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richiesta ONU di cessazione del blocco
L'ambasciatrice alterna di Cuba, Ileana Núñez, ha ripetuto le difficoltà del suo paese a versare, a questo organismo, le quote corrispondenti a causa del rafforzamento del blocco economico, commerciale e finanziere statunitense contro la sua nazione. Ha anche segnalato che gli USA — come principale contribuente delle Nazioni Unite — non ha adempiuto ai pagamenti ed alla chiusura di ottobre erano ritardo per il 93,7% delle quote al bilancio regolare e del 39,8% di quelle destinate ad operazioni di pace. Ha denunciato che una volta ancora l'amministrazione di Washington "mostra il suo disprezzo per le Nazioni Unite, organizzazione che gli USA non esitano a colpire pur di dare compimento alla criminale politica di blocco contro Cuba". Allo stesso tempo ha chiesto che sia ascoltata la voce della comunità internazionale che il passato 30 ottobre, rappresentata da 184 stati membri dell'ONU, ha reclamato la cessazione del blocco stabilito da più di 45 anni. Le posizioni presentate dall'ambasciatrice hanno provocato le proteste del rappresentante statunitense che ha affermato che il blocco é un tema bilaterale. Nella controreplica il delegato cubano, Pablo Berti, ha ricordato che il blocco è stato riconosciuto, in molti documenti, come un atto genocida, diretto contro tutto il popolo di Cuba e non solo contro il suo Governo. Sul suo supposto carattere bilaterale, Berti ha sottolineato che le leggi Torricelli e Helms-Burton sono una dimostrazione dell'applicazione extraterritoriale di queste misure punitive. Ha inoltre precisato che il governo degli Stati Uniti non ha morale per parlare di democrazia, perché il suo attuale presidente fu eletto mediante la frode elettorale avvenuta, nel 2000, in Florida.
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