Il processo a Posada Carriles è una farsa, ha dichiarato Ricardo Alarcón 

 

 

J.Rodriguez 31 gennaio 2006 -PL-

 

 

Il presidente dell’Assemblea Nazionale del Poder Popular (il parlamento), Ricardo Alarcón, ha definito una farsa  il processo che si sta facendo negli USA al terrorista Luis Posada Carriles.

 

In un’intervista concessa a Prensa Latina, Alarcón ha analizzato l’attuazione del governo nordamericano nel caso di Posada, autore dichiarato dell’esplosione di un aereo della Cubana nel 1976, che uccise le  73 persone a bordo e di molti altri attentati con esplosivi.

 

“È una persona che si è vantata delle sue azioni terroriste con la stampa degli USA e negando il suo invio in Venezuela, Washington pone una bomba sul trattato d’estradizione bilaterale e sull’accordo di Montreal e gli atti illeciti contro l’aviazione civile.

 

Il dirigente parlamentare di Cuba ha ricordato che l’amministrazione del Presidente Bush viola anche, adottando questa posizione, la risoluzione 1373 del consiglio di sicurezza della ONU adottata su richiesta dello stesso paese.

 

Questo accordo in risposta all’attentato contro le Torri Gemelle nel 2001 a New York, proibisce di usare scuse di tipo politico per negare l’estradizione di persone accusate di terrorismo.

 

Alarcón ha ricordato la sua presenza come ambasciatore di Cuba presso la ONU negli anni ’70, nel momento in cui si approvò il detto accordo firmato dagli Stati Uniti, nel quale si sancisce l’obbligo di consegnare Posada al paese danneggiato o processarlo senza eccezione alcuna.

 

Questa è la sola forma per assicurarsi che un crimine di questa importanza non abbia perdono o scappatoie, ma Washington blocca il processo perchè sta semplicemente proteggendo Posada, come ha fatto prima con Orlando Bosch, un altro ben noto terrorista, ha sottolineato.

 

I documenti ufficiali resi pubblici di recente includono relazioni della CIA, del FBI e del Dipartimento di Stato, che confermano la partecipazione di Posada e di Bosh nel caso dell’attentato all’aereo cubano. A Caracas, un giorno dopo il crimine, riconoscendo che i due terroristi erano implicati sino al collo nel fatto si precisava che era indispensabile farli uscire dal Venezuela per evitare che la giustizia li raggiungesse... 

 

L’affetto e i vincoli con tali individui si spiegano solo per la profondità delle intime relazioni  d’amicizia e confidenza degli Stati Uniti con i terroristi, ma il rischio che questo divenga pubblico va evitato. 

 

Un’autobiografia di Posada, ha ricordato ancora Alarcón, racconta i suoi crimini e le sue origini nella CIA, che lo ha addestrato, gli ha insegnato a uccidere.

 

Aarcón ha dichiarato che un figuro del genere che è apparso negli USA dopo una condanna a Panama dove aveva cercato di uccidere il Presidente Fidel Cstro, è entrato illegalmente e non perchè è un infelice, una “schiena bagnata” che cercava lavoro, ma è un terrorista che  si permette di entrare e uscire dagli Stati Uniti quando vuole, senza problemi, nemmeno se viene denunciato e  appare davanti  un giudice federale.

 

Il presidente Bush non può attuare correttamente in questo caso per via della sua collaborazione e delle sue relazioni con gli assassini, come parte dei suoi storici piani d’aggressione contro Cuba.

 

Questo è trattamento dato a Posada da parte della Casa Bianca, che , nello stesso tempo mantiene reclusi Cinque Cubani Antiterroristi detenuti proprio per aver combattuto le azioni dei gruppi violenti che oprano da Miami. Fernando González, Gerardo Hernández, Antonio Guerrero, René González e Ramón Labañino, sono sempre in carcere di alta sicurezza,da sette anni, scontando condanne che vanno dai 15 anni ai due ergastoli, pur  essendo innocenti.

 

Alarcón ha parlato di altri fatti importanti avvenuti nell’ultimo anno in relazione di questi Cinque Cubani, cominciando dalla conclusione del Gruppo di Lavoro sulle Detenzioni Arbitrarie della ONU che ha dichiarato “Illegale e arbitraria la reclusione”,  basandosi sugli arresti e le condizioni d’isolamento imposto per 17 mesi, le difficoltà  per comunicare con i difensori e per l’accesso alle evidenze, oltre allo svolgimento del processo in un ambiente così ostile come Miami.

 

Il Gruppo è formato da cinque avvocati di paesi diversi, nessuno di loro era cubano, che hanno considerato i fatti per due anni, ricevendo e analizzando le proteste dei familiari e degli avvocati e le risposte del governo USA.

 

Parallelamente e in forma indipendente, un Tribunale di Atlanta si è pronunciato all’unanimità annullando il processo e tutte le condanne, basandosi sulla mancanza di un processo giusto e del suo svolgimento in un ambiente nemico di Cuba: nella Florida.

 

Non ci sono state sfumature o distinzioni: la decisione è stata unanime, una cosa molto importante nel sistema nordamericano e in questo modo è stato annullato tutto quanto attuato e quindi non è mai esistito il processo, secondo questi magistrati.

 

Alarcón ha sottolineato che gli USA avevano immediatamente l’obbligo di porre i Cinque in libertà,  anche perchè questo paese ha ratificato la Convenzione sui Diritti Civili e Politici, il cui meccanismo è esattamente il Gruppo per le Detenzioni Illegali ed Arbitrarie.

 

Poi ha spiegato che per non riconoscere quanto sancito è stata utilizzata una manovra quasi illegale, poiché la legge nordamericana proibisce al governo di richiedere la revisione di sentenze unanimi nel caso d’appello, salvo casi molto eccezionali.  

 

Il governo ha chiesto al tribunale di Atlanta di riconsiderare l’opinione dei tre giudici, anche se la legge stipula che non si può fare e la pratica non ha fatto mai. Per Ricardo Alarcón si sono sviluppate altre azioni nell’affanno d’impedire la liberazione dei Cinque antiterroristi, quando la procura si è opposta all’ammissione per la  giuria  di due documenti, detti Amicus, amici della corte, di entità indipendenti.

 

Si tratta di criteri professionali che normalmente il tribunale può ricevere per portare  opinioni autorizzate sul caso, che aiutano nella raccolta di elementi validi  per prendere decisioni.

 

Il primo degli Amicus e stato presentato dal Sindacato Nazionale degli Avvocati degli Stati Uniti, un’organizzazione che esiste dagli ‘30 del secolo scorso, molto attiva nell’occuparsi di casi nei quali si danneggiano i diritti costituzionali, ha spiegato.

 

Il secondo è la relazione congiunta dell’Associazione Nazionale degli Avvocati Difensori Criminalisti, l’Associazione Nazionale dei Difensori Pubblici e l’Associazione degli Avvocati Difensori Criminalisti della Contea di Maimi Dade.

 

In qualche modo i giudici hanno accettato questi documenti, ma la  reazione è stata la presentazione di un terzo documento da parte di un collegio di avvocati cubano-americani, una banda di detti “avvocati della mafia”, ha messo in risalto Alarcón.

 

Nessuno può ridurre il significato storico che ha avuto la sentenza di Atlanta, annullando il processo e le condanne, ma i Cinque sono sempre in prigione, dimostrando la matrice politica del caso che fa parte dell’assedio a Cuba e delle violazioni delle nome internazionali da parte degli Stati Uniti.