Santo Domingo, 5 giugno 2006 |
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Il Venezuela
presenterà nell’OSA una risoluzione
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Il Venezuela sottoporrà all’Assemblea Generale dell’OSA (Organizzazione degli Stati Americani), che si svolge fino a martedì nella Repubblica Dominicana, un progetto di risoluzione sull’estradizione di "terroristi", alludendo implicitamente al caso di Luis Posada Carriles, detenuto negli Stati Uniti.
Il testo esorta "tutti gli Stati membri a giudicare e, nel suo caso, estradare (...), ogni persona che partecipi alla pianificazione, preparazione, esecuzione, finanziamento di atti terroristici", secondo una bozza resa nota domenica a Santo Domingo, dove si sta svolgendo il Summit dell’OEA, secondo quanto ha riportato AFP.
Il progetto di risoluzione chiama anche i paesi dell’emisfero ad "adottare le misure corrispondenti (...) ad assicurare che la condizione di rifugiato e l’asilo politico non vengano concessi alle persone sulle quali pendano fondati sospetti di aver compiuto un delitto" di terrorismo.
Nel testo elaborato dal Venezuela si chiedono anche "azioni rivolte a rafforzare la cooperazione giuridica emisferica in materia d’estradizione" e si fa appello ai paesi della regione affinché assicurano che "nessuna persona ricevuta in estradizione subirà gravi violazioni dei diritti umani".
La giustizia venezuelana reclama l’estradizione di Posada Carriles – che sta affrontando negli USA un processo per immigrazione illegale – per la provocata esplosione nel 1976 di un aereo della ‘Cubana de Aviación’, pianificata in Venezuela, ma gli Stati Uniti non l’hanno ancora concessa.
Il segretario generale dell’OEA, José Miguel
Insulza, ha chiesto agli Stati Uniti di esaminare la richiesta d’estradizione di
Posada.
H.R.Perez, 30 maggio 2006 |
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L’OSA di fronte all’impunità di Posada
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L’opposizione dell’Amministrazione Bush a che il terrorista internazionale Luis Posada Carriles venga giudicato per l’abbattimento dell’aereo civile cubano che provocò la morte delle 73 persone a bordo, dovrebbe venire analizzata dall’Organizzazione degli Stati Americani (OEA la sigla in spagnolo). Sarebbe la cosa più logica, dopo le dichiarazioni del segretario generale dell’organizzazione, José Miguel Insulza, pronunciate giovedì scorso.
Insulza ha definito "inspiegabile" la posizione degli USA nel caso Posada, per il loro rifiuto di estradare il terrorista in Venezuela, che lo vuole giudicare per il mostruoso crimine. Caracas ha il pieno diritto di esigere l’estradizione: la causa è radicata lì dal 1976 ed è pendente perchè il terrorista fuggì dal carcere. Washington è tenuta ad esaudire la richiesta sulla base di un accordo bilaterale in vigore dal 1922 e di vari accordi internazionali, anche questi in vigore.
Quello che a Insulza risulta inspiegabile si spiega con l’intenzione dell’Amministrazione di George W. Bush di proteggere un terrorista che ha prestato validi servizi ai governanti statunitensi, fin dalla sua incorporazione nell’Agenzia Centrale d’Intelligence (CIA), avvenuto dopo il trionfo della Rivoluzione cubana nel 1959.
Se il Governo di Bush, per fondate ragioni, non estraderà Posada, è comunque obbligato a presentarlo di fronte ad un tribunale degli Stati Uniti per il reato che le imputa il Venezuela, sulla base degli accordi giuridici citati e della stessa legislazione nazionale. Non ha altra scelta ma, a più di un anno dall’arresto del terrorista, non ha ancora iniziato nessuna di queste azioni.
Washington ha invece lanciato una cortina fumogena per ingannare l’opinione pubblica, sottomettendo Posada a processi presentati come legali ma che, in nessun caso, hanno la precedenza sul procedimento d’estradizione o la presentazione di fronte a tribunali statunitensi per l’assassinio di 73 persone innocenti.
Gli USA hanno fatto lo stesso allo scopo di impedire che venga giudicato per la sua opera repressiva nella vecchia DISIP venezuelana, compiuta – come altre – su incarico della CIA: gli hanno accordato la protezione prevista dall’Accordo Internazionale contro la Tortura. La gestione della vicenda è stata una frode, tra l’altro, perchè questo trattato non protegge i torturatori, categoria nella quale figura il soggetto.
L’Amministrazione Bush gli ha ugualmente concesso il diritto ad optare per la cittadinanza e da mesi le gestioni corrispondenti stanno facendo il loro corso, nonostante che Posada, secondo le leggi statunitensi, non abbia i titoli per ricevere questo beneficio.
La manovra più contraddittoria compiuta per preservare l’impunità del terrorista: dall’arresto ad oggi è stato accusato soltanto della semplice irregolarità migratoria commessa entrando illegalmente negli USA, nonostante che cinque mesi fa un’agenzia governativa, l’Ufficio di Controllo dell’Immigrazione e delle Dogane, abbia ammesso pubblicamente di essere a conoscenza del suo nutrito curriculum criminale. Dallo stesso paese vengono espulsi rapidamente migliaia di immigranti clandestini come Posada ma che, a differenza di lui, non hanno commesso crimini.
Si è quindi verificata l’ipotesi che preoccupava Insulza nell’agosto scorso quando, a proposito del caso, ha detto: "Dio non voglia che prevalgano ragioni politiche per eludere obblighi in materia antiterrorista". Il Segretario Generale dell’OEA ha inoltre affermato in quell’occasione, alludendo alla campagna bellica mondiale scatenata dalla Casa Bianca (teoricamente contro il flagello terroristico), che gli Stati Uniti dovrebbero accettare l’estradizione di Posada in Venezuela per "riaffermare il loro impegno contro il terrorismo".
Per il fatto che Washington, nonostante sia
membro dell’Organizzazione degli Stati Americani, ha cercato e sta continuando a
cercare di eludere la previdente esortazione del massimo dirigente di
quest’istituzione e che giovedì scorso Insulza ha detto anche di credere che "la
questione posta dal Governo del Venezuela rispetto a Posada Carriles dovrebbe
venire esaminata con attenzione", si può supporre che la "inspiegabile" elusione
di "obblighi in materia di lotta al terrorismo" da parte della superpotenza
verrà esaminata dall’OEA. Sara così?