Alarcon
afferma che gli Usa
proteggono i
terroristi che
abbatterono
l'aeroplano cubano
Ricardo
Alarcón, presidente dell'Assemblea Nazionale del Potere Popolare, apportò prove
che il Governo USA continua a proteggere gli autori intellettuali del sabotaggio
di un aereo, della Cubana di Aviazione, che causò la morte delle 73 persone a
bordo.
In una cerimonia, nel teatro Karl Marx, presieduta
dal
Generale dell' Esercito Raúl Castro Ruz, Secondo Segretario del Partito
Comunista di Cuba e Primo Vicepresidente del Consiglio di Stato e dei Ministri,
Alarcón sottolineò che Luis Posada Carriles ed
Orlando Bosch hanno evaso la giustizia con la protezione delle autorità
nordamericane.
Alarcon, membro dell'Ufficio Politico del Partito Comunista di Cuba, durante lo
svolgimento della cerimonia per il 30esimo anniversario del crimine delle
Barbados disse che legalmente gli USA hanno l'obbligo di sottometterli a
processo, estradare Posada Carriles in Venezuela ed apportare le prove, che
possiedono, mantenute fin ora nascoste, della loro colpevolezza.
Alarcón ha ricordato le parole del Comandante in Jefe Fidel Castro quando
affermò che il dolore non si divide, bensì si moltiplica, ed affermò che durante
questi 30 anni il dolore ha continuato ad aggregare ragioni per l'indignazione,
la protesta e l'esigenza di giustizia.
Alarcon ha sottolineato che se tre decadi fa Fidel Castro ha potuto denunciare
che l'imperialismo, attraverso l'Agenzia Centrale di Intelligence (CIA) era il
colpevole della riferita atrocità oggi nessuno può negarlo.
Ha rivelato che questo 5 ottobre, negli Usa, furono rivelate nuove prove, le
quali dimostrano che il Governo di questo paese non ha smesso neppure per un
solo giorno, in 30 anni, di occultare e proteggere i criminali ed evitare la
giustizia.
A seguite, Alarcón ha mostrato il documento presentato giovedì, dalla Procura
Generale USA, al giudice federale del Texas che sta considerando la richiesta di
Posada Carriles di essere messo in libertà.
Alarcon ha affermato che non gli consta che Posada Carriles stia realmente
carcerato, perché lo mantengono in un posto nominato Centro di processamento,
dove, come lui stesso ha detto, gode di privilegi unici.
Il documento presentato davanti al giudice federale contiene 22 pagine, e
dettaglia gli sforzi che il Governo degli Stati Uniti sta facendo, non per
processare Posada Carriles, bensì per cercare un paese che sia disposto a
proteggerlo.
Alarcón ha sottolineato che in nessuna parte del documento in questione si dice
che Posada Carriles é un terrorista e che da 20 anni è ricercato dai tribunali
venezuelani per continuare il processo contro di lui.
Al contrario, la relazione esprime che esistono circostanze 'speciali' per la
preoccupazione della sicurezza nazionale e della politica estera del Governo
nordamericano affinché Posada rimanga in prigione, ciò che gli venne comunicato
in una lettera inviata allo stesso terrorista, nella quale riferiscono della sua
partecipazione in abominevoli sabotaggi.
Alarcón ha affermato che in realtà il Governo USA è quello che, più di tutti,
conosce i fatti riferiti e teme che, se ci fosse un giudizio, verrebbero alla
luce non solo i crimini di Posada, che sono dimostrati, bensì la colpevolezza
delle autorità nordamericane ed in particolare del clan Bush.
Questo 5 ottobre si conobbero anche altri documenti per iniziativa
dell'Università nordamericano George Washington, che da anni svolge
un'importante battaglia per la verità e per mettere fine all'occultamento di
tanti crimini ai quale è associato, in modo colpevole, il Governo degli Stati
Uniti.
Alarcón ha citato in dettaglio il contenuto di alcune delle relazioni
declassificate che riguardano verbali della polizia di Trinidad -Tobago ed
includono confessioni firmate da Hernán Ricardo e Freddy Lugo sulla commissione
materiale del sabotaggio, l'appartenenza alla CIA, le relazioni col loro capo
Posada Carriles e dettagli dell'attentato terroristico all'aereo della Cubana di
Aviazione.
Inoltre si riferì ad una lista di 16 pagine di documenti su Posada, Bosh, ed i
loro crimini che il Governo statunitense non è disposto a declassificare, come
comunicò all'Università, nonostante i 30 anni trascorsi dal crimine delle
Barbados.
Commentò anche che, il 21 maggio 1992, proprio il Dipartimento di Stato
nordamericano pubblicò una dichiarazione sul fatto, nel quale affermava che non
possedeva costanza di avere ricevuto dal Governo del Venezuela nessun sollecito
di prove o testimonianze in relazione col processo penale.
A tal riguardo, Alarcón ha affermato che poche volte si é mentito con tale
sfrontatezza davanti al mondo intero, perché il Dipartimento di Giustizia aveva
già dichiarato che aveva informazioni su chi avesse distrutto l'aeroplano.
Richiamò l'attenzione sul fatto che gli Stati Uniti si trovano in una
situazione, che hanno ragione nel descrivere come preoccupante, per la loro
politica estera, perché si sa che sono imbottigliati in una chiamata guerra
contro il terrorismo, si sa che attaccarono all'Afghanistan perché lì si dava
rifugio a Bin Laden e gruppi collegati con l'atroce attacco dell'11 settembre
2001.
Alarcon segnalò come oggi, a 30 anni dal crimine, la mafia terroristica si vanta
e si giustifica, a Miami, per il crimine commesso.
Ricordò che esiste una norma internazionale molto chiara: 'Chi attenti contro un
aero civile in volo, non può scappare dalla giustizia'.
Per realizzare questo presupposto legale una convenzione sottoscritta a Montreal
esprime nel suo articolo sette: "Quando un Stato trovi nel suo territorio
qualcuno che un altro Stato vuole processare per avere attentato ad un aeroplano
civile, se per qualunque motivo non l'estrada, questo Stato è obbligato a
processarlo ed accusarlo in qualunque paese dove si trova, come se il crimine
fosse stato lì realizzato".
Concludendo il suo intervento, Alarcón disse che dobbiamo promettere ai bambini
e alle bambine che lotteremo instancabilmente affinché si faccia giustizia per
le vittime che il terrorismo ha causato al nostro popolo e affinché si puniscano
i complici e mandanti nascosti; per abbattere una politica che tanta sofferenza
ha causato a varie generazioni di cubani.
L'atto coincise
con la Campagna Mondiale di Solidarietà con René González, Gerardo Hernández,
Ramón Labañino, Fernando González ed Antonio Guerrero, i Cinque cubani lottatori
antiterrorista ingiustamente prigionieri negli USA .
Alarcón sottolineò che questa Giornata si estenderà fino alla liberazione dei
patrioti e la condanna dei veri terroristi.
Assistettero alla commemorazione: i familiari dei Cinque Eroi, delle vittime del
Crimine delle Barbados e di altri atti terroristici contro Cuba, persone che
hanno sofferto sulla propria carne questi atti, dirigenti del Partito, dello
Stato, e del Governo, l'Unione dei Giovani Comunisti, rappresentanti di
istituzioni militari e di organizzazioni sociali.
Erano anche presenti dirigenti di organizzazioni sociali e studentesche,
un'ampia rappresentazione del popolo di Cuba; Giustino di Celmo, padre di Fabio,
il giovane italiano che perse la vita in un attentato terroristico a l'Avana e
delegati ed invitati al IV Congresso dei Pionieri.
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