Vi sarà una nuova udienza ad Atlanta sul caso
dei Cinque. Come il nostro popolo sa, una giuria di tre giudici designati
dall'Undicesimo Circuito di Appello revocò, con una documentata sentenza del 9
agosto del 2005, l'illegale verdetto e le ingiuste sentenze pronunciate nel
rabberciato processo di Miami contro i Cinque. Il governo degli Stati Uniti
presentò appello contro quella decisione, che stabiliva la celebrazione di un
altro processo, utilizzando ancora una volta pressioni e menzogne che hanno
fatto si che un anno dopo il Plenum del Circuito di Appello emettesse a
maggioranza una sentenza di annullamento di quella precedente. Con ciò, il caso
tornava ai giudici dell'appello iniziale affinché si pronunciassero sulle altre
cause o motivi di inconformità che erano stati prospettati.
In questo modo, d'accordo alle regole federali del procedimento di appello
davanti alla Corte del Circuito, gli avvocati della difesa presentarono nello
scorso mese di dicembre documentazione aggiuntiva in cui venivano fissati i
punti che desideravano fossero oggetto del nuovo dibattimento. Tale
documentazione venne presentata alla Procura che dette la sua risposta e alla
fine, nel gennaio di quest'anno, la difesa consegnò la sua replica.
Il fascicolo del processo passò nuovamente per il suo esame ai giudici
dell'appello iniziale ed è stata predisposta la celebrazione di un'udienza o
rito orale per la difesa che si dovrà celebrare il prossimo 20 agosto.
Casualmente, alcuni giorni fa, nel pieno di un incontro sul caso dei Cinque in
cui si perorava la loro liberazione una, chiamata telefonica proveniente dal
Guatemala mi mise in contatto con i componenti del Coordinamento di Solidarietà
con Cuba. Con una prima domanda chiedevano notizie sullo stato del processo e
quindi, dopo aver fornito loro l'informazione richiesta, non si fece attendere
un secondo interrogativo: Quali sono gli argomenti della difesa per questo
appello ad Atlanta?
Vale la pena di ricordare che la documentazione degli avvocati della difesa dei
Cinque, presentati opportunamente contro il verdetto e la sentenza pronunciata a
Miami, contiene 24 cause o motivi di attacco e inconformità contro le sentenze.
Di questi, uno solo è stato oggetto di analisi e di decisione, tanto da parte
della giuria di tre giudici sia del Plenum, cioè quello prospettato in
riferimento al VI emendamento della Costituzione degli Stati Uniti: l'assenza di
una giuria imparziale, per cui era necessario un cambiamento di sede per la
celebrazione di un nuovo processo, fuori da Miami e ciò, come anteriormente
detto, venne accolto prima dai tre giudici, revocato poi dal Plenum. E' così che
su questo punto c'è una "cosa già giudicata", e non può riaprirsi il dibattito,
ma non è così per quanto riguarda tutto il resto.
Ora, ancora una volta gli avvocati della difesa tornano "alla carica", ed
acquistano rinnovata forza gli argomenti anteriormente esposti. Su alcuni di
essi ha insistito la difesa nelle sue nuove dichiarazioni o esposizioni
complementari presentate. Gli argomenti sono:
"Il comportamento malevolo e fraudolento della Procura durante tutto il processo
che rappresenta una burla verso il sistema giudiziario nordamericano. Più volte
la Procura ha violato le norme che regolano il suo comportamento, ed è stato
superato il limite fissato con osservazioni inammissibili e provocatrici che
viziano la regolarità del processo.
"Non è stata provata nessuna delle accuse per le quali sono state emesse le
ingiuste condanne all'ergastolo. Non vi è stata alcuna cospirazione ai fini di
spionaggio; I Cinque non sono spie, perchè la loro intenzione non è stata mai
quella di ottenere informazioni sulla difesa, la sicurezza, gli interessi del
governo degli Stati Uniti. E neanche vi è stata cospirazione da parte di
Gerardo per commettere un omicidio; non esiste legame alcuno tra Gerardo e
l'abbattimento, il 24 febbraio 1996, degli aerei da turismo.
"Non sono state fornite alla giuria le debite istruzioni sulla difesa per
necessità. La giuria avrebbe dovuto essere istruita sulla tutela legale della
condotta umana quando la persona si trova di fronte al dilemma di dover
arrivare ad infrangere la legge pur di evitare un male maggiore; ossia, violare
una norma legale che fissa un obbligo regolamentare (in questo caso registrarsi
come agente di un governo straniero) per poter evitare che venissero commesse
azioni estremamente pericolose e a danno dell'umanità come è il terrorismo.
"L'indebita applicazione del CIPA (sigla inglese di "Classified Information
Procedures Act"), ossia la Legge di Procedura Informativa Riservata, statuto
legale che autorizza che un processo nell'ambito del sistema giudiziario degli
Stati Uniti si svolga in base a un procedimento speciale diretto a proteggere le
informazioni riservate. Ma, come è stato detto e dimostrato, a nessuno dei
Cinque è stato sequestrato alcun documento riservato, segreto, protetto dallo
Stato nordamericano o di interesse del Governo, verso i quali non esisteva
interesse alcuno. CIPA è stata solo una scusa per lasciare mano libera a la
Procura e legare quelle della difesa.
Ognuno di questi argomenti merita un'analisi più approfondita, per ora è
sufficiente citarli per far conoscere che sono sulla scrivania della Corte di
Atlanta.
I giudici avranno nuovamente la responsabilità di fare giustizia. Dobbiamo
nuovamente essere attenti, chiedere la solidarietà, già non soltanto per la
libertà dei Cinque, ma per il bene stesso dell'umanità; dato che, come ebbe modo
di dire un pensatore "L'ingiustizia anche se fatta verso una sola persona,
rappresenta una minaccia diretta contro tutti".
* l’autore è professore di Diritto
a L’Avana nella cattedra dell’UNESCO - pubblicato da Visiones Alternativas
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