POSADA STA MENDICANDO LA
CITTADINANZA Emilio González e la banda di Otto Reich J.Guy Allard – GI – 20 aprile 2006
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Posada Carriles, quando verrà interrogato da funzionari dei Servizi d’Immigrazione e Cittadinanza, risponderà alle domande di impiegati di un suo socio, o perlomeno di un socio dei suoi soci.
La Casa Bianca ha annunciato la designazione di Emilio González per occupare la carica di Direttore dell’Ufficio dei Servizi d’Immigrazione e Cittadinanza (USCIS, la sua sigla in inglese).
"Parlare di Emilio è un piacere", ha detto l’attuale senatore Mel Martínez in un’intervista a ‘Hispanic Magazine’, pubblicata il 2 novembre 2002. "È spiritoso e simpatico". Martínez continua ad essere il padrino del Cuban Liberty Council (CLC), l’organizzazione di Miami formata da dissidenti della Fondazione Nazionale Cubano Americana.
Il CLC si nasconde dietro ogni manovra per tirare fuori Luis Posada Carriles dalle celle del ICE, i servizi nordamericani d’immigrazione.
Tutti i dirigenti del CLC – tra i quali Luis Zúñiga Rey, un favorito di Bush – hanno un passato terrorista o perlomeno forti legami con autori di atti terroristici.
Lo stesso articolo riporta l’eccellente opinione che ha espresso Otto Reich nei confronti di chi collaborava con lui molto strettamente: "Emilio sa quel che sta facendo e lavora duramente". Fu Reich a tirar fuori dalle carceri venezuelane Orlando Bosch e a contribuire poi alla concessione della grazia di Bush padre a questo socio di Posada.
"Emilio è molto intelligente ed un ufficiale militare patriottico", ha commentato a sua volta in un’intervista al ‘Miami Herald’ (26 gennaio 2002) Lincoln Díaz-Balart, il congressista cubano-americano che fu uno dei più intransigenti nella campagna a favore di Bosch.
La nomina di Emilio González è stata salutata euforicamente da un’altra amicizia di Posada, il soprannominato "chairmancito" Jorge Mas Santos, della FNCA, le cui sovvenzioni hanno mantenuto attivo per decenni il vecchio terrorista. "Emilio possiede (...) una quantità impressionante di conoscenze su molti temi", ha dichiarato in un comunicato diffuso dalla sua organizzazione il 2 settembre 2005.
UNA BIOGRAFIA INEDITA CHE DICE TUTTO
La biografia ufficiale di Emilio Tomás González si riduce ad alcune righe abbastanza noiose. Ma la sua biografia non autorizzata, mai pubblicata, è molto più interessante: figlio del proprietario di una fabbrica di tabacco di Pinar del Río, abbandona Cuba assieme alla sua famiglia all’età di 4 anni, l’8 maggio 1961, poco dopo la fallita invasione di Playa Girón.
Il giovane Emilio González, mentre suo padre fa affari a Tampa, in Florida, si arruola giovanissimo nella U. S. Army, dove l’Agenzia d’Intelligence della Difesa lo capterà proprio per le sue origini.
Negli anni Ottanta, periodo d’eroiche lotte rivoluzionarie in America Centrale, il ventottenne Emilio González viene collocato nell’Ambasciata USA del Salvador con il titolo di ‘assistant military attaché’. La rappresentanza diplomatica è in quest’epoca il centro nevralgico di tutta una serie d’operazioni legate alla guerra sporca condotta nella regione.
Otto Reich si aggira in quei paraggi mentre è in formazione una banda di delinquenti che Bush figlio promuoverà più tardi ad alti incarichi nella sua Amministrazione. Vi predominano uomini come Félix Rodríguez Mendigutía, l’ufficiale della CIA che anni prima aveva ordinato l’assassinio del ‘Che’. Lo stesso che, lavorando direttamente con Bush padre in Salvador dal gennaio 1985, si incarica di organizzare le operazioni di trasporto di Cocaina dalla Colombia agli Stati Uniti e al quale la CIA offrirà, come principale aiutante, il suo vecchio socio nell’Operazione 40 contro Cuba: Luis Posada Carriles, appena evaso dal carcere venezuelano con l’aiuto di Otto Reich.
SI È DEDICATO A PERSEGUITARE CUBA E HAITI ASSIEME A REICH
Il giovane Emilio è già parte della famiglia. La sua ascesa nella gerarchia militare e nel labirinto politico è da quel momento costante. Dopo aver conseguito un titolo universitario (Studi Latinoamericani) a Tulane, diviene professore a West Point, prima di situarsi nuovamente in un’ambasciata sempre strategica, quella del Messico. Lì gli viene data nuovamente la conveniente etichetta di ‘assistant military attaché’, che gli permette di operare nella sua specialità.
Dopo il suo rientro in territorio nordamericano si dedica a dirigere specialisti militari dell’America Latina in un’installazione di Alessandria, località situata a pochi minuti di viaggio dal Quartier Generale della CIA, in Virginia.
Lavora nel 2000 con il grado di colonnello come aiutante speciale, molto speciale, del Generale di Fanteria della Marina Peter Pace, nel comando sud degli Stati Uniti, con base a Miami.
Otto Reich lo promuove nel 2002 Direttore degli Affari dell’Emisfero Occidentale per i Caraibi e l’America Centrale nel Consiglio Nazionale per la Sicurezza, dove ha a suo carico i portafogli che motivano la presenza dello stesso Reich nel Dipartimento di Stato: Cuba e Haiti.
González, Reich e "Mel" Martínez, conformano in quel periodo il triumvirato di cubano-americani più influenti nella politica dell’Amministrazione di persecuzione contro Cuba, nell’ambito della quarantina che sono penetrati nell’apparato governativo.
Una volta uscito assieme a Reich dal Dipartimento di Stato, si occupa per un periodo di una ditta di Miami (in qualità di socio), la Global and Governmental Affairs, che si dedica a rappresentare interessi corporativi e Governi stranieri presso i diversi dipartimenti del Governo nordamericano.
UNA NOMINA EQUIVOCA NEL BEL MEZZO DEL CICLONE
Il socio dei soci di Posada, in un commento all’’Hispanic Magazine’, si è definito umoristicamente un uomo giovane con molto futuro. "Sono un bambino, un bambino calvo", ha detto.
Si suppone che quest’uomo, effettivamente calvo e con la pancia di una buona forchetta, non abbia l’ingenuità del bambino. Lo dimostra il suo improvviso reinserimento nell’apparato governativo di Bush in qualità di capo dell’Ufficio dei Servizi d’Immigrazione e Cittadinanza (USCIS), nello stesso momento in cui la stampa di Miami ha fatto riferimento ad una richiesta di cittadinanza formulata da Posada.
Gli avvocati del vecchio assassino stanno di fatto gestendo il tema da quando il loro cliente è apparso di fronte a William L. Abbott il 13 giugno 2005 ad El Paso, in Texas. La nomina è stata annunciata il 2 settembre successivo, confermata dal Senato il 22 dicembre 2005 e divenuta effettiva il 3 gennaio 2006.
È difficile pensare che gli stretti legami ed il livello di fiducia che il colonnello González mantiene con Mel Martínez, Otto Reich e i membri cubano-americani del Congresso, siano estranei alla nomina all’USCIS di un personaggio che, in tutta la sua carriera, non ha mai avuto nessun rapporto con il tema migratorio, salvo il fatto di essere nato fuori dal territorio statunitense ed emigrato nella sua nuova patria all’età dell’asilo infantile. Prima o poi il colonnello González dovrà gestire questo aspetto.
Inoltre il dossier di Posada è arrivato all’USCIS con il mondo nordamericano dell’immigrazione nell’occhio del ciclone. Trovandosi alla guida di quest’enorme burocrazia di 15.000 impiegati che si occupano di tutti i cosiddetti "benefici migratori" – tessere di residenza, permessi di lavoro, cittadinanza e asilo – González ha ereditato un nascente scandalo per frode e corruzione che sta già esplodendo da ogni parte.
La USCIS, sotto la precedente amministrazione
di Eduardo Aguirre, il banchiere di Miami adesso riciclato in Spagna con il
rango di ambasciatore, è rimasta paralizzata e circa 8 milioni di residenti
hanno i visti scaduti. González deve inoltre affrontare violazioni massicce di
regole di sicurezza elementari – illustrate da migliaia di lagnanze non risolte
contro circa 2.300 funzionari coinvolti in reati di corruzione che vanno dalla
vendita di documenti alla richiesta di favori sessuali.