1 ottobre 2007 -
Salim Lamrani*
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Le sanzioni economiche: il fallimento di
una politica crudele ed irrazionale

L'Assemblea generale delle Nazioni Unite votò per 15 anni consecutivi, con
una maggioranza sempre più ampia, a beneficio del sollevamento delle sanzioni
economiche che colpiscono gravemente la popolazione cubana e particolarmente i
settori più
vulnerabili. La comunità internazionale è unanime al riguardo. Nel 2006, 183
paesi hanno condannato il crudele ed illegale stato di assedio che impone
Washington a Cuba. Invano. Il governo statunitense rimane sordo e persiste
nell’applicare una politica inumana, anacronistica ed inefficace, in vigore dal
luglio del 1960 [1].
Le sanzioni sono costate all'economia cubana più di 89.000 milioni di dollari,
da quando si sono istituite. Nel 2006 Cuba ha perso circa 4.000 milioni di
dollari come conseguenza diretta di questa politica brutale. Non solo l'isola
dei Caraibi non può né esportare nessun prodotto verso gli Stati Uniti, né
importare d'altra parte nulla, ma neanche ha l’autorizzazione per effettuare
operazioni commerciali con le imprese statunitensi installate in altri paesi, in
flagrante violazione della legislazione internazionale. Cuba non può ottenere
nessun credito dalle istituzioni finanziarie internazionali e gli è stato
proibito di utilizzare il dollaro nelle sue transazioni col resto del mondo [2].
Dalla sua entrata in vigore, la politica economica ostile di Washington è stata
sempre più severa, con l'adozione della legge Torricelli nel 1992, la legge
Helms-Burton nel 1996, la prima relazione della Commissione di Assistenza per
una Cuba libera nel 2004 e la seconda relazione nel 2006. Così, nessun turista
statunitense può viaggiare a Cuba se non rischiando sanzioni particolarmente
dure che possono raggiungere i 10 anni di carcere e 150.000 dollari di multa.
Nel 2005 le sanzioni che impose l'Ufficio di Controllo dei Beni Stranieri
(Office of Foreign Assets Control –OFAC) contro i cittadini statunitensi che
hanno visitato Cuba sono aumentate di un 54%. In quanto ai cubani residenti
negli Stati Uniti, dal 2004 non possono visitare le loro famiglie a Cuba per più
di 14 giorni ogni tre anni, a condizione che ottengano un'autorizzazione del
Dipartimento del Tesoro. Nel 2005 il numero di viaggi è diminuito più del 50%
rispetto al 2003 [3]. Le sanzioni economiche hanno avuto anche un impatto
disastroso sull'alimentazione dei cubani. Tra il maggio del 2006 e l’aprile del
2007 hanno originato perdite per un valore di 258 milioni di dollari, solo in
questo settore. In effetti, gli Stati Uniti limitano fortemente l'acquisizione
dei prodotti alimentari. Con una simile somma Cuba avrebbe potuto acquisire
180.000 tonnellate di fagioli, 72.000 tonnellate di olio di soia, 300.000
tonnellate di mais e 275.000 tonnellate di grano [4].
E’ colpito anche il campo della salute. La perdita si valuta attorno ai 30
milioni di dollari, in questo settore. Così, l'Istituto
Cubano di Oftalmologia “Ramon Pando Ferrer” non ha potuto comprare
un’attrezzatura per lo studio della retina commercializzata dall'impresa
Humphreys-Zeiss, come la medicina Visudyne distribuita dalla multinazionale
Novartis. Allo stesso modo, i laboratori Abbot si sono rifiutati di vendere
l'anestetico Sevorane, destinato ai bambini. Il Dipartimento del Tesoro ha
proibito la vendita di valvole protesiche destinate ai bambini che soffrono di
aritmia cardiaca. I campi dell'educazione, della cultura, del trasporto, anche
l'abitazione, l'industria e l'agricoltura sono gravemente colpite dalle sanzioni
economiche [5].
Barack Obama, il candidato democratico per le elezioni presidenziali
statunitensi del 2008, si è già pronunciato contro la punizione economica
imposta a Cuba [6]. Christopher Dodd, senatore democratico del Connecticut,
anche lui candidato, ha seguito i suoi passi. Ha assicurato che in caso di
essere scelto toglierebbe le sanzioni, aprirebbe di nuovo un'ambasciata a
L'Avana, metterebbe fine ai programmi sovversivi ed illegali di Radio e TV Martí
ed abrogherebbe la criminale legge di Aggiustamento Cubano, che stimola
l'emigrazione illegale. “Salvo la guerra in Iraq, non esiste un'altra politica
statunitense che sia più impopolare nell'ambito internazionale”, ha dichiarato,
qualificandola come un “abietto fallimento” [7].
L'obiettivo
delle sanzioni economiche – che continua ad essere quello di abbattere il
governo cubano – è stato definito chiaramente da Lester D.Mallory,
sottosegretario di Stato assistente per i Temi Interamericani, il 6 aprile 1960,
in un memorandum a Roy R. Rubottom Jr., allora sottosegretario di Stato per i
Temi Interamericani:
“La maggioranza dei cubani appoggia Castro. Non c'è opposizione politica
efficace [...]. L'unico mezzo possibile per annichilire l'appoggio interno [al
regime] è provocare la delusione e lo scoraggiamento mediante l'insoddisfazione
economica e la penuria [...]. Bisogna mettere rapidamente in pratica tutti i
mezzi possibili per debilitare la vita economica [...]. Una misura che potrebbe
avere un impatto molto forte sarebbe negare ogni finanziamento e commercio verso
Cuba, cosa che ridurrebbe le entrate monetarie ed i salari reali e provocherebbe
la fame, la disperazione ed il rovesciamento del governo” [8].
Non si tratta di un’altra cosa, che non sia un tentativo di genocidio, e lo
dimostra la Convenzione per la Prevenzione e la Repressione del Crimine di
Genocidio del 9 dicembre 1948 che stipula nell'articolo II che “nella presente
Convenzione, il genocidio si intende come uno qualsiasi dei seguenti atti,
commesso con l'intenzione di distruggere, completamente o parzialmente un gruppo
nazionale, etnico, razziale o religioso come tale”. I punti b e c alludono
rispettivamente all’ “attentato grave contro l'integrità fisica o mentale dei
membri del gruppo” ed alla “sottomissione intenzionale del gruppo a condizioni
di esistenza, che possano causare la sua distruzione totale o parziale” [9]. Non
si può essere più chiari.
La feroce persecuzione economica che dura da circa mezzo secolo è fallita nella
sua missione. Il governo rivoluzionario è ancora al potere e più solido che mai,
nonostante la ritirata temporanea del presidente Fidel Castro. L'indipendenza di
Cuba è una realtà che continua ad ossessionare Washington fino al punto di farlo
persistere in una politica tanto crudele quanto irrazionale.
Note:
[1] CubavsBloqueo, «Resultados de las votaciones en la ONU en contra del
genocida bloqueo económico de Estados Unidos contra Cuba», septiembre de 2007.
http://www.cubavsbloqueo.cu/Default.aspx?tabid=1596 (sitio consultado el 23 de
septiembre de 2007).
[2] República de Cuba, «Informe de Cuba sobre resolución 61/11 de la Asamblea
General de las Naciones Unidas. Necesidad de poner fin al bloqueo económico,
comercial y financiero impuesto por EEUU contra Cuba», 2007.
http://www.cubavsbloqueo.cu/informe2007/index.html (sitio consultado el 23 de
septiembre de 2007), sección 6, Conclusión.
[3] República de Cuba, «Informe de Cuba sobre resolución 61/11 de la Asamblea
General de las Naciones Unidas. Necesidad de poner fin al bloqueo económico,
comercial y financiero impuesto por EEUU contra Cuba», 2007.
http://www.cubavsbloqueo.cu/informe2006/index.html (sitio consultado el 23 de
septiembre de 2007), sección 1.2.
[4] Ibid., sección 3.1.
[5] Ibi.,. sección 3.1., 3.2.
[6] Barack Obama, «Our Main Goal: Freedom in Cuba», The Miami Herald, 21 de
agosto de 2007.
[7] Associated Press, «Dodd Would Throw Out Cuba Embargo as President», 9 de
septiembre de 2007.
[8] Lester D. Mallory «Memorandum From the Deputy Assistant Secretary of State
for Inter-American Affairs (Mallory) to the Assistant Secretary of State for
Inter-American Affairs (Rubottom)», Department of State, Central Files,
737.00/4-660, Secret, Drafted by Mallory, in Foreign Relations of the United
States (FRUS), 1958-1960, Volume VI, Cuba: (Washington: United States Government
Printing Office, 1991), p. 885.
[9] Salim Lamrani, Fidel Castro, Cuba et les Etats-Unis (Pantin: Le Temps des
Cerises, 2006), p. 121.
Salim Lamrani è professore, scrittore e giornalista
francese, specialista delle relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti. Ha pubblicato
i libri: Washington contre Cuba (Pantin: Le Temps des Cerises, 2005), Cuba face
à l’Empire (Genève: Timeli, 2006) e Fidel Castro, Cuba et les Etats-Unis (Pantin:
Le Temps des Cerises, 2006)
tradotto da Ida Garberi
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