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Il ministro della Salute della Bolivia, Nila Heredia, ha evidenziato che i
metodi in medicina preventiva applicati dai professionisti cubani che compiono
missioni internazionaliste nel suo paese sono un referente per l'istituzione
che dirige.
In esclusiva con Prensa Latina, Heredia ha esaltato l'esperienza dei medici
dell'Isola, soprattutto di quelli nelle zone più appartate della nazione
andina.
Heredia ha precisato che la presenza in Bolivia di più di mille 700 cooperanti
cubani ha permesso di dare una maggiore risposta ai problemi di salute che
angosciano la famiglia boliviana, compreso il controllo della natalità; "si
tratta, ha detto, di un'attenzione più diretta, oltre al calore nel
trattamento che identifica questi specialisti".
Il titolare di salute ha anticipato che il ministero, per i piani e progetti
che affronta il governo boliviano nel 2007, ha orientato una coordinazione più
stretta delle autorità locali con la brigata medica cubana.
Sui compiti priorizzati nella salute, per l'attuale gestione, Heredia ha
sottolineato la meta dell'accesso gratuito all'attenzione primaria ed in
questa direzione, l'idea di ampliare l'Assicurazione Pubblica fino a 21 anni
nel primo trimestre.
Ha anche menzionato il Programma Denutrizione Zero e la necessaria interazione
che nelle comunità dovrà esistere coi medici cubani, nell'area rurale e
periferica delle città.
In questa strategia di educare la popolazione alle migliori abitudini
nutrizionali, partecipano la famiglia, la scuola. Ed in questo terreno i
medici cubani con la loro presenza, in ogni località, hanno anticipato già un
buon tratto.
Un altro programma, ha aggiunto, è la Medicina Familiare Comunitaria, una rete
istituzionale nella quale il lavoro degli ospedali donati da Cuba ed i suoi
collettivi di professionisti sono vitali per raggiungere il successo.
Heredia ha inoltre elogiato i risultati dell'Operazione Milagro, pioniere in
materia di collaborazione e che fino ad oggi ha permesso di restituire la
vista, in forma gratuita, ad oltre 50000 persone.
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