Lech Walesa, scaltro anticomunista, ex
presidente polacco e premio Nobel per la Pace per opera e grazia dei mezzi
mediatici finanziati dagli Stati uniti e dai loro accoliti, visita Miami
per la terza volta per ricevere la medaglia presidenziale del Miami Dade
College, e per inveire contro Cuba e la sua Rivoluzione, come fa con assiduità.
Invitato dall’Istituto Culturale Polacco-Americano, parteciperà anche a un
omaggio al sindacato Solidarnosc, fantasma invecchiato di dubbie glorie negli
anni ’80, disgregato dalle stesse ambizioni dei suoi membri e dai frequenti
fallimenti nell’arena politica polacca. Solidarnosc è oggi, come molti
riconoscono, un cattivo esempio per i giovani polacchi.
Non poteva mancare l’opportunità che la mafia di Miami usasse Walesa per
attaccare la Rivoluzione cubana, per questo lo hanno truccato da principale
oratore nel seminario “Transizione polacca e lezioni per Cuba’’ che ha avuto
luogo all’Istituto di Studi Cubani e Cubano- americani dell’Università di Miami.
Con il tacito appoggio dei suoi vecchi
compari della mafia anticubana, veri organizzatori di questo seminario, Walesa
scriverà un’altra sporca pagina di diatribe contro la nostra Patria destinata,
come le altre che ha realizzato contro il paese cubano, a un umiliante
fallimento. Non a caso, Lincoln Díaz-Balart si è affrettato a congratularsi per
la visita di Walesa a Miami e a dichiarare che il vecchio opportunista polacco
“È un simbolo di libertà e provato amico del popolo di Cuba e sarà sempre
benvenuto nella nostra comunità, come sono sicuro che sarà in una Cuba libera”.
Il grande tour di Walesa, destinato a compiacere le aspettative dei suoi
tradizionali padroni alla Casa bianca, comprende circa venti conferenze in
diverse università del Colorado, Virginia, Nebraska, Maryland, Indiana,
California, Florida e Nuovo Messico. Egli sosterrà anche incontri con Nancy
Reagan, moglie dell’ex presidente Ronald Reagan, e con l’attuale governatore
della California, Arnold Schwarzenegger.
Come per aggiornare il suo ingrossato passaporto di favori alla mafia di Miami e
ai suoi impiegati dentro Cuba, Walesa ha partecipato recentemente a una
videoconferenza con questi mercenari della Sina, svoltasi niente meno che nella
casa dell’ “ingerentista” di turno, Michael Parmly. Lì è stato visto avvisare,
dallo schermo dei computer, “che (i cubani, N.d.r.) si preparino a
un’inevitabile transizione democratica a Cuba”. Con arie da esperto in tenebrose
e oscure trame, Walesa li ha consigliati di stare attenti per non commettere
errori in questa transizione.
Sbagliandosi ancora come i suoi capi di Washington, Walesa vive con la falsa
idea che a Cuba si potrà invertire il processo socialista che i cubani vivono. A
niente varrà l’ora di sproloquio a buon mercato usato da questo sordido
anticomunista, né il denaro sborsato a piene mani dai suoi patrocinatori
nordamericani. La sporca manovra attuata nella casa di Parmly, alla quale hanno
assistito solo pochi mercenari e molti funzionari della Sina e di altre
ambasciate che si sono prestate al gioco anticubano, è stato un completo
fallimento.
Se questo consumato strumento della Cia, che ha perso la fiducia dei polacchi
per il suo ultra conservatorismo ad oltranza, avesse una punta di intelligenza,
si dedicherebbe a vivere delle sue passate e dubbie glorie, e lascerebbe
tranquilli i cubani, padroni del loro destino e disposti fino alla morte a non
cederlo né a cambiarlo. Qui, come recita un vecchio adagio, “Nemmeno con sacchi
di oro, potrà vincere la piazza il moro”.