Basta con la formula
del terrore
● L’immoralità della
crociata mondiale contro il terrorismo capeggiata dagli USA è stata denunciata
durante un forum dibattito su Internet che ha visto la partecipazione di Abel
Prieto, ministro della Cultura, nonché di rinomati intellettuali d’Argentina,
Belgio, Cuba, Spagna, USA, Francia, Gran Bretagna, Italia, Messico e Repubblica
Dominicana
Deisy Francis Mexidor 10 febbraio 2006
“La cosiddetta crociata occidentale contro il terrorismo è moralmente insostenibile e totalmente incompatibile con i principi elementari della difesa dei diritti umani. I paesi poveri devono unirsi e ‘riscaldare i motori’, ma motori che ruggiscano da tutti gli angoli del mondo, perchè noi popoli oppressi ‘siamo molti e torneremo in milioni’, come ha detto Tupac Katari, uno dei nostri martiri indigeni, prima di venire smembrato”.
Questo ha scritto giovedì una boliviana durante il forum-dibattito Terrorismo e diritti umani, patrocinato dal Ministero degli Esteri di Cuba, al quale hanno partecipato Abel Prieto, ministro della Cultura, nonchè rinomati intellettuali d’Argentina, Belgio, Cuba, Spagna, USA, Francia, Gran Bretagna, Italia, Messico e Repubblica Dominicana.
In più di due ore di scambio ‘on line’, sono stati trattati circa 115 temi. Il terrorismo praticato dagli USA, da Israele e altri paesi occidentali; la posizione critica degli internauti nei confronti della doppia morale e dell’ipocrisia imperiale rispetto all’autoproclamata lotta contro il flagello e, in questo contesto, le ingiustizie che si stanno commettendo nei confronti dei cinque antiterroristi cubani prigionieri in territorio statunitense, sono stati alcuni dei temi affrontati.
Anche il silenzio dei mass-media nei confronti della politica criminale esercitata contro Cuba da più di quattro decenni; le nubi di guerra che stanno minacciando l’Iran; il genocidio contro il popolo iracheno, la richiesta d’estradizione di Posada Carriles da parte del Venezuela; le carceri segreti e le torture a Guantánamo, hanno chiuso il cerchio delle principali riflessioni realizzate nella rete.
Per quanto riguarda le violazioni che si producono nella base navale del territorio illegalmente occupato dagli USA nell’orientale provincia cubana, l’accademico statunitense James Cockcroft ha segnalato che “il carcere di Guantánamo è un laboratorio di tortura diretto dal Governo USA” e che questa pratica è in accordo con “i peggiori anni del Piano Condor (anche questo patrocinato dal governo nordamericano)”.
Hanno coinciso sul fatto che il terrorismo è l’utilizzo della violenza o dell’intimidazione con obiettivi politici e che nella loro dottrina militare gli USA si riservano il diritto di attaccare “preventivamente” Stati o persone senza il sostegno degli organismi internazionali e delle loro leggi. “Questa dottrina è la più perfetta formula del terrorismo”, ha precisato uno degli internauti.
Intanto Gassan Salama, da Panama, accusava “l’imperialismo (che) continua spudoratamente a dare rifugio a mercenari come Posada Carriles ed ai suoi compari (...), premiati con un indulto che non toglierà mai la qualifica di terroristi né a loro né ai loro nuovi complici!”
Qualificando il blocco come un atto terroristico contro Cuba, Abel Prieto ha segnalato che questa politica di guerra economica è anche “un atto di genocidio” e che paradossalmente, le continue accuse dell’impero all’Isola di violazioni dei diritti umani costituiscono un “pretesto per continuare a mantenere il blocco, perchè la verità si sta facendo strada sempre di più”.
Per quanto riguarda la possibile aggressione in preparazione contro l’Iran, lo spagnolo Pascual Serrano ha sostenuto che “è probabile che il popolo nordamericano non sia cosciente della nuova menzogna che il suo governo sta preparando per portarlo ad un altro massacro. Ma la comunità internazionale ha capito l’inganno al quale è stata sottoposta per giustificare le invasioni di Iraq, Afghanistan e Jugoslavia”.
La manipolazione della cultura è il primo strumento di dominazione - hanno detto nel forum - perchè permette di ottenere l’obbedienza “volontaria” a un ordine ingiusto.
Vanno favorite la conoscenza
della realtà, la denuncia e l’integrazione contro la cultura alienata,
conformista e discriminatoria che utilizza l’impero come arma, di fronte ai
tentativi di “imporci la cultura della dominazione. Continueremo a resistere e
vinceremo. Non si può calpestare la cultura, che diventa un formidabile scudo,
più forte delle armi”, ha affermato Abel Prieto.