Tegucigalpa 7 settembre 2007 -  www.granma.cubaweb.cu

 

La collaborazione cubana beneficia

gli honduregni più bisognosi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le Brigate Mediche di Cuba che arrivarono in Honduras il 3 novembre 1998, dopo il passaggio devastatore dell'uragano Mitch, composte attualmente da circa 280 cooperanti, hanno assistito oltre 1,6 milioni di honduregni.

L'ambasciatore di Cuba accreditato a Tegucigalpa, Juan Carlos Hernández, ha descritto, in conferenza stampa, l'impatto della cooperazione cubana, in questo paese centroamericano, dal 1999 al 2007.

Hernández ha spiegato che dall'arrivo di queste brigate mediche in Honduras, gli specialisti hanno offerto più di 14 milioni di consulti medici che includono sei milioni di esami a minori di 15 anni.

Nelle comunità honduregne curate dai medici cubani, il tasso di mortalità infantile é stato di 10 per ogni 1000 nati vivi, inferiore al resto del paese, dove il Ministero della Salute registra il 37 per ogni 1000 nati vivi.

Secondo il diplomatico, fino a luglio di questo anno, il tasso di mortalità materna durante il parto si é mantenuto pari a zero nella popolazione beneficiata dall'attenzione delle brigate mediche di Cuba.

Ha aggiunto che gli specialisti del suo paese, dal novembre 1998, hanno salvato la vita a 231994 honduregni, presenziato a 70265 parti e realizzate 350518 operazioni, tra altri servizi prestati.

Medici ed altri specialisti dell'Isola sono presenti nei 18 dipartimenti di questo paese, tra essi il caraibico Gracias a Dios, dove danno assistenza agli indigeni tawacas, etnia in pericolo di estinzione.

Ha precisato che lì non solo ci sono medici cubani, ma anche ingegneri agronomi, chimici, biologi, educatori, che collaborano nel ripopolamento del fiume Patuca, c'è inoltre uno specialista in cultura per aiutarli a riscattare le loro tradizioni folcloristiche.

Con questo appoggio, i tawakas hanno incrementato la loro speranza di vita, limitata a 40 anni nel 2000, ed hanno ridotto i loro livelli di denutrizione che colpiva il 92% della scarsa popolazione, ha indicato l'ambasciatore Hernández.

Ha affermato che educatori cubani applicano nel dipartimento di Lempira, abitato dagli indigeni lencas in deplorevoli condizioni di denutrizione ed analfabetismo, il metodo di alfabetizzazione "Io sì posso".

Ha concluso che più di 1000 giovani honduregni, in maggioranza con scarse risorse economiche, attualmente studiano come borsisti nella Scuola Latinoamericana di Medicina di Cuba (ELAM) e circa 500 hanno già fatto ingresso nel centro di Educazione Superiore.