12 giugno 2007 -  www.granma.cu (PL)

 

Correa denuncia la campagna mediatica

 

condotta da una banca privata ecuadoriana

 

 

Il presidente ecuadoriano, Rafael Correa, ha denunciato una

 

IL NUOVO TRIBUNALE COSTITUZIONALE

 DELL’ECUADOR HA INIZIATO I LAVORI

 

 

PL – Il Tribunale Costituzionale (TC) dell’Ecuador ha iniziato i lavori con i suoi nuovi membri e dibatterà un programma in sospeso che include anche l'analisi della riconferma di 51 deputati destituiti dal Tribunale Supremo Elettorale (TSE).

Questo punto è il più polemico e controverso, perché se si conferma il reinserimento dei deputati, il TC andrebbe in contrasto con il TSE, considerato la massima autorità del paese durante ogni processo elettorale.

Per il membro Manuel Viteri, la risoluzione del precedente Ente Costituzionale, destituito in aprile dal Congresso, era stata approvata in maniera irregolare, perché si erano violati vari elementi.

Non si scarta l’ipotesi che quel giudizio verrà ignorato e che sia eliminata ogni possibilità di ritorno dei deputati allontanati dai loro seggi per ostruzione del lavoro del Tribunale Elettorale.

Viteri ha chiesto di ripetere l’iter e che la domanda di reinserimento ritorni alla Terza Sala del Tribunale Costituzionale, per far sì che si elabori una nuova relazione, per conoscenza e risoluzione della disputa.

Altri magistrati hanno approvato l’idea di analizzare il tema, ma – in accordo con vari congressisti – appare irreale che questo nuovo organismo attui contro la maggioranza parlamentare che lo ha scelto.

A questa forza legislativa si aggiunge il Blocco della Dignità, integrato dai supplenti dei 57 parlamentari destituiti, che hanno respinto il sollecito degli espulsi.

Oltre a questo tema, il TC deve esaminare una risoluzione sulla Difesa, sollecitata da due membri del Consiglio della Magistratura per frenare l'indagine iniziata contro di loro nella Corte Suprema di Giustizia, per presunte offese ai ministri del Tribunale.

 

campagna mediatica contro i piani del governo di riformare il sistema bancario, che nel 1999 ridusse in rovina migliaia di cittadini.

 

"Immaginatevi l’ironia; quelli che ci rubarono i depositi del 1999 adesso vorrebbero apparire come i difensori degli stessi", ha messo in risalto Correa dal Palazzo di Carondelet (casa del Governo).

 

Ha già respinto la pubblicità circolante sui canali della televisione, la quale allerta sul fatto che la riforma dell’esecutivo metterebbe a rischio la dollarizzazione vigente nel paese.

 

Correa ha avvertito che c’è stata tutta una campagna lo scorso fine settimana, che sta continuando attraverso i mezzi di comunicazione, messaggi ai cellulari e Internet.

 

Adesso la banca dice che con la nuova legislazione l’amministrazione vuole impadronirsi dei risparmi dei cittadini, cosa completamente falsa.

 

Quel che non dicono i banchieri è che tra il 1999 e il 2000 l’Ecuador ha sofferto una grave crisi finanziaria, che ha portato lo Stato ad assumere il controllo di una decina di banche con gravi problemi di liquidità, ha asserito.

 

Il progetto di legge sostenuto dal presidente, secondo le fonti ufficiali, persegue il ribasso dei tassi d’interesse bancari, l’eliminazione delle commissioni e dei servizi riscossi dalle istituzioni finanziarie.

 

Oltre alla detta banca privata, anche la Federazione Imprenditoriale Interamericana (FIE), si è pronunciata contro la creazione della Banca del Sud, con l’argomento che quest’istituzione cerca di disporre dei fondi dei depositanti per congelarli nella Banca Centrale.

 

Un comunicato della FIE si pronuncia inoltre contro l’adozione di una moneta sudamericana, chiesta da Correa nel quadro del progetto della Banca del Sud, che verrebbe integrata da capitali d’Argentina, Bolivia, Brasile, Ecuador, Paraguay e Venezuela.