Ramón Labañino ha celebrato assieme a

 

milioni di persone il suo 44º compleanno


 

 

 

11 giugno '07 - A.Rodriguez Alvarez www.granma.it

 

 

Sabato 9 giugno Ramón Labañino Salazar ha compiuto 44 anni ed ha celebrato il suo compleanno, nonostante la solitudine della cella dove l’impero lo mantiene ingiustamente recluso, come uno degli uomini meno soli del mondo.

 

Assieme a lui c’erano milioni di cubani e persone di molte altre nazionalità, che sono grati a lui ed ai suoi compagni Gerardo Hernández, Antonio Guerrero, René González e Fernando González, per l’umana missione antiterrorista che stavano compiendo a Miami e per la quale sono stati brutalmente condannati.

 

A questi Cinque Eroi corrispose penetrare organizzazioni dell’esilio mafioso cubano-americano, allo scopo di conoscere i suoi piani terroristici e informare le autorità cubane.

 

Ma se il compimento di questa enorme e pericolosa missione denota intelligenza, capacità e astuzia, la condotta assunta dal momento del loro arresto (avvenuto quasi nove anni fa) ad ora, costituisce un esempio di condotta propria dell’uomo del XXI secolo tratteggiato dal Che.

 

Pieni d’integrità e dignità hanno affrontato i giudici in un ambiente completamente ostile ed hanno esposto in modo chiaro e inoppugnabile le motivazioni e le ragioni che li hanno portati a contribuire allo sforzo condotto da Cuba per affrontare le aggressioni terroristiche.

 

Hanno resistito con fermezza e valore a supplizi fisici e psicologici, applicati dai loro carcerieri per cercare di piegarli.

 

Ramón, ingiustamente condannato ad un ergastolo più 18 anni, è un brillante professionista, laureato con titolo d’oro in Economia all’Università de L’Avana che ha posto tutta la sua intelligenza ed energia nel compimento dell’umanitaria missione che gli è stata assegnata.

 

Disse nel processo-farsa celebrato a Miami, durante il suo intervento difensivo: Se aver evitato la morte di esseri umani innocenti, se aver difeso i nostri due paesi dal terrorismo ed evitato un’inutile invasione di Cuba è il motivo per cui mi si condanna oggi, benvenuta sia la condanna. Indosserò l’uniforme del recluso con lo stesso onore e orgoglio con cui un soldato indossa le sue più preziose insegne!”

 

Con questa dignità e consacrazione ha affrontato un impero che non tollera sfide e che per questo castiga con accanimento Ramón e i suoi compatrioti e che contemporaneamente protegge terroristi provati e confessi come Orlando Bosch (liberato da anni per decisione di Bush padre) e Luis Posada Carriles, che circola libero in strada grazie alla volontà di Bush figlio.

 

Questo nuovo compleanno di Ramón coincide con l’ampliarsi del movimento di solidarietà internazionale, la cui crescente incisività spinge affinché il processo giudiziario che li ha condannati (fatto passare sotto silenzio) venga conosciuto dall’opinione pubblica nordamericana.

 

Non pochi combattenti per la giustizia nel mondo sono convinti che, se il popolo statunitense conoscerà la verità sui Cinque e sulle falsificazioni della Casa Bianca per mantenerli reclusi, i tribunali dovranno cedere alle pressioni affinché cessi l’ingiustizia e i Cinque vengano restituiti al loro popolo.