Uno sciopero della fame per "la libertà a Cuba" di cui neanche
gli anticastristi sono a conoscenza. O lo saranno nelle prossime ore?
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giovedì 9 marzo 2006
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www.radiocittaperta.it
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Il Corriere della Sera e la Repubblica di oggi
riportano in evidenza e con l'ausilio di una fotografia obiettivamente
inquietante che "Guillermo Farinas, psicologo, da 38 giorni non mangia per
ottenere la possibilità di accedere liberamente ad internet: è grave".
I due quotidiani aggiungono che "Il primo marzo, nel trentesimo giorno di
sciopero, aveva annunciato che sarebbe andato avanti «fino alle ultime
conseguenze». Niurbis Diaz, direttrice dell'agenzia indipendente Cubanapress per
cui lavora Farinas, raccontava nei giorni scorsi che parenti e amici lo possono
vedere solo per alcuni minuti, attraverso una parete di vetro".
Una notizia così drammatica sulle pagine di due importante quotidiano italiano,
dovrebbe in qualche modo risultare anche e soprattutto sui siti internet dei
gruppi anticastristi. Ma da una ricognizione effettuata sui siti di tutte le
agenzie "indipendenti" (incluso quello inesistente dell'agenzia citata dal
Corriere della Sera e Repubblica, la Cubanapress), sia sugli altri siti
anticastristi (es: Cubanet o Solidaridadconcuba, Payolibre ed altri), del lungo
sciopero della fame di Guillermo Farinas (trenta giorni) non si parla affatto,
né sulle home page né sulle pagine interne. Dunque sui principali siti
anticastristi di questa vicenda non si sa nulla.
Possibile che il Corriere della Sera e
Repubblica ne sappiano di più di quanti operano a Cuba o a Miami?
Oppure - ed è probabile - non sarà che il
Corriere della Sera e la Repubblica i loro sponsor oltreoceano stanno indicando
a quelli che agiscono a Cuba e Miami quello che dovranno fare nei prossimi
giorni?
E' un modo di fare informazione piuttosto
curioso quello che informa senza che i protagonisti ne sappiano nulla. Del resto
dopo la "gaffe" della falsa intervista di Battistini del Corriere alla Sera al
dissidente Osvaldo Payà non ci può più meravigliare di nulla... quando parlano
di Cuba i quotidiani e la gran parte dei giornalisti italiani riescono a dare il
peggio di sé.
Ogni giorno la stampa italiana ospita
affermazioni false e tendenziose contro i governi progressisti latinoamericani.
E' solo un caso o è in corso una campagna di delegittimazione contro quello che
per Donald Rumsfeld è l' "asse del male latinoamericano da colpire"?