e nel principale protagonista della costruzione
del socialismo ed il comunismo. Tutto, ovviamente, sulla base del ruolo
dell'uomo dentro le relazioni sociali di esistenza ed il miglioramento delle
stesse sul piano materiale e spirituale.
Per il Che, questo uomo deve manifestare in ogni momento un alto livello di
patriottismo la cui espressione più pura ed elevata è l'amore profondo
all'umanità stessa, la patria grande; deve, inoltre, avere una piena vocazione
intellettuale che lo porti ad investigare permanentemente la realtà che lo
circonda; mostrare in ogni momento una genuina volontà e predisposizione al
sacrificio a beneficio
degli
altri, spogliandosi di ogni individualismo e fare sfoggio di una profonda
sensibilità ed umanesimo senza macchia; deve essere un infaticabile difensore
della giustizia e sentire in carne propria il dolore degli altri uomini; deve
essere un esempio da imitare, mostrando eroismo davanti all'avversità e fare
sfoggio di una volontà di acciaio e di un carattere forte e deciso; deve
mostrare in qualsiasi momento il dissenso e la disposizione a trasformare tutto
quello che meriti essere invertito a beneficio degli altri; deve essere un
solidale incondizionato col dolore e con le aspirazioni degli altri uomini, allo
stesso modo deve essere disposto ad offrirsi incondizionatamente per rendere
possibili i suoi sogni di libertà; e deve, infine, mostrarsi tenero e delicato
coi suoi cari, mostrando un'ammirabile cavalleria ed un amore senza limiti.
Nel testo inviato a Carlos Quijano, Direttore del settimanale "Marcha", di
Montevideo, il Che espone alcuni di questi concetti:
.il rivoluzionario vero è guidato da grandi sentimenti di amore. È impossibile
pensare ad un rivoluzionario autentico senza questa qualità...
.bisogna avere una gran dose di umanità, una gran dose di senso della giustizia
e della verità.
.tutti i giorni bisogna lottare perché questo amore per l'umanità vivente si
trasformi in fatti concreti, in atti che servano da esempio, da mobilitazione...
.l'internazionalismo
proletario è un dovere ma è anche una necessità rivoluzionaria. Così educhiamo
il nostro popolo...
.la rivoluzione si fa attraverso l'uomo, ma l'uomo deve forgiare giorno per
giorno il suo spirito rivoluzionario...
.il nostro sacrificio è cosciente; è una quota per pagare la libertà che
costruiamo...
Della concezione del Che sull'uomo nuovo si evidenziano due verità essenziali:
1) non c'è rivoluzione vera se non si realizza in lei la creazione e la
formazione di questo uomo nuovo e
2) se il prodotto di questa trasformazione non
arriva ad essere un uomo il cui simbolo distintivo sia la solidarietà,
l'umanesimo, la dedicazione totale alle sue idee e la predisposizione al
sacrificio.
Hanno fatto molto la Rivoluzione Cubana ed i suoi dirigenti per creare questo
uomo nuovo del quale parlò il Che. La prova più eloquente di questo impegno la
costituiscono, non si può negarlo, i nostri Cinque Eroi prigionieri dell'Impero.
In loro si materializza pienamente la concezione guevariana dell'uomo nuovo e
superiore.
Quando il Che fu assassinato in Bolivia, i nostri eroi erano appena bambini o
adolescenti: Gerardo Hernandez nacque il 4 giugno 1965, due anni prima della
morte fisica del Che; René Gonzalez è nato il 13 agosto 1956, ed aveva appena 11
anni di età quando è accaduto il crimine de La Higuera; Ramon Labañino nacque il
9 giugno 1963, quattro anni prima; Fernando Gonzalez il 18 agosto 1963, quattro
anni prima; ed Antonio Guerrero nacque 16 ottobre 1958, contando con nove anni
di età quando è accaduto questo triste avvenimento.
Che cosa rese possibile, allora, che questi Cinque uomini meravigliosi potessero
incarnare in maniera speciale il modello di uomo desiderato dal Che?
Sicuramente, senza dubbio, il fatto di essere stati formati da una rivoluzione
vera e che loro, in se stessi, fossero genuini artefici di questa elevata
condizione di rivoluzionario.
Oggi si vede in loro, mostrando un'ammirabile solidità di convinzioni
rivoluzionarie, un'invidiabile predisposizione al sacrificio e, soprattutto, una
tenace forza di principi davanti alla più ingiusta avversità.
E allora cercatemi, dunque, un modello di umanesimo da imitare, di dedicazione
disinteressata alla causa degli altri, di sensibilità senza indugi e di
ottimismo, e non ci sarà maniera migliore di trovarlo che conoscendo meglio
questi uomini!
Né le condanne ingiuste che stanno soffrendo, né
l'isolamento né la
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