DUE CONGRESSISTI DEL PARTITO DI BUSH


Un progetto per rendere possibili

 

gli investimenti petroliferi



 

G. Molina 15/5/2006

 

Due congressisti repubblicani hanno presentato un progetto di legge che, se approvato, permetterebbe alle compagnie statunitensi di compiere investimenti nel settore delle esplorazioni petrolifere in acque cubane, secondo l’agenzia AFP.

 

L’inquietudine della maggioranza repubblicana del Congresso USA ha assunto questa forma, dovuta a ragionevoli interessi imprenditoriali degli Stati Uniti danneggiati dal gruppo cubano-americano associato alla famiglia Bush. La politica della grande nazione del Nord nei confronti di Cuba è ostaggio di questi spuri obiettivi, nonostante che da circa cinque anni la maggior parte dei legislatori federali e statali abbiano manifestato il loro impegno a cambiare, approvando progetti rivolti a facilitare le relazioni economiche e commerciali tra i due paesi.

 

"L’opinione pubblica statunitense si sorprenderebbe e meraviglierebbe se sapesse che, mentre il paese sta soffrendo una seria crisi energetica, paesi come la Cina, il Canada, la Spagna e la Norvegia stanno compiendo esplorazioni a circa 50 miglia nautiche dalla nostra costa", ha affermato il senatore repubblicano Larry Craig (Idaho, Nordest).

 

"Ci dev’essere un motivo convincente perchè le imprese statunitensi non possano esplorare le risorse energetiche così vicino a casa nostra e non sono sicuro del fatto che un embargo che dura da 45 anni senza raggiungere i suoi scopi meriti di essere menzionato come un motivo convincente", ha aggiunto Jeff Flake, che è anche rappresentante repubblicano dell’Arizona.

 

Il progetto di legge "permetterebbe alle imprese statunitensi di effettuare qualsiasi transazione necessaria e di viaggiare per ragioni commerciali senza la necessità di chiedere un permesso all’Amministrazione USA per farlo", come invece esige l’attuale legislazione nordamericana.

 

Craig ha menzionato anche i problemi ambientali dello stretto della Florida, che impediscono di compiere ricerche petrolifere lungo le coste di questa penisola, per non pregiudicare la sua industria turistica.

 

L’iniziativa è stata presa in un momento in cui i prezzi della benzina stanno salendo vertiginosamente e un numero sempre più alto di congressisti menziona l’incipiente programma d’esplorazione petrolifera cubano, cercando di eludere queste proibizioni. Vengono menzionate le prospezioni realizzate nell’Isola da compagnie come la spagnola Repsol e la canadese Sherritt, nonostante le minacce della legge Helms-Bacardí.

 

"È arrivato il momento di cambiare la legge e di permettere che l’industria statunitense possa esplorare ed estrarre risorse nella nostra regione, prima che altri paesi si accaparrino le risorse potenzialmente redditizie", ha aggiunto.

 

I due congressisti hanno replicato con questo progetto di legge all’iniziativa lanciata negli ultimi giorni dalla cubano-americana e repubblicana Ileana Ros-Lehtinen, rappresentante della Florida.

 

Questo gruppo di legislatori ha proposto di rafforzare ancora di più il blocco contro Cuba, negando i visti agli impiegati delle compagnie straniere coinvolti nel programma petrolifero cubano e sanzionando gli individui e le compagnie che investono in questo settore.

 

Il senatore Bill Nelson aveva dichiarato alcuni giorni prima di star pianificando una misura che secondo lui potrebbe impedire a Cuba di compiere perforazioni nelle sue acque a circa 50 miglia di distanza da Cayo Hueso. Il democratico della Florida afferma che il suo progetto di legge impedirebbe al presidente George W. Bush di rinnovare l’accordo internazionale che permette a Cuba di compiere attività commerciali in acque vicine alle sue coste, a poca distanza dai ‘cayos’ della Florida, a meno che il Governo degli USA ottenga un altro accordo che impedisca a Cuba di installare piattaforme di perforazione vicino alla Florida.

 

Le acque del Golfo del Messico vennero suddivise in zone di sfruttamento economico esclusivo tra Stati Uniti, Messico e Cuba, per mezzo di un accordo sottoscritto dall’Amministrazione di Jimmy Carter nel 1977.

 

Diverse compagnie straniere, da quando Cuba ha messo in licitazione 59 blocchi marini in quest’area, hanno cercato il petrolio nelle loro acque territoriali in associazione con la statale CUPET.

 

REPSOL ha contrattato sei blocchi, che coprono una superficie di 10.702 kmq e nei quali è stata compiuta una prima perforazione nel 2004, durante la quale gli spagnoli hanno trovato petrolio a 30 km dalla costa. Secondo la compagnia la qualità del greggio non è attualmente accettabile.

 

REPSOL ha poi cominciato ad accettare soci per condividere il rischio finanziario, permettendo l’incorporazione al progetto di altre compagnie, che assumerebbero una determinata percentuale dei costi.

 

Il quotidiano Granma ha annunciato questa settimana il superamento del record nazionale di perforazione petrolifera in un nuovo pozzo situato a Varadero, 150 km ad est de L’Avana.

 

Cuba ha invitato le compagnie petrolifere statunitensi a partecipare, ma queste sono impossibilitate a farlo a causa del blocco. Un gruppo di imprenditori statunitensi interessati al tema si è riunito in Messico nel febbraio scorso con funzionari dell’impresa cubana CUPET. Ma i gruppi del Governo de L’Avana sono riusciti ad ottenere che l’impresa SHERATON proibisse ai funzionari cubani di alloggiare nell’Hotel Santa Isabel di Città del Messico, applicando extraterritorialmente la legge Helms-Bacardí, cosa che ha provocato forti critiche negli organi di stampa e negli ambienti politici messicani. La riunione si è poi svolta in un altro hotel.

 

Le sue politiche nazionale e internazionale hanno fatto perdere progressivamente consenso al presidente Bush, generando una grande inquietudine nelle file repubblicane in un anno di elezioni parziali.