“Ora abbiamo una speranza che
prima sembrava
un'utopia” afferma il sacerdote cattolico argentino Luis Angel Farinello,
definendo l'attuale congiuntura di rinascita della teologia della liberazione in
America Latina.
“La teologia della liberazione è viva perché fino a che esistono dei poveri è
l'unica strada possibile per il cristianesimo”, ha sottolineato il padre, che si
occupa giornalmente dell'alimentazione di circa 3000 bambini provenienti da
settori esclusi dal modello capitalista.
Farinello, che officia il suo ministero in quartieri di estrema povertà alla
periferia di Buenos Aires, ha conversato con Prensa Latina nel corso della
Giornata di Riflessione celebrata a Caracas, in occasione del 90° anniversario
della nascita del monsignore salvadoregno Oscar Arnulfo Romero.
L'incontro ha riunito cristiani, cattolici e protestanti della Spagna,
Argentina, Perù, Repubblica Dominicana, Colombia, Portorico e Venezuela,
nonostante le pressioni esterne della gerarchia della Chiesa Cattolica
venezuelana per tentare di ostacolare la convocazione.
Il teologo spagnolo Juan José Tamayo, direttore della cattedra di Teologia e
Scienze della religione nell'Università Carlos III, di Madrid, è d'accordo con
Farinello nell’osservare la rinascita della corrente cattolica di profonda
radice popolare.
“La teologia della liberazione è più attiva che mai, perché si muove
nell'orizzonte della ragione pratica e si ricostruisce nei processi storici”,
argomentò.
Lontano da ricorrere alle affermazioni dogmatiche, il movimento (sorto in
America Latina alla fine degli anni 60 del secolo scorso) rielabora i suoi
presupposti nel seno dei processi di emancipazione, sostiene Tamayo.
“Coltivare strade comuni coi movimenti sociali, le organizzazioni femministe ed
i collettivi dei diritti umani è compito quotidiano della teologia della
liberazione contemporanea”, ha osservato.
Tamayo patrocina perché il movimento teologo progressista lavori nell'impegno
per ottenere una società antiegemonica, interreligiosa, interculturale,
interetnica, interidentitaria ed intercontinentale.
La contemporaneità, a suo giudizio, identifica già varie tendenze della teologia
della liberazione: femminista, indigena, economica ed afrolatinoamericana.
Per il sacerdote e comunicatore sociale venezuelano Vidal Atencio, uno degli
organizzatori della Giornata di Riflessione, la chiamata chiesa dei poveri si
pone ora anche come teologia della liberazione ecologica.
“Ormai
non solo parliamo di comunità ecclesiali di base (forma organizzativa per
eccellenza del movimento), ma di comunità ecologiche, un progetto più ampio
includendo il povero e la terra, dominata e sottomessa dallo stesso uomo”,
indicò Atencio.
Sulla relazione della teologia della liberazione col panorama politico mondiale,
il teologo Tamayo precisò che la critica più severa del movimento ecclesiale non
è verso il capitalismo in astratto, bensì al neoliberalismo in concreto.
“Il fatto più triste dell'epoca attuale è che il neoliberalismo non solo si è
impadronito delle ricchezze del pianeta - con due terzi della popolazione a
livello di povertà - ma ha anche rubato ai poveri la loro stessa speranza di
trasformazione” ha commentato il professore universitario madrileno.
Al riguardo ha identificato la competitività e l'interesse come altri due fatti
che la teologia della liberazione deve contestare al neoliberalismo.
“Sono principi neoliberali da combattere, di fronte ai quali la teologia della
liberazione propone come alternativa il progetto del socialismo”, ha detto il
religioso ispano dopo osservare la convergenza irrinunciabile tra entrambe le
vie di sviluppo umano.
Il suo compatriota Benjamin Forcano, intervenendo nel plenum dell'incontro in
omaggio a monsignore Romero, ha detto che é arrivato il momento di definirsi ed
ognuno lo farà in corrispondenza con le sue idee ed interessi.
“Se Gesù Cristo non è stato un politico, nel senso stretto della parola, non si
può neanche considerarlo un apolitico, perché la sua predica del regno di Dio
aveva una forte implicazione politica”, ha sottolineato.
Il padre Atencio, conosciuto in Venezuela per il suo programma televisivo nel
canale dello stato, ha anche osservato che questo paese sud-americano vive
un momento importante per il rinascere della teologia della liberazione in
America Latina.
Ha fatto presente che il subcontinente conosce allo stesso tempo delle altre
proposte rinnovatrici di carattere intellettuale, politico ed ideologico, oltre
a quella cristiana e spirituale, nel caso della chiesa dei poveri.
Atencio ha segnalato che il forum omaggio a monsignore Romero a Caracas ha
contato sul protagonismo delle comunità di base, chiese cristiane non
cattoliche, cooperative di sacerdoti ed università, rappresentanti di quella
chiesa che molte volte non si vedono.
Al contrario, è stata assente la gerarchia della chiesa cattolica venezuelana
che a giudizio di vari delegati all'evento, tra loro Martin Zapata, rettore
dell'Università Cattolica Santa Rosa, hanno fatto pressione per ostacolare la
presenza dei sacerdoti all'appuntamento riflessivo.
“Incontri come questo servono per crescere nella coscienza”, ha osservato il
padre Farinello, dopo aver commentato che é arrivato all'omaggio per Oscar
Arnulfo Romero col dolore di avere assistito, nella sua comunità ecclesiale, al
funerale di una bambina di sette anni, morta a causa di una malattia evitabile.
*l’autore è corrispondente di
Prensa Latina in Venezuela
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