13 marzo 2007 - www.granma.cu (PL)

 

 

Un corteo di protesta contro Bush

è stato represso in Guatemala

 

 


Le forze speciali dell’esercito e della polizia del Guatemala hanno represso centinaia di persone che stavano protestando durante il ricevimento ufficiale del presidente nordamericano George W. Bush da parte delle autorità locali.

 

I manifestanti, scandendo slogan contro la presenza del capo della Casa Bianca nel paese, sono riusciti ad arrivare a circa 100 metri dalla sede del governo, dove sono stati fermati da un triplo cordone di forze speciali dell’esercito e della polizia. Dopo più di due ore di proteste, durante le quali si sono pronunciati i rappresentanti di diversi settori sociali, gli elementi della sicurezza hanno iniziato a tirare bombe lacrimogene ed a caricare i presenti con i manganelli.

 

L’attacco è avvenuto nonostante il carattere pacifico della manifestazione, che aveva l’obiettivo di dimostrare il malessere dei guatemaltechi per la visita di Bush, coincidente con la recrudescenza delle deportazioni di indocumentati negli Stati Uniti.

 

Quattro persone sono state arrestate durante gli scontri, mentre altre sono rimaste intossicate dai gas lanciati dalla polizia.

 

Dalle prime ore del mattino è stato stabilito un rigoroso controllo in tutto il centro storico della capitale, per circa 3 km attorno al Palazzo Nazionale della Cultura.

 

Le restrizioni erano maggiori nei pressi della sede del governo, dove si è svolto il ricevimento ufficiale di Bush e l’incontro dei due governanti.

 

Ai giornalisti ed al personale che ha coperto i detti atti e la successiva conferenza stampa, è stato permesso l’accesso in una sola via.

 

L’entrata nell’area era custodita da agenti del servizio segreto statunitense, che hanno perquisito due volte le attrezzature della stampa, con le conseguenti molestie ai giornalisti.

 

Ma tutte queste misure non hanno impedito a sindacalisti, studenti, donne di casa e lavoratori precari di arrivare nelle vicinanze del palazzo e di esprimere la loro protesta contro la visita di Bush.

 

Dopo la carica contro i manifestanti, forti contingenti della polizia e dell’esercito hanno preso il controllo di diverse vie e viali, impedendo la circolazione pedonale.

 

9 marzo 2007 - www.granma.cu (PL)

 

 

Bush contestato in Uruguay

 

 


Il presidente statunitense, George W. Bush, è arrivato in Uruguay in un clima di massicce proteste simultanee contro la sua presenza nel paese sudamericano, di cui sono protagoniste organizzazioni sociali, sindacali e popolari di diversa tendenza.

 

Come espressione dell’evidente ripudio nei confronti delle politiche di Washington, nelle ultime ore sono continuate ad arrivare nuove adesioni da sindacati e organizzazioni sociali uruguayane per partecipare ai cortei di protesta contro il visitatore.

 

Al di là del rispetto per l’investitura presidenziale di Bush, "denunciamo e condanniamo energicamente la sua politica guerrafondaia, lesiva dei diritti umani e violatrice delle risoluzioni delle Nazioni Unite", recita una dichiarazione dell’Associazione Nazionale dei Medici.

 

Gli organi di stampa locali insistono sul carattere di massa delle mobilitazioni contro il governante texano, alle quali si incorporerà anche una delegazione di gruppi e movimenti sociali argentini, compresa una delegazione delle Madri di Plaza de Mayo.

 

La controparte della visita di George Bush saranno le manifestazioni di protesta contro la sua presenza in terra uruguayana, ha messo in risalto il quotidiano El Espectador.

 

Anche se la Commissione Politica dell’alleanza governativa del Frente Amplio, dopo un serrato dibattito, ha optato per non accompagnare i manifestanti, non ha comunque espresso opposizione nei confronti delle azioni che questi potrebbero intraprendere.

 

Perfino il ministro dell’Allevamento, l’ex leader ‘tupamaro’ José Mujica, che è uno degli esponenti del governo selezionati per ricevere il visitatore, ha affermato che se non ricoprisse la detta carica andrebbe a protestare contro Bush, ha messo in risalto la stampa locale.

 

Il senatore Enrique Rubio, di Vertiente Artiguista, ha anticipato che parteciperà alla marcia della Convención Nacional de Trabajadores prevista nelle vie della capitale paraguayana Asunción, in concomitanza con l’arrivo di Bush.

 

Secondo Rubio, esistono due posizioni ben distinte nel Frente Amplio, una orientata verso una politica internazionale che rifiuta la politica di guerra nordamericana e un’altra che favorisce l’avvicinamento a Washington per quanto riguarda i rapporti commerciali.

 

La seconda, precisa, prevarrà al tavolo delle conversazioni tra il presidente uruguayano Tabaré Vázquez ed il suo omologo statunitense e la prima verrà sostenuta dai cittadini uruguayani nelle strade del paese.

 

Bush cercherà di far pressione sugli uruguayani per la firma di un Trattato di Libero Commercio (TLC), il cui scopo sarà l’indebolimento del Mercato Comune del Sud (MERCOSUD), ha puntualizzato Abraham F. Lowenthal, famoso esperto nordamericano in Scienze Politiche.

 

Il periplo del presidente statunitense si produce a soli due mesi dalla firma di un Accordo Quadro su Commercio e Investimenti (TIFA è la sigla in inglese) tra i due paesi.

 

TIFA, considerato la possibile anticamera di un TLC con gli Stati Uniti, viene visto come uno sgambetto ai propositi integrazionisti del MERCOSUR.

 

 

8 marzo 2007 - www.granma.cu

 

 

Massicce proteste contro la
 

visita di Bush in Brasile

 

 

 


I
movimenti sociali del Brasile sono impegnati in

 

Una manifestazione contro Bush paralizza il cuore finanziario di Sao Paulo

 

EFE – Una serie di manifestazioni contro gli Stati Uniti convocate da sindacati, partiti politici, movimenti sociali e perfino da gruppi ecologisti ha preceduto giovedì l’arrivo del presidente George W. Bush a Sao Paulo, il primo scalo di una serie di visite che l’inquilino della Casa Bianca effettuerà in cinque paesi latinoamericani.

La principale di tutte le proteste ha paralizzato per alcune ore il Viale Paulista, importante arteria di Sao Paulo e cuore finanziario della più grande città sudamericana, radunando 6.000 manifestanti secondo la polizia e 10.000 secondo gli organizzatori.

La manifestazione, convocata inizialmente da gruppi che intendevano celebrare la Giornata Internazionale della Donna, è stata immediatamente fatta propria dalle organizzazioni che si oppongono alla presenza di Bush a Sao Paulo.

"Vogliamo essere presenti vestiti di rosso per mostrare il sangue che viene versato in tutto il mondo dalla politica omicida dell’impero", ha detto a EFE un dirigente dell’Unione Nazionale degli Studenti.

 

 una giornata di protesta di massa contro la presenza del presidente George W. Bush nel paese.

 

Il Presidente statunitense inizia oggi (giovedì) una visita ufficiale di 24 ore, contestata dai settori popolari che dalle prime ore di oggi sono scesi in strada nei 27 stati del paese per gridare: Via, Bush!"

 

Le proteste sono cominciate dall’inizio della settimana e hanno acquistato forza con il passare dei giorni. Nessuno mette in dubbio che oggi raggiungeranno il loro culmine.

 

Mercoledì è stato bruciato un fantoccio abbigliato come Bush sotto il Congresso a Brasilia. All’iniziativa di protesta, assieme alle organizzazioni sociali e politiche, hanno partecipato anche parlamentari.

 

La deputata del Partito Socialismo e Libertà (PSOL) Luciana Genro ha presentato alla Commissione degli Affari Esteri della Camera una mozione, che non è stata approvata, per dichiararlo "persona non grata".

 

Nello stato di Sao Paulo più di 900 donne di Via Contadina hanno occupato una distilleria di alcool del gruppo statunitense Cargill, primo investimento di Washington nell’etanolo.

 

Il presidente del Movimento dei Lavoratori Rurali Senza Terra (MST) Joao Pedro Stedile, ha assicurato che l’organizzazione lotterà per impedire che il Brasile diventi un produttore di etanolo per gli Stati Uniti.

 

Tutti i partiti di sinistra hanno dato indicazione ai loro gruppi dirigenti di mobilitare tutti i militanti per partecipare alle iniziative previste in ogni stato contro la presenza di Bush in Brasile.

 

Il governante Partito dei Lavoratori ha dato indicazione ai suoi aderenti di partecipare in massa alle proteste effettuate dai movimenti sociali nel Viale Paulista e nel resto del paese.

 

La marcia di Sao Paulo è la più grande iniziativa di protesta cominciata nel cuore della città e convocata dalla Centrale Unica dei Lavoratori (CUT), dall’Unione Nazionale degli Studenti (UNE) e dal MST.

 

Nel governo brasiliano si sono alzate voci di ripudio rispetto alle posizioni di Bush. La ministra della Casa Civile, Dilma Rousseff, ha criticato duramente il protezionismo americano.

 

Ha annunciato che nelle conversazioni il Brasile insisterà sulla riduzione delle tasse incassate dall’etanolo negli Stati Uniti, che hanno provocato perdite per 250 milioni di dollari.

 

Non si può stabilire eternamente una protezione di mercato a beneficio dei meno produttivi, meno competitivi, dei più inefficienti, ha segnalato.

 

In questa città migliaia di agenti armati, tra poliziotti e militari, sono già stati dispiegati per vegliare la sicurezza di Bush e mantenere i dimostranti lontano dal visitatore.

 

Lo spiegamento di sicurezza include 320 agenti della CIA e dell' FBI con 3 cani, 20 tiratori scelti, 3.700 soldati e poliziotti brasiliani, 3 elicotteri e 74 blindati.

 

Infine è stato reso conto che dei 3 alberghi preparati per alloggiare Bush, quello scelto è stato l’Hilton e al suo interno è stata dispiegata una forza di 100 agenti del servizio segreto statunitense.

 

Tra le armi e tecnologie installate nell’albergo, che dispone di un eliporto, figura un apparato per l’individuazione di missili. Quasi 20 isolati attorno a questo edificio sono stati chiusi all’accesso.