È stata presentata l’edizione

 

cubana di "Cento ore con Fidel"

 

P.De La Hoz 17 maggio 2006

 

La prima edizione cubana di Cento ore con Fidel, libro che riporta le

 

Il libro di Ramonet è uno strumento di lotta
Scritto in un momento di speciale importanza

 

Il presidente cubano Fidel Castro ha affermato che il libro "Cento Ore con Fidel", del giornalista e scrittore francese Ignacio Ramonet è uno strumento di lotta che si pubblica in un momento di speciale importanza storica e sociale.

"In che momenti ed in che circostanze appare questo libro di immensa portata internazionale!", ha segnalato il leader cubano, che ha partecipato due giorni fa a una trasmissione televisiva per smentire le affermazioni della rivista nordamericana Forbes, che lo segnala come uno dei governanti più ricchi del mondo.

Durante la presentazione del libro, in presenza dell'autore e centinaia di invitati, Fidel Castro ha dichiarato nuovamente che rinuncerà al suo incarico di presidente dell’Isola se Forbes e il governo degli Stati Uniti potranno presentare una sola prova della sua presunta fortuna.

"La natura a quanto pare si comporta come il nostro stato d’animo, ha detto Fidel ricordando che martedì c’era una tempesta di tuoni, riferendosi al primo acquazzone di maggio caduto sull’Isola ed ha aggiunto che gli interventi in cui si è parlato della sua integrità fatti da diverse personalità cubane sono stati come "un gruppo elettrogeno sincronizzato" ed ha promesso che continuerà il suo discorso che è appena cominciato e non è certo terminato...

"Sono contento perchè abbiamo dato loro uno schiaffo morale di cui vedremo i risultati in pochi giorni. Loro ci evitano sempre e non parlano mai ma ora dovranno affrontare le nostre risposte".

Fidel ha sottolineato che la Rivoluzione cubana è stata sottoposta a un enorme bombardamento di menzogne, manipolazioni e calunnie e si è compiaciuto che l'Isola sia uno dei membri del nuovo Consiglio dei Diritti Umani, nonostante l'opposizione dell'Unione Europea.

Fidel Castro ha definito il libro di Ramonet "un testo eccellente", e si è complimentato con l’autore per aver pensato di fargli la lunga intervista che ne ha permesso la stesura ed ha anche detto che aveva due motivi speciali per partecipare alla presentazione dell'edizione cubana: "Assicurare che nel libro non ci sono invenzioni o bugie e confermare la completa onestà con cui è stato scritto". La prima presentazione in Spagna è stata seguita da una sequela di calunnie ....

"Gli avversari della Rivoluzione non gli vogliono dare l’importanza che merita e per questo era obbligatoria la sua pubblicazione come la sua difesa".

La validità del testo l’apportano le coraggiose domande del giornalista franco-spagnolo, relative alla pena di morte o al partito unico che sono la posizione sincera dell'autore.

" Forse conviene pensare a una seconda edizione a Cuba con altri temi come la rivoluzione energetica che sta sviluppando il paese", ha dichiarato ancora Fidel.

Il ministro alla cultura, Abel Pietro, valutando il libro di Ramonet, ha riconosciuto che alcune domande fatte al leader derivavano dai suoi dubbi mentre altre erano estratte volontariamente dalle campagne anticubane. "Questa posizione dell'autore apporta efficacia e legittimità al libro", ha affermato.

 

 conversazioni sostenute negli ultimi tre anni dal Presidente cubano con il giornalista e saggista francese d’origine spagnola Ignacio Ramonet, è stata accolta martedì sera come un aiuto inestimabile nella battaglia tesa a far sì che la verità sulla Rivoluzione cubana si faccia strada nel mondo.

 

Fidel e Ramonet hanno conversato con i partecipanti all’atto di presentazione svoltosi nel Palazzo delle Convenzioni, durante il quale anche Pedro Álvarez Tabío, direttore dell’Ufficio delle Pubblicazioni del Consiglio di Stato e Abel Prieto, ministro della Cultura (che ha svolto le funzioni di moderatore), hanno apportato i loro apprezzamenti sull’opera.

 

Il leader della Rivoluzione si è rallegrato del fatto che questa edizione abbia visto la luce appena 24 ore dopo che le menzogne diffuse dalla rivista nordamericana Forbes erano state completamente demolite durante la comparizione radiotelevisiva speciale di lunedì sera.

 

Si è trattato di una felice coincidenza non pianificata, che ha permesso di incorporare questa pubblicazione alla battaglia in corso contro le calunnie e le infamie con le quali l’imperialismo sta cercando di squalificare la nostra opera rivoluzionaria ed umanistica.

 

Fidel, nell’affrontare il tema, ha precisato che la calunnia diffusa da Forbes non era inedita, risalendo al decennio precedente, ma il suo rilancio si è reso necessario per le nuove circostanze imperanti: la disperazione di un impero scosso dalla crisi politica e morale dell’Amministrazione Bush, l’avanzata dei movimenti sociali in America Latina ed in altre parti del mondo, il potenziamento dei programmi della Rivoluzione nell’Isola e la loro estensione solidale ad altre terre, nonché il sempre maggior prestigio di Cuba, messo in evidenza dall’elezione nel Consiglio dei Diritti Umani, nonostante l’opposizione di Washington ed i voti negati in blocco dall’Europa.

 

Questa volta i nemici non potranno schivare la tormenta di tuoni e fulmini che abbiamo scatenato, ha sottolineato Fidel, che ha affermato che la battaglia è appena cominciata e continuerà con una demolitrice esposizione delle manipolazioni e falsificazioni perpetrate dal potere mediatico.

 

 

L’INTEGRITÀ INTELLETTUALE DI RAMONET

 

 

Il Presidente cubano ha addotto due motivi per spiegare le ragioni della sua presenza nella conferenza di presentazione del libro, la cui prima edizione spagnola di 12.000 esemplari è andata esaurita in appena un mese: dire la verità sul processo di creazione del testo e commentare alcune particolarità del suo contenuto per facilitarne la comprensione ai lettori cubani.

 

Per quanto riguarda il primo punto ha riferito su come i calunniatori di sempre hanno cercato di sminuire il lavoro di Ramonet, accusandolo perfino di inventare interviste mai esistite. Si sono svolti diversi incontri tra il 2003 e il 2005, in luoghi e circostanze diverse, su iniziativa del giornalista e con il completo consenso dell’intervistato, che ha rivisto buona parte degli originali ed ha apportato documenti che hanno permesso di completare le sue concezioni. Fidel ha rivelato che in realtà le ore di conversazione non sono state 100 ma molte di più, si potrebbe dire il doppio.

 

Fidel ha affermato, rispetto alla natura delle domande ed alle osservazioni divergenti che Ramonet ha formulato nell’introduzione, che è bene non coincidere su tutto e di rispettare le idee del giornalista nello stesso modo in cui questi ha dimostrato di rispettare le sue. Ha definito Ramonet un intellettuale integro e onesto, dotato di una grande capacità d’osservazione e penetrazione psicologica al punto, ha detto, che "oggi mi conosce più di quanto io stesso mi conosca".

 

Il tuo libro è esemplare e deve avere una continuità, perchè la vita non è terminata assieme ai dialoghi, tutti i giorni continuano a prodursi fatti rilevanti, ha aggiunto rivolgendosi all’intervistatore.

 

 

PER FAR CONOSCERE UN PENSIERO SILENZIATO E CENSURATO

 

 

Secondo Ramonet Cento ore con Fidel è un libro eminentemente politico e di lotta in quello che ha chiamato il fronte esterno della Rivoluzione, in quanto da voce e spazio agli argomenti di un pensiero censurato e silenziato sistematicamente dai grandi media occidentali. Può essere molto utile (e di fatto lo è già per le sue ripercussioni in Spagna) affinchè le nuove generazioni scoprano il vero modo di pensare e agire di Fidel, al di là della cappa di odio e del muro di calunnie che non lascia vedere l’essenza reale della Rivoluzione cubana.

 

Ha citato l’esempio degli organi di stampa europei, dove non è apparsa nemmeno una riga sulla straordinaria e quotidiana opera umanitaria svolta dai medici cubani in diverse parti del mondo.

 

Il direttore di ‘Le Monde Diplomatique’ ha rivelato che Fidel è stata una figura chiave nella sua formazione politica, fin dai giorni in cui viveva e studiava in Marocco. Da allora non si è perso nemmeno uno dei suoi discorsi, che ha letto provando il piacere di chi partecipa ad una permanente esercitazione pedagogica.

 

Avvertì fin dal primo momento nel processo rivoluzionario cubano apprezzabili peculiarità, che lo differenziavano da altre esperienze socialiste.

 

Ramonet ha definito originale il pensiero del leader della Rivoluzione, in quanto riassume varie personalità: l’intellettuale, il capo militare vittorioso, il dirigente dalla lunga esperienza, il leader carismatico che si impegna a fondo nella trasformazione della realtà.

 

"La Rivoluzione è credere che si possano smuovere le montagne e riuscire a farlo", ha sentenziato Ramonet.

 

 

NUOVE EDIZIONI

 

 

Pedro Álvarez Tabío si è soffermato sull’imminente comparsa di nuove edizioni del libro in Messico, Inghilterra, Stati Uniti, Francia e altri paesi, rendendo noto che la Televisione Cubana trasmetterà prossimamente un documento audiovisivo filmato dai figli di Ramonet nelle prime sessioni d’interviste. Una nuova edizione verrà realizzata nel nostro paese.

 

L’editore ha definito il libro come un’eccezionale testimonianza per la portata e la profondità delle analisi dell’intervistato.

 

I partecipanti all’atto hanno inoltre ascoltato un’emozionante analisi del contenuto di queste imperdibili conversazioni da parte della giornalista e ricercatrice Katiuska Blanco.

 

 

Tre nuove presentazioni di

 

Cento ore con Fidel’

 

Avana 19 maggio 2006

 

Il rinomato intellettuale e giornalista francese Ignacio Ramonet ha effettuato nelle ultime ore tre nuove presentazioni del suo libro Cento ore con Fidel in siti di speciale valore simbolico per il nostro popolo: la zona di Birán (Holguín), davanti alla ricostruzione della casa natale del Comandante in Capo e nell’antico Ospedale Civile Saturnino Lora di Santiago di Cuba, dove il 16 ottobre 1953 il leader della Rivoluzione pronunciò la sua arringa difensiva nota con il nome di La storia mi assolverà.

 


A Birán: non avrebbe potuto venire scelto nessun luogo migliore per presentare il libro, all’ombra del vecchio carrubo, di fronte alla ricostruzione della casa familiare.

Questo giovedì, dopo aver visitato il memoriale Ernesto Guevara (Santa Clara), dove riposano i resti del Guerrigliero Eroico e dei suoi compagni della guerriglia boliviana, Ramonet ha presentato la sua opera all’Università Centrale di Las Villas.

Più di 500 persone, segnala il corrispondente Alexis Rojas, hanno partecipato all’incontro di Birán con il direttore del mensile parigino Le Monde Diplomatique, che insiste nell’affermare che il vero autore del libro è stato il suo intervistato.

 

Il testo, ha assicurato nel dialogo con gli abitanti di Santiago, ha raggiunto l’obiettivo che Fidel esponga i suoi argomenti e venga ascoltato, invece di essere giudicato per quello che dicono di lui. In questo contesto, Ramonet si è riferito alle calunnie mediatiche diffuse contro il Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri del nostro paese, che ha elogiato per la sua condizione di protagonista di numerosi fatti storici, per la sua preoccupazione per tutti gli uomini del pianeta, la sua sincerità e precisione, segnala il dispaccio di Orlando Guevara.

 

I due incontri, sia quello di Birán che quello sostenuto a Santiago di Cuba, hanno visto la presenza dei rispettivi primi segretari del Partito Miguel Díaz-Canel e Misael Enamorado, membri del Burò Politico.

 

Ramonet ha dichiarato a Santa Clara che visitare il mausoleo "è emozionante perchè il Che rappresenta per la mia generazione e le generazioni successive un simbolo straordinariamente attuale", segnala il corrispondente José Antonio Fulgueiras.

 

Ha aggiunto che mentre preparava il suo libro, Fidel gli ha detto che il ‘Che’ è la personalità politica che lo ha maggiormente impressionato in tutta la sua vita e ha descritto nei particolari le sue qualità rivoluzionarie, come lo incontrò e come fece amicizia con lui.

 

Omar Ruiz Martín, primo segretario del Partito a Villa Clara e Alexander Rodríguez, presidente dell’Assemblea Provinciale del Potere Popolare, hanno dato il benvenuto a Ramonet e lo hanno accompagnato nella sua visita al memoriale.
 

 

Ramonet: "Cento ore con Fidel"

● Un giornale spagnolo ha soppresso la sua colonna quando è stato pubblicato un estratto del libro

 

24 maggio 2006 J.Guy Allard

 

"Il mio libro è rivolto alle nuove generazioni che non hanno avuto accesso al pensiero, all’opera di Fidel Castro e che incontrano difficoltà per conoscerla a causa della muraglia di menzogne, di calunnie, di critiche sistematiche sparse a proposito della Rivoluzione Cubana, particolarmente in Europa", ha affermato Ignacio Ramonet in un incontro con la stampa a L’Avana, avvenuto venerdì 19 maggio. Lì ha reso noto che un giornale ha soppresso la sua colonna d’opinione.

 

Il voluminoso libro del noto giornalista franco-spagnolo, presentato a Cuba alcuni giorni fa con il titolo "Cento ore con Fidel", è già andato esaurito nelle librerie spagnole, dove è stato pubblicato in 12.000 esemplari da Mondadori (collana ‘Debate’) con il titolo "Fidel Castro. Biografia a due voci" ed è attualmente in fase di ristampa.

 

"Alcuni lettori spagnoli mi hanno detto che non avevano idea di quel che pensasse Fidel Castro, perchè i media spagnoli parlano frequentemente di lui senza dargli mai la parola", ha raccontato Ramonet.

 

L’autore, che è anche editore di "Le Monde Diplomatique", prestigioso mensile pubblicato a Parigi, ha segnalato che "uno dei pericoli che corre un professionista nell’intervistare Fidel Castro è quello di lasciarsi affascinare dal personaggio.

 

"La sua personalità è affascinante per un giornalista della mia generazione", ha confessato.

 

"È un testimone, attore e protagonista di avvenimenti storici così rilevanti che è naturale possa verificarsi una specie di fascinazione".

 

Cosciente di questo pericolo si è rivolto a diversi suoi amici – tra i quali personalità molto conosciute citate nel libro stesso – e gli ha chiesto "quali sarebbero state le domande fondamentali che avrebbero rivolto a Fidel Castro se ne avessero avuta l’opportunità".

 

"Il mio impegno morale è stato di mettere queste domande nel libro e così ho fatto".

 

Una certa stampa madrilena e ambienti di Miami hanno accusato Ramonet di aver ripreso vecchi discorsi in alcune pagine dell’opera. Lo scrittore ha risposto che, quando questo è avvenuto, è sempre stato su suggerimento dello stesso Fidel, secondo il quale in questo modo il suo pensiero su alcuni aspetti risultava meglio precisato.

 

L’autore del libro ha ironizzato sulla provenienza di queste critiche ed ha segnalato che qualcuno pretendeva perfino di far credere che l’intervista non c’era mai stata e che "le foto di Ramonet con Fidel sono montaggi".

 

Ha raccontato che Arcadio Espada, altro personaggio della fauna spagnola, è arrivato a scrivere nel suo blog che "in realtà quest’intervista non è mai potuta avvenire, perchè Fidel Castro è già morto da molte settimane o molto di più". "L’opera di screditamento dell’intervista è arrivata fin lì", ha commentato.

 

Secondo Ramonet, "il giornalista è una persona che va controcorrente".

 

"Una delle personalità più censurate in Francia e Spagna è Fidel": è una censura consensuale, perchè quando si fa credere che a Cuba c’è una dittatura atroce e che Fidel Castro è un dittatore crudele, gli stessi giornalisti che pretendono di essere persone critiche non si azzardano a dire niente di dissonante". "Ed è normale", ha aggiunto, "Io, che ho cercato di farlo, mi sto rendendo conto di quel che può capitare. Io curavo una colonna d’opinione su un giornale spagnolo e quando è uscito un estratto del libro su El País me l’hanno soppressa.... In nome della libertà, si sopprime la libertà d’espressione, la libertà d’opinione! È questo il consenso, la censura consensuale".

 

L’editore e giornalista francese lo sottolinea: "Considero che sia nostro dovere dare voce a chi non ce l’ha. La personalità internazionale che ha meno voce in Spagna, Francia ed Europa è Fidel Castro ed il mio dovere di giornalista, la mia onestà di giornalista, consiste nel dargliela".

 

Qual’è il tema centrale di questo volume riportante le lunghe conversazioni che ha avuto con il presidente cubano? "L’idea è quella di spiegare il mistero di come questo bambino nato in un villaggio lontano da tutto, in una famiglia di proprietari terrieri dall’origine estremamente umile – senza una grande cultura diremmo oggi –, educato in scuole cattoliche, reazionarie, di gesuiti tornati dalla Guerra di Spagna, si sia trasformato in un leader rivoluzionario. Da dove viene, da dove sorge questa creatività? (...) È questo il filo conduttore del libro".

 

Ramonet ha raccontato ironicamente di come i suoi incontri con il Presidente di Cuba, "quattro volte di circa 24 ore", lo abbiano portato a viaggiare con lui fino all’Ecuador a bordo del suo vecchissimo aereo.

 

Ramonet descrive Fidel, nelle sue attività quotidiane alle quali ha presenziato, come "una persona che usa sempre uno straordinario tatto con chi lo circonda, molto rispettoso, molto attento, che non vuole disturbare..."

 

"È un uomo molto cavalleresco. Lei dirà che è normale, ma conosco politici che apparentemente sono assai cortesi ma che in realtà sono dittatori coi loro collaboratori", ha segnalato.

 

Ha precisato: "Vive in maniera estremamente frugale. Non c’è assolutamente niente di lussuoso attorno a lui. Vive come un monaco soldato. Io gli ho chiesto quanto guadagna; è riportato nel libro. L’ho detto. Io ovviamente non vivrei col suo salario. E sono contento di guadagnare un po’ più di lui".

 

Il libro di Ramonet uscirà prossimamente in Argentina, Messico, Venezuela, Brasile, Portogallo, Germania, Polonia, Grecia, Russia, Corea, Giappone, così come in Italia (Mondadori) e USA (Penguin Books). In Francia verrà pubblicato a fine anno da Fayard. Altri 20.000 esemplari con copertina dura si stanno già vendendo in Spagna, assieme a un DVD/Documentario, che presenta diverse ore degli scambi tra il giornalista e il Presidente cubano.
 

 

 

 

Con l'intervista a Fidel lo scrittore

 

Ramonet rompe la censura europea

 

Managua 31 maggio 2006 RHC

 

Lo scrittore francese Ignacio Ramonet ha assicurato, nella capitale nicaraguense, che con il suo libro "Cento Ore con Fidel" intende rompere la censura esistente in Europa attorno al leader cubano.

 

"Fidel Castro è uno dei leader politici di cui si parla di più in Europa, ma non gli si da mai la parola", ha affermato il direttore di Le Monde Diplomatique in un’intervista pubblicata mercoledì dal quotidiano La Prensa.

 

Secondo Ramonet, che è anche un prestigioso teorico della comunicazione, il giornalismo deve andare controcorrente e una delle censure più dominanti nei nostri paesi è quella basata sul consenso.

 

È evidente che mi metterò contro molta gente, ma siamo qui per questo, per dare la parola a chi non ce l’ha, ha espresso il cattedratico, che questa settimana sta offrendo conferenze in Nicaragua.

 

Ramonet, per quanto riguarda gli attacchi lanciati dalla Spagna contro il libro, secondo i quali il volume conterrebbe soltanto estratti di discorsi di Fidel Castro, ha sottolineato: "Non si può fare niente con Fidel Castro senza che ne nasca una polemica". Ha ribadito che il libro di più di 700 pagine contiene più di 100 ore di incontri con il leader della Rivoluzione cubana, avvenuti in più di tre anni.

 

Il giornalista, interrogato sulla validità del modello socialista cubano, ha considerato che il "fenomeno di Cuba e Fidel Castro" non può essere spiegato associandolo all’Unione Sovietica. "La Rivoluzione cubana ha fondamentalmente una dimensione nazionalista o indipendentista o anti statunitense", ha segnalato Ramonet, secondo il quale il processo rivoluzionario dell’isola caraibica si è sviluppato in maniera endogena.

 

Ha anche negato che a Cuba non esista libertà di stampa, ricordando che nella nazione delle Antille sono accreditati e lavorano oggi 126 corrispondenti stranieri che ogni giorno, ha detto, pubblicano quel che vogliono.
 

 

 

Un monumento alla verità,

all’onestà e all’etica

• Il libro “Cento ore con Fidel” di Ignacio Ramonet

 

4 ottobre 2006 - P.De La Hoz www.granma.cu

 

Come un monumento alla verità, all’onestà e all’etica, qualità  che appartengono alla traiettoria e al pensiero del leader della Rivoluzione, è stato apprezzato il libro “Cento ore con Fidel”, la cui seconda edizione cubana rivista e arricchita con nuovi dati è stata presentata nel Palazzo delle Convenzioni con la presenza del giornalista e saggista francese Ignacio Ramonet, interlocutore di questo prezioso insieme di conversazioni

 

Il Comandante in Capo aveva avvisato tutti coloro che avevano partecipato alla presentazione della prima edizione, sulla necessità di eseguire una revisione critica ed esaustiva del testo, che desse luogo a una nuova pubblicazione e il breve tempo occorso in tempi di grandi esigenze ha messo in luce ancora una volta l’importanza che da Fidel alla propria parola impegnata, la sua tenacia e il suo rigore nel lavoro, oltre all’importanza di trasmettere esperienze ed idee per i combattimenti attuali e futuri.

 

Ramonet si è impressionato vedendo come Fidel ha svolto l’impegno del compito preso tra maggio e luglio, nel mezzo di mille occupazioni,e soprattutto vedendo la dedizione e la volontà poste anche durante la convalescenza seguita all’operazione subita.

 

Abel Prieto, membro del Burò politico e ministro della Cultura, ha messo in rilievo il coraggio delle parole di Fidel, paragonandolo a quel predominio di vigliaccheria e mediocrità che appare nell’esercizio della politica nel mondo contemporaneo e ha sottolineato la conseguenza dei principi e della sua coerenza nella morale, nel pensiero e nelle azioni.

 

Tra le novità del libro Pedro Álvarez Tabío, l’editore, ha citato l’inclusione della corrispondenza tra Fidel e il leader soviético Nikita Jruschov durante la Crisi d’Ottobre, l’ampliamento  del racconto del golpe di stato contro Hugo Chávez nell’aprile del 2002, fallito, e i paragrafi dedicati alla madre di Fidel, Lina Ruz, che Abel Prieto ha definito “un commovente ritratto filiale”.