La rete del traffico di uomini

 

lucra sulla vita dei cubani
 

G.Davalos 8/4/2006 - GI -


Il più recente incidente di traffico umano, successo all'alba del passato mercoledì 5 aprile, conferma l'esistenza di un'aggressiva rete mafiosa, organizzata sulle coste dello stato messicano di Quintana Roo e nella Florida, Stati Uniti; ciò é stato denunciato dai partecipanti alla Tavola Rotondo di questo venerdì.

Tra le persone che sono state sorprese in questo tentativo di uscita illegale, c'erano residenti di varie province del paese, senza vincolo tra loro, ciò che prova che era un'operazione di traffico organizzato, ha dichiarato la giornalista Arleen Rodríguez Derivet.

La lancia coinvolta nello scontro fu identificata in altri quattro fatti di traffico umano, registrati in luglio, novembre e dicembre del 2005, ed in marzo del 2006, ha rivelato Rogelio Polanco, direttore della giornaliera Gioventù Ribelle. In tutte queste occasioni i suoi marinai aggredirono verbalmente, con armi da fuoco o speronarono, i guardiacoste cubani, senza che potessero essere intercettati.

Quest'imbarcazione, ora in mano delle autorità cubane, è proprietà di Joan Alberto García Núñez, alias "il John", originario della provincia di Cienfuegos e residente in Messico che con suo fratello, Alberto García Núñez, dirige una rete di traffico umano, ha aggiunto Polanco. I due mafiosi, padroni di varie imbarcazioni, hanno intascato,nel 2005, 2 milioni di $ trasportando 204 persone ed in questa prima parte del 2006, ne hanno trasportate illegalmente altre 284.

Trasportare illegalmente una persona, per la via mare, dalle coste cubane fino alla frontiera statunitense può costare tra gli 8000 e i 12000 dollari, ha informato Raúl Garcés, giornalista e professore della Facoltà di Comunicazione dell'Università di L'Avana.

Fino ad ora, i trafficanti detenuti dopo l'incidente di mercoledì non hanno voluto collaborare con gli investigatori. Tuttavia, Julio Rafael Mesa Fariñas, uno degli scafisti, ha detto che "non poteva collaborare perché se lo avesse fatto avrebbe messo in pericolo la vita di sua moglie e di suo figlio". Entrambi i familiari, si è saputo, sono trattenuti in Messico dai trafficanti sino al saldo del debito contratto per tirarli fuori da Cuba, ha spiegato Reinaldo Taladrid, giornalista della televisione cubana.

Ha anche aggiunto che pubblicazioni di Quintana Roo hanno denunciato l'esistenza di mafie coinvolte nel traffico di droga e di esseri umani. Juan Carlos Riveral, alias "Il Profe", dirige un'organizzazione conosciuta come "i marielitos", strettamente vincolata alla Fondazione Nazionale Cubano Americana che controlla la vendita di stupefacenti nella zona alberghiera di Cancun. "Il Profe" ha anche aiutato il terrorista Posada Carriles ad introdursi nel territorio degli Stati Uniti.

Nella tavola rotonda si sono citati nomi, indirizzi e perfino telefoni di altri trafficanti di persone facenti parte di queste reti. Non è la prima volta che Cuba offre questo tipo di informazione senza che le autorità nordamericane agiscano.

Mentre alcuni congressisti, funzionari e la stampa degli Stati Uniti cominciano a diffamare su questo ultimo incidente, altri difendono il diritto di Cuba a proteggere la sua sicurezza nazionale.