Uno degli avvocati più famosi degli Stati Uniti
racconta la storia delle
intime relazioni tra la famiglia Bush, il nipote di un ex dittatore, due
personaggi considerati i peggiori terroristi dell'emisfero occidentale, la
“contra” nicaraguense, l'FBI e la CIA e come riuscirono a trasformare Cinque
antiterroristi in una minaccia alla sicurezza nazionale statunitense.
È una storia che, se fosse fiction, o un romanzo, un copione di un film di
Hollywood, si considererebbe poco probabile. Ma è una storia incredibilmente
vera. Si deve solo raccontare un piccolo aneddoto per comprovarlo.
C’era una volta uno degli uomini che erano stati incolpati, tra le altre cose,
di ammazzare 76 persone, e che partecipò ad attentati contro civili, assassini
ed in guerre illegali clandestine e che cercò di ritornare negli Stati Uniti per
potere vivere tranquillamente in una delle loro principali città e dedicarsi a
godere la vita della sua terza età, camminare col suo cane ed essere festeggiato
dai suoi compatrioti come un eroe. Il Dipartimento di Stato raccomandò che non
gli fosse permesso questo lusso, e lo qualificò ufficialmente, dopo avere fatto
un esteso esame della sua vita adulta, come uno dei peggiori terroristi
dell'emisfero occidentale.
I suoi amici chiesero aiuto ad un tipo che aspirava essere governatore della
Florida, un certo Jeb Bush. Questo, contemporaneamente, ottenne un giovane
avvocato per difendere il caso. Risulta che tutto questo ha dato i suoi frutti,
perché il presidente degli Stati Uniti scartò l'opinione del Dipartimento di
Stato, lo perdonò e gli permise di stabilire la sua residenza legale come uomo
libero a Miami. Il politico, nel frattempo, arrivò ad essere governatore della
Florida.
Negozio completo
Pochi anni dopo, nel 2002, un posto della Suprema Corte della Florida rimase
vacante. Il governatore si ricordò del suo amico, il giovane avvocato e lo
postulò per questo posto, fu approvato ed ora è integrante della Suprema Corte
dello Stato. Il nome di quell'avvocato, ora giudice, è Raoul Cantero III ed è
niente meno che il nipote di Fulgencio Batista, l'ex dittatore di Cuba,
abbattuto dalla rivoluzione diretta da Fidel Castro.
E l'uomo che cammina oggi tranquillamente per le strade di Miami, invitato ad
atti ufficiali, e perfino quando arriva il presidente George W. Bush, fratello
di Jeb, a visitare Miami, è nelle prime file, si chiama Orlando Bosch.
Oggigiorno, si è ritrovato a Miami col suo intimo amico
Luis Posada Carriles, accusato
dei peggiori atti terroristi commessi in America Latina.
“Tutto rimane come un negozio completo”, commenta Leonard Weinglass, uno degli
avvocati leggendari di questo paese che, tra gli altri casi, partecipò alla
difesa di Daniel Ellsberg e Tony Russo nello scandalo conosciuto come i Pentagon
Papers, è stato difensore di alcuni dei famosi leader dissidenti degli anni 60 e
70, avvocato della figlia del presidente Jimmy Cárter, ed ora è uno degli
avvocati del caso conosciuto come i Cinque di Cuba, o Cuba Five. Parlò di questo
caso in un forum nella Scuola di Legge dell'Università
Howard a Washington, mentre si contava il nono anniversario della detenzione
dei Cinque.
Weinglass offrì questi aneddoti (così come quelli del famoso caso di Ellsberg,
nel quale per ordine dello stesso presidente Richard Nixon si commise un
delitto per ottenere delle informazioni durante il giudizio, dal quale
filtrarono alcune informazioni segrete, cioè delle decisioni politiche occultate
al pubblico sulla guerra del Vietnam, e poi si cercò di offrire al giudice il
posto da direttore dell’FBI, mentre procedeva il giudizio) per dare un contesto
politico, oltre a dei precedenti sull'intervento del Potere Esecutivo, nel
sistema di giustizia in cui si è sviluppato il caso dei Cinque di Cuba.
La missione dei Cinque fu infiltrare le correnti anticastriste in Florida, che
pianificavano e commettevano atti di terrore contro Cuba ed inviare queste
informazioni al loro paese, e sono riconosciuti come salvatori di innumerabili
vittime potenziali.
Quando le autorità cubane invitarono l’FBI a rivedere questa informazione sugli
attentati terroristi ed altre attività illegali che si pianificavano da dentro
gli Stati Uniti, Washington decise non solo di non agire contro questi gruppi in
Florida, bensì di fermare quelli che stavano cercando di ostacolare questi
complotti del terrore.
I Cinque sono stati arrestati il 12 settembre 1998. Il loro giudizio è stato
realizzato a Miami, epicentro del potere anticastrista, in una città controllata
dalle forze e dagli alleati di Bush, Bosch, Posada Carriles, dirigenti della
“contra” nicaraguense e veterani delle operazioni clandestine schedati dalla
CIA.
Questo è uno di quei casi criminali in natura (per le accuse), ma che includono
temi di sicurezza nazionale e politica estera, commentò Weinglass.
Questo caso, come quello di Ellsberg, condivide elementi nei quali la politica
estera gioca un ruolo centrale e dove la Casa Bianca interviene direttamente nel
processo giudiziario, indicò. Il caso dei Cinque, sottolineò, deve essere capito
dentro quello che è, per molti statunitensi, una storia non raccontata di una
guerra di bassa intensità derivando da un paese a 90 miglia di distanza. Una
guerra nella quale più di 3000 cubani sono morti e che è costata loro milioni in
danni.
Dopo il collasso dell'Unione Sovietica, l'industria del turismo diventò chiave
nella sopravvivenza dell'economia cubana, spiegò, e, giustamente per questo
motivo, si converte in bersaglio di attentati terroristi da parte degli
anticastristi, qualcosa che si annuncia apertamente a Miami in una conferenza
stampa, nella quale si dichiara che ora Cuba è una free-fire zone, un termine
usato in Vietnam per designare una zona dove tutto quello che si muova è
soggetto ad attacco. Di lì incominciano le esplosioni in hotel e le minacce;
ammazzano perfino un turista italiano in un hotel. Per coloro che dichiararono
questa campagna da Miami non c'è nessuna conseguenza da parte delle autorità
statunitensi. Cuba protesta per ognuno di questi atti davanti a Washington e
l'Organizzazione delle Nazioni Unite. Tutto, senza risposta.
Weinglass racconta che, davanti a questo, Cuba decide di inviare Cinque uomini
per infiltrare i gruppi mercenari, che realizzavano esercizi di allenamento con
armi, dove partecipavano ex agenti della CIA e si preparavano per realizzare
attacchi contro civili, giusto la definizione legale di terrorismo. Il governo
statunitense era informato di tutto questo. E è quando Cuba invita l’FBI a
rivedere tutta l'informazione - includendo foto e documenti - ed offrire nomi
dei membri di questi atti illegali affinché siano investigati dalle autorità
statunitensi. Queste non fanno niente con tutto questo, ma Washington decide di
arrestare i Cinque accusandoli di cospirazione per commettere spionaggio.
Questi Cinque arrivarono a questo paese per investigare, in maniera non
violenta, senza armi, i gruppi che avevano commesso assassini, espresse
Weinglass, e finirono per essere accusati di tentare di distruggere gli Stati
Uniti, nelle parole dei pubblici ministeri.
Benché il caso sia stato sempre carente di prove reali o testimoni, il giudizio
si portò a termine a Miami, senza nessuna possibilità di un processo imparziale,
aggregò. Weinglass segnala che i 60000 cubani esiliati controllano quasi tutta
la città, dal comune, la direzione della polizia, l'ufficio locale dell’FBI ed i
principali mezzi. I Cinque furono dichiarati colpevoli e condannati ad un totale
di quattro ergastoli e 75 anni di prigione.
Il riconosciuto avvocato dettagliò l'evoluzione del caso da questo primo
giudizio, e come appellando a questa ingiustizia, tre giudici di un tribunale di
appello federale per la prima volta nella storia legale del paese non
accettarono la sentenza di un giudice federale, considerando che a Miami c'erano
delle condizioni che rendevano impossibile un giudizio imparziale, ed
autorizzarono un nuovo processo. Ma il governo statunitense rispose a questo
appello presentando una nuova accusa: cospirazione per commettere omicidio,
intorno all’abbattimento di due aerei da turismo degli anticastristi da parte di
aeroplani cubani.
Weinglass racconta che i pubblici ministeri sapevano che non avevano un caso
solido, e fino a prima che si annunciasse il verdetto stavano sollecitando già
un appello, ma dal momento che il giudizio ritornò un'altra volta a Miami, la
giuria li dichiarò colpevoli del delitto.
Poco dopo, l'ex procuratore generale Alberto Gonzales (che ha appena rinunciato
al suo posto) ordinò che i suoi pubblici ministeri appellassero alla sentenza
anteriore dei tre giudici, ed ottenessero un'altra volta il caso.
Il processo del sistema giudiziario statunitense continua lentamente intorno a
questo caso, sul quale Weinglass afferma che è già un tema al di là delle leggi;
in questo già si tratta di giustizia.
Così, Gerardo Hernandez, Antonio Guerrero,
Ramon Labañino, Fernando Gonzalez e René Gonzalez
compiono nove anni nelle
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