Gli Stati Uniti non possono

naturalizzare il terrorista,

dice l'avvocato

PL – 30 aprile 2006

 

Le leggi statunitensi stabiliscono chiaramente l'impossibilità di accedere al sollecito di naturalizzazione del terrorista di origine cubana Luis Posada Carriles, ha assicurato l'avvocato nordamericano José Pertierra.

Intervistato nel programma "In Fiducia" di Venezuelana de Television, Pertierra ha osservato che secondo la legislazione di quel paese a Posada neppure si può concedergli asilo né residenza per essere criminale e terrorista.

La legge statunitense dice che le persone condannate per terrorismo con
aggravanti non possono chiedere la naturalizzazione e Posada é stato condannato, nel 2004, in Panama per aver cercato di far scoppiare un auditorium pieno di studenti.

Interrogato sull'indulto concesso dalla presidentessa di Panama, Mireya Moscoso, poco prima di finire il suo mandato, Pertierra ha spiegato che una decisione di quel tipo non cancella una condanna agli effetti dell'immigrazione.

L'esperto ha spiegato che il sollecito di naturalizzazione è una manovra per evadere la domanda di estradizione di Posada presentata dal Venezuela per la sua responsabilità nell'esplosione di un aeroplano civile, nel 1976, che ha provocato la morte di 73 persone.

I legale ha precisato che le autorità hanno due opzioni legali: o l'estradano o lo processano negli Stati Uniti, sulla base del Trattato di Estradizione con il Venezuela e due accordi internazionali.

Pertierra ha osservato che l'Accordo di Montreal sull'Aviazione Civile ed un altro per la protezione dei civili in attentati terroristi, firmato nel 1998, dicono che se un paese decide di non estradare il responsabile, ha l'obbligo, senza eccezione, di giudicarlo.

Se gli Stati Uniti rifiutano di estradarlo o giudicarlo violerebbero quegli accordi ed il Venezuela potrebbe presentare il caso alla Corte Internazionale di La Haya.

In relazione con l'allegazione nordamericana che Posada non sarà estradato in Venezuela per la possibilità che sia torturato, l'avvocato, che rappresenta questo paese nel caso, ha osservato che si tratta di una manovra per ingannare il pubblico.

È un'ironia - ha precisato- che si richiami l'accordo contro la tortura nel caso di Posada che fu un torturatore quando era un effettivo della polizia politica venezuelana (DISIP).

Ha ricordato che gli avvocati di Posada hanno presentato un solo testimone per cercare di dimostrare che in Venezuela si tortura: Joaquín Chafardet, un socio che per 40 anni fu segretario generale della DISIP, quando il terrorista faceva parte di quell'organismo.

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