Il "reggicoda" di Bush adesso vuole
"salvare"
l’America Latina
14/02/2006 P. Montesinos - GI -
L’ex presidente del governo spagnolo, José María Aznar, in un’ostentazione di protagonismo caratteristica della sua personalità, si è appena autoproposto come "salvatore dell’America Latina" da quella che ha chiamato la "marea populista" che si sta estendendo in questa regione.
Il defenestrato capo del governo spagnolo ha annunciato la sua proposta d’estrema destra questo fine settimana, dopo essersi incontrato a Washington con il capo del regime nordamericano George W. Bush, che Aznar considera il suo più fedele alleato ed uno dei pochi "amici" sui quali oggi può contare.
Il "reggicoda" di Bush, come è stato denominato Aznar in Spagna per la sua sottomissione all’inquilino della Casa Bianca, dimostrata con il sostegno dato alla guerra degli USA contro l’Iraq, ha assicurato di essere disposto a mettersi alla testa di una crociata contro l’avanzata della sinistra in America Latina.
Quel che non si è chiesto Aznar è su cosa può contare lo scarafaggio, per citare un proverbio popolare, per poter capeggiare la cosiddetta lotta in America Latina della quale ha parlato in un’intervista ad un quotidiano cileno.
Non ha inoltre fatto riferimento ai metodi che impiegherebbe nella sua annunciata crociata, se questa si fonderebbe sull’uso della forza o su nuove invasioni, o sull’imposizione di dittature militari assassine come quelle che nel secolo scorso vennero imposte e sovvenzionate da Washington in quella regione.
L’unica affermazione più o meno esatta del "reggicoda" è stata quella secondo cui la destra in America Latina è scomparsa e complessata.
Naturalmente non ha mai detto chi è stato a portare la destra spagnola, il Partito Popolare, ad una storica sconfitta nelle elezioni generali del 2003, sconfitta che questa formazione politica non ha ancora assunto dopo due anni d’opposizione.
Secondo diversi analisti spagnoli e latinoamericani a Madrid, la vociferata autoproposta di Aznar non è altro che uno stratagemma per riconquistare protagonismo internazionale, di fronte alla mancanza di riconoscimento nel suo paese, che sicuramente scredita quotidianamente nei suoi viaggi all’estero.
Le stesse fonti coincidono sul fatto che l’ex presidente del governo spagnolo, che ha trascinato molti latinoamericani nella guerra contro l’Iraq e che prima o poi dovrà sedersi sul banco degli accusati per crimini contro l’umanità, non gode di alcun prestigio in questa regione.
Gli esperti concordano nel segnalare che Aznar, nella sua ultima esibizione di protagonismo, si è limitato ad eseguire le precise istruzioni di Aznar che, fra l’altro, poco ha potuto fare contro l’avanzata della sinistra in America Latina.
(Tratto da Cubadebate) |