12 giugno 2007 - www.granma.cu (PL) |
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Correa denuncia la campagna mediatica
condotta da una banca privata ecuadoriana
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Il presidente ecuadoriano, Rafael Correa, ha denunciato una
campagna mediatica contro i piani del governo di riformare il sistema bancario, che nel 1999 ridusse in rovina migliaia di cittadini.
"Immaginatevi l’ironia; quelli che ci rubarono i depositi del 1999 adesso vorrebbero apparire come i difensori degli stessi", ha messo in risalto Correa dal Palazzo di Carondelet (casa del Governo).
Ha già respinto la pubblicità circolante sui canali della televisione, la quale allerta sul fatto che la riforma dell’esecutivo metterebbe a rischio la dollarizzazione vigente nel paese.
Correa ha avvertito che c’è stata tutta una campagna lo scorso fine settimana, che sta continuando attraverso i mezzi di comunicazione, messaggi ai cellulari e Internet.
Adesso la banca dice che con la nuova legislazione l’amministrazione vuole impadronirsi dei risparmi dei cittadini, cosa completamente falsa.
Quel che non dicono i banchieri è che tra il 1999 e il 2000 l’Ecuador ha sofferto una grave crisi finanziaria, che ha portato lo Stato ad assumere il controllo di una decina di banche con gravi problemi di liquidità, ha asserito.
Il progetto di legge sostenuto dal presidente, secondo le fonti ufficiali, persegue il ribasso dei tassi d’interesse bancari, l’eliminazione delle commissioni e dei servizi riscossi dalle istituzioni finanziarie.
Oltre alla detta banca privata, anche la Federazione Imprenditoriale Interamericana (FIE), si è pronunciata contro la creazione della Banca del Sud, con l’argomento che quest’istituzione cerca di disporre dei fondi dei depositanti per congelarli nella Banca Centrale.
Un comunicato della FIE si pronuncia inoltre contro l’adozione di una moneta sudamericana, chiesta da Correa nel quadro del progetto della Banca del Sud, che verrebbe integrata da capitali d’Argentina, Bolivia, Brasile, Ecuador, Paraguay e Venezuela.
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