Sono iscritto al Partito comunista di Cuba
da 12 anni. Un vecchio militante. E devo questo onore, che oggi più che mai
considero tale, a un intervento del comandante Fidel Castro che forzò,
leggermente, i limiti dello statuto. A Cuba, infatti, anche gli stranieri
possono avere la tessera del partito, purché residenti nell'isola. Per me fu
fatta un'eccezione. Vedo quindi quello che sta succedendo in questi giorni non
dall'esterno, ma dall'interno e posso tranquillamente dire che la canea di
opinioni espressa sulla malattia del lider maximo da buona parte della stampa è
semplicemente ridicola. Unica eccezione il manifesto.
Quello che più ha scatenato le ire di chi parla di Cuba senza conoscerla è stata
quella che qualcuno (si veda il caso del Corriere della Sera) ha considerato una
soluzione dinastica paragonando addirittura Cuba alla Corea del Nord. Tutto
questo perché Raul Castro, fratello senza dubbio di Fidel, ha assunto
provvisoriamente alcune funzioni. Si dimentica, però, che sono funzioni che, sia
pure in sott'ordine, il comandante Raul già esercitava come la direzione delle
forze armate e del partito. E si dimentica anche che altre funzioni sono state
provvisoriamente affidate ad altri che, per la gioia dei nostri «benpensanti»,
non sono neanche lontanamente parenti dei fratelli Castro e sono tutti sotto i
70 anni. Fra le tante idiozie scritte c'è quella, manco a dirlo del Foglio, che
definisce Raul Castro un «grigio burocrate». La pensa diversamente il poeta Raul
Rivero, da anni dissidente e che vive a Madrid, che definisce Raul «uomo con i
piedi per terra e un pragmatico che farà bene all'economia».
Si è anche spesso detto che la malattia di Fidel è avvolta dal mistero e che è
pressoché impossibile avere notizie precise. Falso. Le notizie precise sono
quelle che lo stesso Fidel ha ufficialmente voluto dare. Al di fuori di quelle,
ci sono anche le mie personali. Senza considerare che basta avere Sky e
collegarsi intorno alle 18 sul canale 916 dove Arcoiris ritrasmette Telesur.
Ieri è stato lo stesso presidente venezuelano Chavez a dare notizie assicurando
che Fidel si rimetterà in poche settimane. Alla faccia dei cubani di Miami che
d'altronde sono poco credibili poiché da anni lo danno per morto o moribondo
ogni 7-8 mesi. E anche alla faccia dei vari Sismi, Cia e Mossad posso confermare
che Fidel è stato senza dubbio grave, ma che ora sta meglio e mi auguro che ben
presto la prognosi che è stata giustamente e ovviamente riservata possa essere
sciolta.
Non si dimentichi a tale proposito che la medicina cubana è fra le più
progredite del mondo e, fra l'altro, alla portata di tutti proprio grazie al
triunfo de la revoluciòn. Tutti i cubani lo sanno e si augurano una pronta
guarigione di Fidel, tanto che anche i dissidenti, tranne quelli lautamente
finanziati dal Dipartimento di Stato Usa, han tirato i remi in barca e sono
estremamente cauti sulla cosiddetta transizione. Nel suo ultimo messaggio il
comandante ha fatto appello ai cubani e agli iscritti al partito (siamo in
pochi: circa 400.000 su quasi 11 milioni di abitanti) di difendere i valori e le
libertà conquistate dalla rivoluzione.
* Cineasta