Gli antecedenti più vicini del Piano Bush
risalgono ad una data tanto prossima come quella dell' ottobre 2003, momento nel
quale il Presidente nordamericano stabilì la "Commissione di Aiuto ad una Cuba
Libera", presieduta dall'allora sottosegretario, Collin Powell.
La relazione elaborata per detta Commissione fu presentata a George W. Bush il 6
maggio 2004. In tanto pomposa occasione il signore Powell, malgrado pretendesse
occultare il vero obiettivo del Piano con edulcorate parole, "fare più facile la
transizione di Cuba alla democrazia", non ottenne l'obiettivo dovendo esprimere
anche le sue pretese di "aiutare il popolo cubano e lasciare dietro, per sempre,
Castro ed il castrismo. Qualunque regime succeda a Castro che perpetui il
controllo del potere del regime sarebbe completamente contrario all'impegno che
ha l'emisfero con la libertà".
Quello stesso proposito sarà immediatamente confermato da Bush,
quando ricevendo la relazione dichiarò: "È una relazione della Commissione che
costituii nel mio governo per anticipare il giorno in cui Cuba sia un paese
libero". Benché la sua seguente affermazione sia molto più chiara: "È una
strategia che dice che non stiamo aspettando il giorno della libertà cubana,
stiamo lavorando per il giorno della libertà cubana, incaricandoci, pertanto, di
identificare mezzi addizionali per mettere rapidamente fine al regime di
Castro".
Se frugassimo un po' più nella storia della politica degli Stati Uniti diretta a
distruggere la Rivoluzione, ci risulterà facile identificare questi stessi
propositi nella Legge Torricelli del 1992 e, specialmente, nella Legge
Helms-Burton del 1996.
Così, per esempio, nella Sezione 3 della Legge Helms-Burton si definisce che i
propositi di questa Legge sono, tra gli altri: "aiutare il popolo cubano a
recuperare la sua
libertà"... "Creare una cornice politica per l'appoggio degli Stati Uniti al
popolo cubano per la formazione di un governo di transizione". Mentre nella
Sezione 109 si autorizza il Presidente a prestare assistenza ed altri tipi di
appoggio a persone ed organizzazioni non governative indipendenti a beneficio
degli sforzi di democratizzazione a Cuba, compreso... "appoggio ai gruppi
democratici e dei diritti umani di Cuba".
Non dobbiamo dimenticare che prima che le amministrazioni dei presidenti William
Clinton (democratico) e George Bush (repubblicano) decidessero di fare pubblica
la politica annessionista da sempre praticata dall'impero contro il nostro
paese, questa si proiettava con uguale proposito, ma in maniera confidenziale e
segreta.
Così viene dimostrato nel "Programma di Operazioni Coperte, approvato dal
Governo degli Stati Uniti per abbattere il Governo cubano, del 16 marzo 1960".
In esso si espone: "(...) Obiettivo: Il proposito del Programma che si abbozza è
ottenere la sostituzione del regime di Castro con uno che si dedichi di più ai
veri interessi del popolo cubano e sia più accettabile per gli Stati Uniti".
"(...) in essenza, il metodo che si adotterà in vista dell'esecuzione di questo
obiettivo sarà indurre ed appoggiare, per quanto possibile, l'azione diretta,
tanto dentro come fuori da Cuba, da parte di gruppi di cubani selezionati che,
in accordo con quanto previsto, possano agire di propria iniziativa". "(...) non
si lesineranno sforzi per portarlo a termine in maniera tale che la capacità
degli Stati Uniti di agire in una crisi aumenti in maniera progressiva".
Altrettanto si dimostra nel documento ufficiale sottoscritto da L.D.Mallory,
importante funzionario del Dipartimento di Stato, il 6 aprile 1960, dove dopo
avere riconosciuto che "la maggioranza dei cubani appoggiano Castro" e che "non
esiste un'opposizione politica effettiva", esponeva che "l'unico mezzo
prevedibile per alienare l'appoggio interno è attraverso la delusione e lo
scoraggiamento, basati sull'insoddisfazione e le difficoltà economiche". "(...)
Deve usarsi prontamente qualunque mezzo conoscibile per debilitare la vita
economica di Cuba". "(...) una linea di azione che avrebbe maggiore impatto è
negare denaro e rifornimenti a Cuba, per diminuire i salari reali e monetari al
fine di causare fame, disperazione ed il rovesciamento del Governo". Questo
memorandum fu approvato da Roy Rubotton, vicesegretario del Dipartimento di
Stato per i Temi Interamericani, con un grande SI' che stampò in detto
documento.
Se le affermazioni che appaiono in questi documenti segreti (declassificati
25 o 30 anni dopo) e le misure previste nel Capitolo 1 del Piano Bush - "(...)
La pietra angolare della nostra politica per accelerare e mettere fine al regime
di Castro è fortificare le politiche di appoggio attivo ai gruppi che appoggiamo
dentro Cuba". "(...) E scalzare le strategie di successione del regime di Fidel
Castro a Raúl Castro e più in là" - potrebbero interpretarsi come pura
coincidenza ciò, in realtà, ubbidisce alla politica di sempre delle differenti
amministrazioni nordamericane, ossessionate e coerenti, di assorbire la nostra
nazione per trasformarla in uno stato in più del territorio statunitense.
Molti
storiografi sono d'accordo nel segnalare come data d'inizio di questa politica
annessionista l'anno 1805, quando in una nota al Ministro inglese a Washington,
il presidente Thomas Jefferson scrisse: "In caso di guerra tra Inghilterra e
Spagna, gli Stati Uniti si impadronirebbero di Cuba per necessità strategiche
per la difesa della Louisiana e della Florida". Posteriormente, nel 1823,
reiterando le sue pretese sulla nostra Isola espresse: "Confesso pienamente
essere stato sempre dell'opinione che Cuba sarebbe l'addizione più interessante
che si potrebbe fare nel nostro sistema di stati".
Proprio in quell'anno (28 aprile 1823) il sottosegretario, John Quincy Adams (
posteriormente Presidente degli Stati Uniti nel 1825 e principale esponente
della teoria della "frutta matura") inviava istruzioni scritte al Ministro degli
Stati Uniti in Spagna nelle quali esprimeva: "Quando si lancia un'occhiata al
corso che probabilmente
prenderanno gli avvenimenti nei prossimi 50 anni, quasi è impossibile
resistere alla convinzione che l'annessione di Cuba alla nostra Repubblica
Federale sarà indispensabile per la continuazione dell'Unione ed il mantenimento
della sua integrità".
Erano appena trascorsi 22 anni da questa sfacciata dichiarazione annessionista,
quando nel 1845, il senatore Yulec, della Florida, è il primo a proporre
l'acquisto di Cuba, presentandola in forma di progetto di risoluzione del Senato
degli Stati Uniti. Ma fu accordo generale, allora, che non era quello il momento
adeguato per portare avanti il tema, e Yulec ritirò il suo progetto. Ma non
passò molto tempo perché tre presidenti nordamericani lo riprendessero. James
Polk, proprio nel 1848; Franklin Pierce, nel 1853; e James Buchanan, nel 1857.
A dimostrazione probatoria della sua decisione di portare
avanti la sua proposta, James Buchanan sviluppò la sua campagna elettorale, a
partire dal 1854, incorporando l'acquisto di Cuba come principale argomento
della sua piattaforma. Nel suo Manifesto di Ostende, rimase espressa la sua
proposta nella maniera seguente: "(...) Gli Stati Uniti devono comprare Cuba per
la sua prossimità alle nostre coste, perché apparteneva naturalmente a quel
gruppo di stati dei quali l'Unione era la provvidenziale Casa della Maternità...
(...) e perché l'Unione non potrebbe mai godere riposo fino a che Cuba non starà
dentro la sua frontiera".
Moltissimi altri esempi, tra essi l'Emendamento Platt, potrebbero aggiungersi
per dimostrare che gli antecedenti del Piano Bush, includendo l'attuale
ampliamento ed il suo annesso segreto, hanno più di 200 anni di inferma politica
annessionista, ma per la brevità di queste linee ci limiteremo a citare la
trascrizione dell'opuscolo edito a Washington nel 1903 sulla discussione nel
Senato nordamericano diretta a che si modificasse il voto del Senato sulla
Risoluzione Congiunta presentata dal signore Newland, della quale diede lettura
il Segretario:
"Risoluzione Congiunta (Risoluzione Congiunta del Senato, num.15) invitando Cuba
a convertirsi in un Stato dell'Unione Americana".
"Per quanto la Repubblica di Cuba desideri ottenere l'unione commerciale con gli
Stati Uniti; e
"Per quanto la migliore unione commerciale può ottenersi per mezzo dell'unione
politica mediante l'ammissione della Repubblica di Cuba come uno Stato sovrano
nell'Unione: Pertanto,
Si risolve, etc.: Che la Repubblica di Cuba si inviti, come si fa con la
presente, a che si trasformi in uno Stato degli Stati Uniti in termini di uguale
rispetto a tutti gli altri stati dell'Unione, ed a proposito di questo si fanno
le seguenti suggestioni:
"Prima: Che l'Isola di Porto Rico si converta in una contea o provincia di Cuba
ed una parte dello Stato di Cuba.
"Seconda: Che il Presidente e Vicepresidente della Repubblica di Cuba siano il
Governatore ed il Tenente Governatore, rispettivamente, dello Stato di Cuba,
fino a che i loro termini di impiego scadano, e che tutti gli altri funzionari
esecutivi, legislativi e giudiziali che esercitano attualmente incarichi nella
Repubblica di Cuba, continuino in possesso di essi nello Stato di Cuba, fino a
che scadano i loro termini presenti, con l'eccezione degli ufficiali della
dogana e della posta che saranno incorporati al servizio di dogana e postale
degli Stati Uniti, e la Guardia Rurale i cui ufficiali e subalterni saranno
incorporati nell'Esercito degli Stati Uniti".
(continua)
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