Il più
recente incidente di traffico umano, successo all'alba
del passato mercoledì 5 aprile, conferma l'esistenza di un'aggressiva
rete mafiosa, organizzata sulle coste dello stato messicano di Quintana
Roo e nella Florida, Stati Uniti; ciò é stato denunciato dai
partecipanti alla Tavola Rotondo di questo venerdì.
Tra le persone che sono state sorprese in questo tentativo di uscita
illegale, c'erano residenti di varie province del paese, senza vincolo
tra loro, ciò che prova che era un'operazione di traffico organizzato,
ha dichiarato la giornalista Arleen Rodríguez Derivet.
La lancia coinvolta nello scontro fu identificata in altri quattro fatti
di traffico umano, registrati in luglio, novembre e dicembre del 2005,
ed in marzo del 2006, ha rivelato Rogelio Polanco, direttore della
giornaliera Gioventù Ribelle. In tutte queste occasioni i suoi marinai
aggredirono verbalmente, con armi da fuoco o speronarono, i guardiacoste
cubani, senza che potessero essere intercettati.
Quest'imbarcazione, ora in mano delle autorità cubane, è proprietà di
Joan Alberto García Núñez, alias "il John", originario della provincia
di Cienfuegos e residente in Messico che con suo fratello, Alberto
García Núñez, dirige una rete di traffico umano, ha aggiunto Polanco. I
due mafiosi, padroni di varie imbarcazioni, hanno intascato,nel 2005, 2
milioni di $ trasportando 204 persone ed in questa prima parte del 2006,
ne hanno trasportate illegalmente altre 284.
Trasportare illegalmente una persona, per la via mare, dalle coste
cubane fino alla frontiera statunitense può costare tra gli 8000 e i
12000 dollari, ha informato Raúl Garcés, giornalista e professore della
Facoltà di Comunicazione dell'Università di L'Avana.
Fino ad ora, i trafficanti detenuti dopo l'incidente di mercoledì non
hanno voluto collaborare con gli investigatori. Tuttavia, Julio Rafael
Mesa Fariñas, uno degli scafisti, ha detto che "non poteva collaborare
perché se lo avesse fatto avrebbe messo in pericolo la vita di sua
moglie e di suo figlio". Entrambi i familiari, si è saputo, sono
trattenuti in Messico dai trafficanti sino al saldo del debito contratto
per tirarli fuori da Cuba, ha spiegato Reinaldo Taladrid, giornalista
della televisione cubana.
Ha anche aggiunto che pubblicazioni di Quintana Roo hanno denunciato
l'esistenza di mafie coinvolte nel traffico di droga e di esseri umani.
Juan Carlos Riveral, alias "Il Profe", dirige un'organizzazione
conosciuta come "i marielitos", strettamente vincolata alla Fondazione
Nazionale Cubano Americana che controlla la vendita di stupefacenti
nella zona alberghiera di Cancun. "Il Profe" ha anche aiutato il
terrorista Posada Carriles
ad introdursi nel territorio degli Stati Uniti.
Nella tavola rotonda si sono citati nomi, indirizzi e perfino telefoni
di altri trafficanti di persone facenti parte di queste reti. Non è la
prima volta che Cuba offre questo tipo di informazione senza che le
autorità nordamericane agiscano.
Mentre alcuni congressisti, funzionari e la stampa degli Stati Uniti
cominciano a diffamare su questo ultimo incidente, altri difendono il
diritto di Cuba a proteggere la sua sicurezza nazionale.