La morte seconda di Bush  
 

 

 

 

R.Alarcon De Quesada 22 luglio 2006 - www.granma.cubaweb.cu

 


"Dio mi disse che attaccassi Al Qaeda
e li attaccai, ed allora Egli mi diede istruzioni per attaccare Saddam e lo feci"
George W. Bush



 

Le intenzioni genocida di Bush non hanno limiti. Si propone di fare soffrire tutti i cubani e le cubane, indipendentemente da chi siano, la professione o il mestiere che svolgano, il colore della pelle, i gusti o abitudini, le credenze o posizioni filosofiche. Contro qualunque figlio di questa terra, uomo o donna, bambino o anziano, e contro le organizzazioni che i cubani hanno creato ed alle quali hanno dato vita dal quartiere e la comunità, nelle campagne e le città.

Per causar loro danno ora punisce anche le sue istituzioni religiose e le Chiese nordamericane. Mai prima aveva preteso andare tanto lontano.

Lo dice con tutte le lettere il terzo paragrafo della pagina 32 della Relazione che ha appena approvato il passato 10 luglio. È un testo che nessuno può ignorare.

Bush afferma letteralmente che "stringe le regole per l'esportazioni di articoli umanitari col fine di assicurare" che non possano essere inviate ad organizzazioni "tali come il Consiglio delle Chiese di Cuba."

Per il momento; domani l'impiego di questa espressione, "tali come", gli permetterà di fare la stessa cosa con qualunque altra entità sia religiosa o di altro tipo. Basterà affermare che è "amministrata o controllata" dal Governo come appena ha fatto, mentendo in maniera impudica e grossolana rispetto al Consiglio delle Chiese.

Un Consiglio al quale appartengono la Chiesa Episcopale e 22 chiese protestanti ed evangeliche, nel quale hanno fraternamente condizione di osservatrici altre tre chiese alle quali sono associate altre sette organizzazioni, includendo la Comunità Ebraica di Cuba, e col quale collaborano permanentemente 12 movimenti ecumenici ed organizzazioni di ispirazione cristiana. In altre parole, si tratta per lo meno di 45 istituzioni religiose o fraterne che contano sull'attiva partecipazione di migliaia di cittadini di questo paese.

Ha ragione il presbitero Pablo Odén Marichal, ex presidente del Consiglio ed attuale Direttore del suo Centro Studi e Rettore della Parrocchia Episcopale "Fedeli a Gesù", di Matanzas, denunciando che Bush pretende "ammazzare il movimento ecumenico a Cuba che è uno dei più forti dell'America Latina."

Da parte sua, condannando le misure nordamericane, l'attuale presidentessa del Consiglio delle Chiese di Cuba, Reverenda Rodhe González Zorrilla, ha assicurato che "noi saremo capaci, come sempre siamo stati, di superare tutte le situazioni, perché le relazioni tra le chiese di Cuba e gli Stati Uniti sono relazioni storiche" ed ha espresso la sua convinzione che niente "sarà capace di distanziarci come chiese".

Dalla sua sede a Ginevra, il Consiglio Mondiale delle Chiese ha reagito energicamente mediante una dichiarazione del suo Segretario Generale, il Rev. Dr. Samuel Kobia che ha qualificato le azioni di Bush come "una flagrante violazione della libertà religiosa ed una evidente interferenza in temi religiosi". Kobia ha fatto un appello a tutte le chiese ed i consigli nazionali delle chiese ad esprimere la loro solidarietà col Consiglio delle Chiese di Cuba ed ad evidenziare la loro preoccupazione alle autorità nordamericane.

Negli Stati Uniti ha alzato la sua voce di protesta il Servizio Mondiale delle Chiese (CWS), Agenzia Ecumenica formata da 35 denominazioni (protestanti, ortodossi ed anglicani,) che raggruppano decine di milioni di membri in questo paese. Il suo Direttore Esecutivo, Rev. Johan L. McCullough, dopo aver notato che queste misure metteranno fine alla sua capacità di provvedere all'aiuto umanitario basilare a persone bisognose, lo ha qualificato "come un'incursione ingiustificata nella libertà religiosa da parte dell'amministrazione di Bush". Ha ricordato che dagli anni quaranta del passato secolo, il CWS ha mantenuto relazioni di cooperazione con le chiese cubane ed ha categoricamente affermato: "Non abbiamo dubbi che il Consiglio delle Chiese di Cuba è un'autentica espressione cristiana".

Martín Shupack, direttore associato per le Relazioni Pubbliche del Servizio Mondiale delle Chiese, ha precisato che "perturbare questa attività di cooperazione con le chiese cubane è colpire il cuore della nostra identità religiosa e della nostra libertà. La libertà religiosa fu un principio fondamentale per i fondatori della Repubblica Americana".

Il Centro Memoriale "Dr. Martin Luther King Jr." ha puntualizzato che "i veri interessi dell'attuale amministrazione nordamericana niente hanno a che vedere col ministero diaconico delle chiese e molto meno con lo spirito dell'insegnamento di Cristo di amore del prossimo come comandamento, che è simile all'amore a Dio.

Chi insulta così milioni di credenti è lo stesso Bush che ha tentato di manipolare a favore suo e della sua combriccola i sentimenti religiosi della gente. L'ha fatto, inoltre, in un modo grottesco, limitrofo alla più volgare bestemmia. È arrivato a dire che parla con Dio, lo consulta per le principali decisioni e da Lui ha ricevuto istruzioni su questioni tali come impadronirsi della presidenza del suo paese e portare la guerra e la morte a popoli indifesi. Oserà dire, ora, che da Lui ha ricevuto l'ordine di colpire con stupido accanimento il movimento ecumenico cubano? Di quale altro crimine oserà incolpare Dio?

Si sa, perché l'ha detto, che Bush non legge libri. Per ciò non sa ancora il destino che l'aspetta e che é già stato descritto quasi un paio di millenni fa: "tutti i bugiardi avranno la loro parte nel lago che arde con fuoco e zolfo che è la morte seconda".

(Apocalisse, 21.8)