27 ottobre 2006 -  I.Alonso www.granma.cubaweb.cu

 

L'Europa dovrà preparasi per una 2º scoperta quella dell'America in ebollizione


"C'é stata molta distorsione sulla malattia di Fidel; per la

 

stampa sembrava che il paese andasse all'ecatombe"
 

Ha affermato Ricardo Alarcón de Quesada, presidente dell'Assemblea Nazionale del Potere Popolare di Cuba
 


Ricardo Alarcón de Quesada, presidente dell'Assemblea Nazionale del Potere Popolare di Cuba, dal 1993, ride ricordando il pomeriggio in cui venne annunciato al mondo la malattia ed ospedalizzazione di Fidel Castro. "Ora sta abbastanza bene, é la verità", chiarisce.

Questo pomeriggio conversai con Fidel e ci divertimmo moltissimo parlando di quello che avvenne dopo l'annuncio. Ipotizzammo ciò che accadde dopo: saltarono i titoli per dare adito ad ogni tipo di speculazioni. Da un lato, questo è anche un riconoscimento alla persona di Fidel, neppure i suoi nemici lo possono ignorare. Ma ci furono anche molte distorsioni e sciocchezze. Per la stampa, sembrava che il paese stesse sul punto di un ecatombe sociale e politica. Ed invece era il luogo più tranquillo della Terra.

Alarcón é arrivato il passato lunedì a Oviedo per partecipare al II Seminario internazionale "L'umanità contro l'imperialismo: Idee per il secolo XXI" che si celebra nel teatro Filarmonica. Oggi darà una conferenza, alle dodici della mattina, nella Facoltà di Storia del Milan. Alle cinque del pomeriggio, nella Filarmonica, si celebrerà una tavola rotonda "Quanto valgono i mezzi di comunicazione di massa?". Alle sette e mezza, Alarcón interverrà nel dibattito "Tendenze attuali dell'imperialismo e risposte popolari".

È la prima volta che viene ad Oviedo. Che cosa la porta qui?

Questo tipo di riunioni sono importanti. In primo luogo per il contatto umano, che non é rimpiazzato né da internet né dal cellulare. Ma in secondo luogo è molto importante la discussione delle idee, il dibattito per tentare di definire cammini comuni. Credo che sia un errore pensare che quello che può raggiungersi sul piano della teoria non ha efficacia pratica. Il mondo continua a cambiare e, in buona parte, questo cambiamento l'apporta il piano teorico. E di questo ci sono molti esempi.

Come il regime cubano che è sopravvissuto a molti cambiamenti, no?

È certo, la Rivoluzione cubana è dell'epoca della guerra fredda. Passò per la coesistenza pacifica, arrivò al fallimento del chiamato socialismo reale. Siamo da quindici anni nel mondo unipolare e stiamo assistendo anche al crollo di questo mondo. Quando ero studente sembrava che la Storia avesse alcuni tempi più lunghi, c'erano guerre di cento anni ed ora i tempi sono più brevi e vediamo molti più cambiamenti.

Ma Cuba segue ad essere un punto di discussione internazionale.

I mezzi di comunicazione sociale dipendono in larga misura dalle agenzie di informazione ed in questo aspetto c'è stata abbastanza manipolazione su Cuba. Ci sono molte nuvole, posizionate deliberatamente, tra l'individuo e la realtà. Per questo Noam Chomsky ha una frase molto buona che definisce la società degli Stati Uniti. "È una serie storica di edifici di bugie, posizionati uno sull'altro". Immaginati il povero essere umano sotto questo grattacielo di bugie. E sotto stanno anche i giornalisti, come lottare col mondo reale se è tanto difficile arrivare a lui? La gente, in qualche modo, l'intuisce e sottrae credibilità ai mezzi. Ma ora esistono alternative reali.

Quali?

20 anni fa bisognava aspettare che arrivasse una nave dall'Asia con una lettera dall'Indonesia. Ora approfondire una notizia che si legge nei giornali è questione di minuti. Chiami Yakarta e chiusa la questione. Questo avvenne l'11-m, la gente si mobilitò con il cellulare.

Può capitalizzarsi politicamente?

Può essere, ma più che l'uso politico delle tecnologie mi interessa la possibilità di comunicare in tempo reale.

L'altro faccia dell'attualità è il poco impegno.

In alcuni posti la gente è arenata, ossessionata dal consumismo e dal guadagno materiale individuale. Ma in America latina la società ha molto animazione, pensa all'Ecuador, Bolivia, Uruguay, Brasile... lì vedi ebollizione. Non si può parlare del pianeta come un tutto, né vedere il mondo dall'Europa. In realtà, l'Europa dovrebbe prepararsi ad una seconda scoperta dell'America, per ritrovarla.

E' Hugo Chávez alla testa di questa America latina?

Oggi Chávez e la rivoluzione bolivariana sono una chiave del processo, ma non credo che egli sarebbe d'accordo nel definirsi "la testa". Non bisogna dimenticare il primo governo indigeno, quello di Evo Morales. Fu ad Oviedo due anni fa, mi dissero, ed allora pochi immaginavano che sarebbe divenuto il presidente del suo paese.

C'è forma di incastrare tutti gli interessi nazionali su scala mondiale?

George Bush credeva che poteva incastrarli. Fai attenzione come é cambiato il mondo in dieci anni; obbligarono Nixon a dimettersi per falsità, a Bill Clinton lo giudicarono politicamente per aver mentito per la sua relazione con Mónica Lewinsky e di George Bush sappiamo che mentì deliberatamente quando disse che c'erano armi di distruzione di massa ma non succede nulla.

Quello che preoccupa è il terrorismo islamico.

Non mi piace mettere cognomi al terrorismo. E se chiamassimo gli anticubani terroristi cristiani perché sono cattolici? Sarebbe insultare i cristiani. Il terrorismo è un'aberrazione che deve essere eliminata, ma con un atteggiamento conoscitore, non con ipocrisia.

Quale è la sua posizione sulla nuclearizzazione della Corea?

Ci preoccupa la situazione. Proliferare, fortuna che parliamo la stessa lingua, significa che qualcosa si estende, l'unica forma di mettere fine a questo è il disarmo nucleare generalizzato.
 


(Tratto dal sito digitale "La nueva España")