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Mercoledì 8 Febbraio 2006 - 13:11
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Joaquim Ramirez
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Un monumento alle vittime della violenza
statunitense a Cuba dalla Rivoluzione del ‘59 ad oggi. Un monumento che svetta
di fronte alla residenza della missione Usa a l’Avana coprendo le menzogne di
Washington.
Già, perché le 138 bandiere nere, con stella bianca al centro, vanno a coprire i
messaggi luminosi che scorrono in banner elettronici installati dai diplomatici
di Washington sul palazzo che li ospita. Messaggi in stile yankee che vorrebbero
ricordare come la Casa Bianca esporta la sua ‘democrazia’, che reclamano un
ipocrita diritto a “reclamare la propria libertà”. Messaggi che rappresentano
l’ultima delle battaglie anti castriste portate avanti con testardaggine mista
ad idiozia tipica della classe politica di Washington, nel 1959 come oggi.
Messaggi che lo scorso 23 gennaio sono apparsi nel cielo de l’Avana, diretta
conseguenza dei reiterati attacchi alla dirigenza rivoluzionaria cubana ed al
loro spirito di resistenza anti statunitense.
Una battaglia che il lider maximo ha accettato, come sempre, di condurre sul
campo. A tre giorni dall’apparizione dei banner propagandistici, Fidel Castro è
sceso letteralmente in piazza, attorniato da migliaia di contestatori anti Usa,
guidando un esercito di escavatrici e bulldozer che hanno iniziato un solerte
lavoro di demolizione rivoluzionaria radendo al suolo l’area del parcheggio
della rappresentanza di Washington. Meno di due settimane di lavori incessanti e
coperti dal più stretto riserbo hanno infine portato lo stesso Castro ad
inaugurare un maestoso monumento ai caduti per mano degli yankees, più di 3400
secondo le stime ufficiali di l’Avana.
Tra questi spiccano i 73 civili morti nell’abbattimento di un aereo di linea
cubano nel 1976. Il terrorista Luis Posada Carriles, esile cubano in forza alla
CIA, è stato recentemente rilasciato dalle autorità Usa che lo avevano
incarcerato per appena 90 giorni con l’accusa di violazione delle leggi
sull’immigrazione. Il suo caso è al centro di un’aspra diatriba tra Cuba e
Washington.
“Le stelle bianche su sfondo nero rappresentano la luce di un popolo che nel
dolore piange per i propri figli”, ha sintetizzato il professor Carlos Alberto
Cremata, stretto consigliere del lider maximo e figlio del co-pilota dell’aereo
di linea abbattuto senza remore dagli sgherri yankee.
La cerimonia con cui Castro ha svelato ed inaugurato il monumento è stata
seguita da una veglia di ventiquattro ore in cui centinaia di volontari hanno
sorretto manifesti con i volti degli assassinati rivolti verso l’edificio Usa.
Ancora una volta, Fidel Castro ha vinto la sua battaglia