta contro il terrorismo”, allo stesso tempo
però il progetto sottolinea che: “il terrorismo non si dovrà equiparare con la
lotta legittima dei popoli sotto dominazione coloniale e occupazione straniera
per l’autodeterminazione e la liberazione nazionale”. Tra venerdì e sabato
prossimo sono attesi all’Avana diversi capi di Stato e di governo, tra i quali
Hugo Chàvez, Evo Morales, Mahmoud Ahmadinejad e forse il siriano Bashar al-Assad,
i quali si riuniranno insieme ai delegati dei 118 Paesi Non-Allineati (quasi due
terzi dell’ONU) per stilare il documento finale del vertice. Come ha detto il
Presidente venezuelano: “questo scenario sarà vitale per la battaglia contro le
pretese egemoniche dell’impero”. Il primo bersaglio sono quindi le infauste
politiche statunitensi e israeliane alle quali vanno contrapposte le basi per la
creazione di un reale movimento di Paesi liberi e sovrani. Concludiamo con le
parole di Abelardo Moreno, vice-ministro degli Esteri di Cuba e Presidente della
Commissione degli Alti rappresentanti del vertice: “Leggendo alcune notizie che
provengono da certe latitudini (USA?,ndr) non mi resta altro rimedio che
immaginare che sta crescendo il gruppo dell’ “asse del male”, e che presto sarà
integrato da 118 Paesi”.
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I “Paesi Non-Allineati” al
fianco di
Iran e Palestina
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Venerdi 15 Settembre 2006
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Herman Bashiron
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Prosegue a ritmi intensi il XIV
vertice, nell’isola di Cuba, dei Paesi Non-Allineati. Le
concertazioni di questi giorni si sono concentrate nel trovare delle
linee comuni per definire il Documento finale del vertice. Le
tematiche affrontate dai 118 Paesi aderenti al Movimento sono di
diverso interesse. Oltre alle questioni di cooperazione economica
tra i molteplici Paesi, le due commissioni, quella politica e quella
socio-economica, hanno dibattuto temi quali: i diritti della donna e
i diritti dei popoli indigeni, l’urgenza di intensificare la lotta
internazionale al narcotraffico e il degrado ambientale. Con la
presenza del Presidente boliviano e bolivariano Evo Morales e del
Premio Nobel Rigoberta Menchù nella capitale cubana, la questione
indigena verrà affrontata dal punto di vista economico, sociale e
culturale, cercando di trovare le soluzioni per migliorare le
condizioni di vita dei popoli aborigeni. Gran parte del lavoro del
vertice dei Paesi Non-Allineati è dedicato alle questioni vicino e
medio-orientali. Iran e Palestina sono al centro della linea
politica del vertice. Commissioni specifiche sono state create al
fine di valutare le situazioni particolari di entrambi i Paesi.
Secondo “Prensa Latina” nella bozza del progetto di dichiarazione
finale, l’Iran trova pieno appoggio, da parte del Movimento, per il
diritto a sviluppare energia nucleare con fini pacifici. Nel
documento si considera “una legittima aspirazione di ogni nazione
del cosiddetto “Terzo Mondo” di esplorare vie alternative per dare
impulso al proprio progresso economico di fronte ad un ordine
internazionale tanto asimmetrico”. Il Movimento dei Non-Allineati
rifiuta quindi la logica di Washington di fomentare il conflitto
internazionale e i suoi continui intenti di portare il caso iraniano
al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. In attesa dell’arrivo dei vari
Capi di Stato e di Governo che dibatteranno le varie tematiche di
interesse comune durante le giornate di venerdì e sabato e con il
“Lider Maximo” Fidel Castro ancora convalescente, i discorsi di
maggiore importanza sono stati pronunciati dal Vicepresidente del
Consiglio di Stato di Cuba, Carlos Lage Davila, e dal Ministro degli
Affari Esteri di Cuba, Felipe Perez Roque. Il discorso del
vicepresidente Lage davanti agli Alti rappresentanti dei Paesi
Non-Allineati si è incentrato su una forte critica all’attuale
ordine mondiale, definito ingiusto e criminale; ha offerto diversi
esempi del consumismo estremo e irrazionale, causa di povertà,
disoccupazione e miseria; ha accusato il colonialismo, il
neocolonialismo e il neoliberismo come cagione dei mali che
affliggono oggi milioni di persone e in diversi passi del discorso
sono stati messi al centro delle sue critiche gli Stati Uniti
d’America, principali fautori delle crisi mondiali. Riportiamo un
passo iniziale del discorso di Lage: “La fine del confronto
Est-Ovest non fu l’inizio della pace che molti sognarono. La storia
reale è stata quella del dominio crescente di una nazione che
esercita pressioni economiche e politiche senza scrupoli, che crede
di avere il diritto di invadere qualsiasi paese per raggiungere i
propri obiettivi e che conduce il mondo comune nel quale abitiamo
verso la propria distruzione”. L’intervento del Ministro degli
Esteri cubano, Felipe Roque, è stato invece pronunciato durante la
riunione del Comitato sulla Palestina. Davanti a diversi
Rappresentanti dei Paesi Non-Allineati, il Ministro ha dichiarato la
volontà del Movimento “di rafforzare la solidarietà permanente con
la causa palestinese”, ed ha chiesto ai vari Ministri: “di prendere
le misure necessarie affinché il nostro appoggio ai fratelli
palestinesi sia più fermo e deciso”. Durante il discorso Roque ha
puntualizzato che sono quasi 59 anni che la Palestina sta aspettando
la creazione di un proprio Stato sovrano dove vivere in pace e in
armonia, mentre la realtà è composta dalla continua, perpetua e
brutale occupazione israeliana dei territori palestinesi,
sottolineando il fatto che le azioni di Israele sono da considerarsi
veri e propri atti di terrorismo di Stato. Le responsabilità di
questa situazione vengono attribuite alla superpotenza USA,
colpevole “di aver utilizzato per 30 volte il proprio veto nel
Consiglio di sicurezza e di aver minacciato innumerevoli volte di
usare questo antidemocratico e obsoleto privilegio per impedire che
i crimini di Israele venissero giudicati”. Il vertice dei Paesi
Non-Allineati si concluderà sabato, ma le linee di veduta generali
sembrano comunque essere già manifeste: difesa di Iran, Palestina e
dei popoli oppressi e denuncia delle ingiustizie provocate dal
neoliberismo e dal neocolonialismo marcato USA.
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Il mondo resta Non Allineato |
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lunedì 18 Settembre 2006
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S.Asinelli
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La parola d’ordine è multilateralismo.
La parola d’ordine è opporsi all’unilateralismo degli Stati Uniti e
dei loro servitori.
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