Il Piano Bush di "Assistenza ad una
Cuba Libera"
Cronaca di una
guerra annunciata
R.Alarcon De Quesada 5 luglio 2006 - www.granma.cubaweb.cu
"Perchè non esiste mistero che non vada svelato e segreto che non si debba sapere". (S. Luca 12.2)
Il 20 maggio del 2004, con gran pompa e fanfare, George W. Bush annunciò il suo Piano per l’annessione di Cuba. L’interminabile guazzabuglio, con più di 450 pagine, provocò un’ondata di critiche provenienti da ogni parte.
Prima di tutto dal popolo cubano minacciato di sterminio, con la liquidazione della sua nazione. Cuba, come dice molto chiaramente il sinistro Piano, semplicemente dovrebbe sparire, smettere di esistere.
Ripassiamo rapidamente quello che succederebbe nell’Isola se si giungesse ad applicare quel che Bush ha approvato:
La devoluzione agli antichi proprietari di tutte le proprietà, includendo le case, per cui milioni di famiglie sarebbero sfrattate in meno d’un anno, con la supervisione e il controllo del Governo nordamericano, mediante una Commissione del Governo USA per la devoluzione delle proprietà.
Si privatizzerebbero completamente tutti gli aspetti dell’economia, includendo educazione e servizi di salute; sarebbero annullate tutte le cooperative e ricostituiti i vecchi latifondi; si eliminerebbero la sicurezza e l’assistenza sociale, includendo tutte le pensioni e i sussidi e si organizzerebbero per gli anziani dei programmi speciali di opere pubbliche, per farli lavorare fino a che la salute lo permetterà loro; insomma, si applicherebbe rigorosamente il neoliberismo più crudo.
Di tutto questo s’incaricherebbe un altro apparato yankee: il Comitato Permanente del Governo degli Stati Uniti per la Ricostruzione Economica.
Dato che tutto questo si scontrerebbe con la tenace e invincibile resistenza popolare, (non sarà facile, ha riconosciuto Bush nello stesso documento), si darebbe la massima priorità alla repressione di massa e generalizzata: contro tutti i militanti del PCC, contro tutti i membri delle organizzazioni sociali e di massa e anche contro i simpatizzanti del Governo cubano, afferma il testo che avverte (era necessario?) che la lista delle vittime della repressione “sarà lunga”.
Di tutto questo si occuperebbe direttamente il governo degli USA con un apparato repressivo organizzato e diretto dal Dipartimento di Stato.
La direzione di questo programma starebbe nelle mani un burocrate designato da Bush con il pomposo incarico di Coordinatore per la Transizione e la Ricostruzione di Cuba, una sorta di governatore generale per l’Isola, come lo fu più d’un secolo fa il generale Leonard Wood.
Avrebbe le stesse funzioni, includendo anche il titolo che ha avuto il Sig. Brenner nell’Iraq invaso e distrutto.
Solo che nel caso di Cuba il coordinatore è stato già designato: un tale Caleb McCarry, che ha visitato alcuni paesi europei per ricevere vergognose complicità. La sua designazione anticipata è stata presentata dallo stesso Bush come prova che il suo Piano contro Cuba e i cubani è serio e non resterà solo un testo scritto, un insieme di parole.
Il Piano Bush include anche misure specifiche contro i cubano americani, ai quali sono stati ristretti drasticamente i vincoli con i loro familiari a Cuba.
Sono stati annullati i permessi per visitare le famiglie; è stata imposta una discriminatoria limitazione che permette di vedere i parenti solo ogni tre anni e se si ottiene il permesso speciale per farlo, nell’ambito di una crudele e arbitraria ridefinitone del concetto di famiglia, dal quale restano esclusi i cugini, gli zii, i nipoti e altri parenti.
Per raggiungere la sua meta, il governo nordamericano intensificherebbe le azioni per porre fine alla Rivoluzione Cubana seguendo tre linee fondamentali: un blocco economico sempre più rigoroso, l’aumento dei finanziamenti e l’appoggio materiale ai gruppuscoli mercenari interni e una sempre crescente campagna di propaganda e disinformazione.
Tutti sanno che questo impegno per far cadere un governo di un altro paese, cambiare il suo regime politico, economico e sociale, sottometterlo al proprio dominio, è uno scandaloso oltraggio alla legalità internazionale che concepisce solo la gente con mentalità profondamente fascista.
È così ovvio il carattere illegale e aggressivo del Piano di Bush, della sua delirante misura, che è stato condannato apertamente anche da entità e individui che sono avversari della Rivoluzione cubana e difensori delle politiche e degli interessi imperialisti. Questo è stato il caso di’alcuni membri del detto “Dialogo interamericano”, includendo noti nemici di Cuba che hanno diffuso una lettera aperta, condannando il Piano perché vi vedono un richiamo alla guerra e alla violenza.
Qualcuno lo ha definito “terrorizzante” e il più esplosivo nelle relazioni tra gli USA e l’America Latina negli ultimi 50 anni.
Bush è riuscito a realizzare il sogno di ogni politico nordamericano: unire il più vasto fronte dalla sinistra alla destra... solo che stavolta coincidono nel criticare lui e il suo diabolico Piano.
Lui contava con qualcosa a suo favore: la stessa stampa i detti mezzi di diffusione che lo accompagnano dal maggio del 2004 e che sono stati un’eco del suo show pubblicitario ed hanno poi saputo guardare un ermetico e disciplinato silenzio per tutto quell’anno e anche dopo su quel che era “La cosa più esplosiva in mezzo secolo”.
Semplicemente scomparve dall’attenzione degli informatori il tema; semplicemente smise d’esistere e restò così per un anno e mezzo, sino al dicembre del 2005.
Improvvisamente, quando già tutti s’erano dimenticati il fatto, Washington annunciò che avrebbe presentato una nuova relazione su Cuba nel mese di maggio del 2006.
Si moltiplicarono le speculazioni. Ci fu anche tra i politici e gli accademici di destra chi criticò le barbarità sempliciona del Piano Bush e immaginarono la possibilità d’una rettifica. Giunse il 20 maggio del 2006 e i mezzi di comunicazione s’inquietarono e fecero domande, ma non successe niente, neanche nelle settimane seguenti.
I portavoce ufficiali rispondevano evasivamente alla domande dei giornalisti sino a che tutti dimenticarono di nuovo la faccenda.
Poi è arrivata la terza settimana di giugno e in modo strano e silenziosamente, nel Sito Web del Dipartimento di Stato è apparso il testo con data 06/20/06, ma “nessuno ha letto niente a quanto pare per tuta una settimana”.
Portavoce e informatori hanno mantenuto il più accurato silenzio sino a che alcuni mezzi stampa di Miami e certe agenzie di notizie “scopersero” quello che hanno deciso di battezzare come “una brutta copia”.
Curiosamente la scoperta è avvenuta nello stesso tempo per tutti e non in un momento qualsiasi, ma proprio quando cominciava il lungo periodo di vacanze negli USA, che dura sino al 4 di luglio, come per far sì che l’informazione fosse sepolta dai fuochi artificiali, dalla retorica patriottica e le vendite in offerta speciale nei centri commerciali, che sono il modo di ricordare il giorno dell’indipendenza lassù.
Il testo pubblicato non ha differenze dal Piano Bush: comincia precisando che lo ratifica, saluta i presunti successi che ha avuto la sua applicazione e su questa “solida base” annuncia misure addizionali per accelerare la fine della Rivoluzione cubana.
Queste misure meritano d’essere analizzate e mi propongo di farlo più in là, ma c’è qualcosa che si esige la denuncia più energica e urgente, qualcosa d’assolutamente insolito. Prima di descrivere le misure addizionali, che sono pubbliche, la relazione dice che esistono altre misure in un annesso che è segreto per “ragioni di sicurezza nazionale e per assicurare la loro effettiva realizzazione”.
Dopo aver divulgato tutto quel che hanno divulgato, le decine di milioni di dollari in più per i loro mercenari le nuove restrizioni economiche, le azioni illegali contro il commercio internazionale e la sovranità di Cuba e di altre nazione, le punizioni addizionali per i cubani e i cittadini di altri paesi, aver reso pubblico due anni fa il Piano che sino al minimo dettaglio descrive la volontà di ricolonizzare Cuba, dopo tutto questo, che cos’è che devono nascondere sotto il “massimo segreto?
Che cosa nascondono per ragioni di sicurezza nazionale ed effettiva realizzazione?
Altri attacchi terroristi? Nuovi tentativi d’assassinio contro Fidel? Un’aggressione militare?
Trattandosi di Bush e dei suoi complici ogni cosa è
possibile. |