venerdì 9 giugno 2006 di J.Pertierra** PL |
|
Chiediamo castigo
|
|
Qualcuno potrebbe pensare che un anno di
detenzione di Luis Posada Carriles negli Stati Uniti è motivo di celebrazione.
Che è un buono segno che stia dietro le sbarre un famoso terrorista
internazionale, niente meno che l'uomo conosciuto come l'Osama Bin Laden
dell'America Latina, accusato di far scoppiare in volo un aeroplano civile con
73 persone a bordo di fronte alle coste delle Barbados.
Tuttavia, il governo di Bush non ha presentato accuse di terrorismo contro Luis
Posada Carriles né ha dato corso al sollecito del Venezuela per la sua
estradizione (un sollecito che è in attesa da giugno dell'anno scorso). Questo
signore ha ricevuto il trattamento di un immigrante sprovvisto di documento, con
categoria Vip.
L'unica accusa che ha presentato il governo Bush contro Luis Posada Carriles è
una semplice infrazione delle leggi d'immigrazione, cioè, entrare negli Stati
Uniti senza passare per l'ispezione di una cabina nella frontiera.
Il governo Bush si é avvalso dell'argomento riferito all'immigrazione contro
Posada Carriles per diffondere una bugia, per fare un sforzo per ingannare la
gente e fargli credere che gli Stati Uniti agiscono seriamente nel caso di
Posada Carriles e dare l'apparenza che la giustizia funziona quando, in realtà,
semplicemente la Casa Bianca utilizza l'argomento dell' immigrazione come un
mezzo per fermare brutalmente il procedimento giudiziario di questo terrorista
internazionale.
Gli
Stati Uniti hanno l'obbligo legale di compiere i trattati internazionali che
hanno firmato ed estradare o processare questo criminale. In Venezuela, Posada
Carriles deve rispondere a 73 accuse di assassinio in primo grado in relazione
con l'esplosione di un aeroplano di passeggeri il 6 ottobre 1976. A quel tempo
fu il peggiore atto di terrorismo perpetrato contro un aeroplano civile.
A bordo dell'aeroplano viaggiavano 73 persone. Cinquantasette dei passeggeri
erano cubani e 11 di loro, della Guyana, che avevano appena ottenuto delle borse
di studio per studiare medicina in Cuba nella loro maggioranza. I cinque
passeggeri restanti erano coreani. A bordo la media di età presente era di 30
anni di età. Col gruppo viaggiavano 24 membri della squadra cubana di scherma,
molti dei quali erano adolescenti che avevano appena ottenuto le medaglie di oro
nel Campionato Giovanile di Scherma a Caracas.
La maggioranza dei cadaveri che si riscattarono dal luogo del disastro erano
troppo sfigurati per potere essere identificati dai loro cari. Nella relazione
forense presentata da un esperto si descrive lo stato di una bambina della
Guyana, i cui resti furono riscattati dall'aeroplano sabotato. "Dal cadavere di
una bambina di approssimativamente nove anni di età... manca il cervello.
C'erano solo le ossa facciali, il cuoio capelluto ed i capelli. I polmoni ed il
cuore erano distrutti. Il fegato e gli intestini sono stati schiacciati. Mancava
il gluteo sull'estremità inferiore destra. Frattura multipla della tibia ed il
perone..." Nessuno dei passeggeri a bordo dell'aeroplano sopravvisse.
Per
sostentare il suo sollecito di estradizione, il Venezuela ha consegnato agli
Stati Uniti documenti dove si prova che Posada Carriles è in attesa di
procedimento giudiziario in Venezuela per accuse di assassinio in primo grado
riferite con l'esplosione dell'aeroplano, che c'è un ordine di arresto pendente
contro lui a Caracas e che esiste una fondazione valida per sottometterlo a
giudizio come l'autore intellettuale dell'esplosione dell'aeroplano con
passeggeri.
Questo è un caso basato molto bene. È solo il desiderio del governo di Bush di
proteggere questo terrorista internazionale la cosa che ostacola la sua
estradizione, ma la legislazione è chiara. Secondo lei, gli Stati Uniti devono
procedere all'estradizione o al procedimento giudiziario.
Secondo i trattati ed accordi internazionali dei quali sono parte gli Stati
Uniti, il governo di Bush ha l'obbligo di estradare Posada Carriles o
processarlo negli Stati Uniti per 73 accuse di assassinio di primo grado.
Non c'è alternativa. Il governo di Bush non può fare credere che Posada Carriles
è semplicemente un immigrante illegale e situarlo in un centro di detenzione
sicuro e comodo in Texas fino a che sparisca l'argomentazione pro
l'estradizione. L'argomentazione pro l'estradizione presentata dal Venezuela non
sparirà. Il governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela è fermamente
impegnato con la lotta contro il terrorismo internazionale.
L'impegno del Venezuela non è con una guerra alla lettera contro il terrorismo
come quella che fa il governo di Bush, una guerra dove si fa una
differenziazione tra i terroristi che gli Stati Uniti preferiscono proteggere ed
i terroristi che gli Stati Uniti preferiscono torturare. Tutti i terroristi
devono essere processati. Nessuno deve essere torturato.
La settimana scorsa un alto funzionario del governo degli Stati Uniti ci ha
detto che il Venezuela deve accontentarsi del fatto che Luis Posada Carriles non
è stato messo in libertà e che lo mantengono detenuto in un centro di detenzione
di immigrazione.
Bè, Presidente Bush, non vogliamo che Posada Carriles sia accusato per semplici
violazioni delle leggi di immigrazione. Vogliamo che lo giudichino per le 73
accuse di assassinio di primo grado. I parenti delle vittime vogliono avere la
sicurezza che i suoi crimini non rimarranno impuni.
Nella mia casa ho una scultura di legno fatta dal mio defunto amico, l'artista
uruguaiano Naúl Ojeda. Sul legno lavorato si vede scritto in inchiostro rosso
brillante un poema di Pablo Neruda. Una parte del poema dice:
Per questi morti, i nostri morti
chiedo castigo.
Per coloro che macchiarono la patria di sangue
chiedo castigo.
Per il boia che ordinò questa morte
chiedo castigo.
Per il traditore che si elevò con il crimine
chiedo castigo.
Per colui che diede l'ordine dell?agonia
chiedo castigo.
Per coloro che difesero questo crimine
chiedo castigo.
Non voglio che mi diano la mano
lercia del nostro sangue
chiedo castigo.
Non li voglio come ambasciatori
neanche nella loro casa tranquilli.
Li voglio vedere qui giudicati
in questa piazza in questo posto.
Voglio castigo,
voglio castigo.
Sig. Presidente, non vogliamo vedere Luis Posada Carriles vivere comodamente
un'altra volta a Miami, mentre non si puniscono i suoi crimini. Non lo vogliamo
vedere esibire un'altra volta i suoi quadri di brutta qualità in una galleria di
Miami. Non vogliamo tornare a vederlo alla televisione di Miami come ospite
d'onore che espone la sua versione distorta della libertà e della democrazia.
Vogliamo che lo puniscano. A nome della piccola bambina di nove anni il cui
corpo volò in pezzi a causa delle sue bombe, vogliamo che lo puniscano. A nome
di Nancy Uranga, un schermitrice cubana di 22 anni che era incinta, vogliamo che
lo puniscano.
A nome dei parenti dei 73 passeggeri a bordo del volo 455 di Cubana di
Aviazione, vogliamo che lo puniscano. A nome di Carlos Alberto Cremata ed i suoi
fratelli che erano solo alcuni adolescenti quando persero il loro padre, la loro
ispirazione ed il loro amico, Carlos Cremata Trujillo.
A nome di Margarita Morales che perse suo padre Julio - l'allenatore della
squadra di scherma. A nome di Odalys Pérez il cui padre Wilfredo pilotò con
prodezza l'aeroplano per allontanarlo da Paradise Beach ed evitare che si
schiantasse contro i bagnanti nella spiaggia.
A nome di Camilo Rojo, per colui i cui ricordi di suo padre Jesus sono i ricordi
torbidi di un bambino che non andava ancora a scuola. In nome loro, ed a nome
del dolore che hanno sopportato durante gli ultimi trenta anni; a nome del
dolore di crescere senza un padre o una madre o un fratello o una sorella o un
coniuge, vogliamo che lo puniscano.
A Caracas, a Washington o qui stesso di fronte alla Casa Bianca, nel Parco di
Lafayette, se lei preferisce. Vogliamo che si punisca questo terrorista per i
suoi crimini ed il Venezuela non si fermerà finché non si farà giustizia.
*Parole nell'atto celebrato di fronte alla
Casa Bianca, il 20 maggio 2006, organizzato da organizzazioni solidali con Cuba
e Venezuela, pubblicate su Cubadebate.
**L'autore è un avvocato che esercita a Washington, D.C. Rappresenta il governo
venezuelano nel caso di Luis Posada Carriles.