29 maggio 2007 - M.Moore www.prensa-latina.it

 

 

Esigo fermare l’investigazione

 

sul mio viaggio a Cuba

 

 

 

 

Segretario Henry Paulson
Dipartimento del Tesoro
1500 Pennsylvania Ave. Washin
gton, DC 20220
 


11 maggio 2007
 


Segretario Paulson:

Le scrivo con motivo di un documento datato 2 maggio 2007, che ho ricevuto il 7 maggio 2007, che si riferisce ad un'investigazione che si sta realizzando relazionata con un viaggio che ho fatto in marzo del 2007 a Cuba con un gruppo di statunitensi, in cui stavano alcuni eroi dell’11 settembre, per la ripresa del mio prossimo documentario sul sistema di salute statunitense. SICKO, che si proietterà nelle sale del cinema questa estate, esporrà l'avidità ed il controllo dell'industria di attenzione alla salute sui processi politici degli Stati Uniti.

Penso che la decisione di portare a termine questa investigazione è l'esempio più recente dell'abuso dell'Amministrazione Bush al governo federale per propositi politici, ingiusti e grossolani. Durante gli ultimi sette anni della Presidenza di Bush, abbiamo presenziato agli eccessi di governo per promuovere un programma politico progettato per beneficare la base conservatrice del Partito Repubblicano, gli interessi speciali ed i principali contribuenti finanziari. Dalla realizzazione di riunioni segrete con l'industria energetica per riscrivere conclusioni scientifiche fino a modificazioni false delle informazioni di intelligenza, con l'obiettivo di licenziare i pubblici ministeri statunitensi, questa amministrazione ha dimostrato più di una volta che continuerà ad abusare del suo potere ed autorità.

Ci sono un numero di fatti concreti che mi hanno portato alla conclusione che dietro a questa investigazione su di me ed il mio film, da parte dell'Amministrazione Bush, ci starebbe molto bene una motivazione politica.

In primo luogo, da mesi (dall’ottobre del 2006) l'Amministrazione Bush conosce su questo tema e non ha mai preso nessuna misura al riguardo fino a due settimane prima che SICKO fosse pronto per la premier del Festival di Cannes e poco più di un mese prima di che si fissasse il suo esordio negli Stati Uniti.

In secondo luogo, l'industria di salute e assicurazione che si denuncia nel film e che ha manifestato le sue preoccupazioni circa l'impatto del film sulle sue industrie, è una delle principali fonti di finanziamento del presidente Bush e del Partito Repubblicano, perché apportò più di 13 milioni di dollari alla campagna presidenziale di Bush nel 2004 e più di 180 milioni di dollari ai candidati repubblicani durante i due ultimi cicli di campagne. Ci sono molte prove che l'industria è sommamente preoccupata per l'impatto di SICKO. Hanno minacciato i loro impiegati affinché non parlassero con me.

Hanno abilitato linee dirette interne speciali per avvertire se io mi facevo vedere nell'ufficio centrale. Si sono avvertiti gli impiegati sulle conseguenze di partecipare a SICKO. Nonostante questo, alcuni impiegati, correndo un gran rischio, sono venuti davanti alle telecamere per raccontare al popolo statunitense la verità sull'industria farmaceutica e dell'attenzione alla salute. Posso capire perché il principale beneficiato dalle contribuzioni di questa industria, cioè, il Presidente Bush, voglia molestare, intimorire e possibilmente ostacolare che questo film abbia la maggiore udienza possibile.

Al terzo posto, questa investigazione cominciò dopo che il possibile candidato alla presidenza del Partito Repubblicano, Fred Thomson, ha incominciato, con un giornale conservatore molto importante, The New York Post e con vari mezzi di comunicazione conservatori ha iniziato i suoi attacchi ingannevoli a proposito del viaggio a Cuba.

L'amministrazione Bush sta ignorando e trascurando da cinque anni e mezzo gli eroi della comunità dell’11 settembre. Quelli che per primi risposero eroicamente alla catastrofe sono stati abbandonati alla loro sorte, senza assicurazione medica né attenzione alla salute. Capisco perché l'amministrazione Bush mi persegue: perché ho tentato di aiutare le stesse persone che loro si sono negati ad aiutare, ma finché George W. Bush non dichiara proibito il fatto di difendere il prossimo, io non avrò violato nessuna legge e non ho niente da nascondere.

Esigo all'amministrazione Bush che fermi immediatamente questa investigazione e che usi il suo tempo e le sue risorse nel tentare di aiutare ad alcuni dei veri eroi dell’ 11 settembre.

Distintamente,

Michael Moore
 

 


*l’autore è un famoso regista nordamericano, vincitore di un oscar con il documentario “Bowling a Columbine”
 

 

 

 

 

 

Cannes 22 maggio 2007 - G.Manin www.corriere.it

 

 

Moore questa volta prende di mira la sanità Usa

 

 

«Sfido Bush ma

 

vogliono arrestarmi»

 

 

Il regista americano applaudito a Cannes: a Cuba ti curano meglio

 

 

 

 

La buona notizia è che, mentre girava Sicko, implacabile atto d'accusa contro la malasanità americana, si è messo a dieta. «Ho perso dieci chili. Mi sento meglio», annuncia Michael Moore, fiero dello sforzo, lodevole ma certo non ancora sufficiente vista la sua mole XXL. La cattiva notizia è che il regista più scomodo e ironico d'America, da martedì potrebbe traslocare dal dorato clima di Cannes al sole a scacchi di qualche prigione americana: «Stavolta rischio grosso — conferma lui, ieri applauditissimo con il suo documentario —. L'amministrazione Bush ha iniziato un'azione legale accusandomi d'aver rotto l'embargo con Cuba. Se per martedì non riceveranno spiegazioni per loro esaurienti, potrei essere arrestato e il film sequestrato». «Ma Sicko — assicura — si vedrà. Prima di partire ho messo in salvo il negativo e ho stampato un po' di copie da portarmi via».

 

Di certo, lui non lo ferma nessuno.

«Con tutti i documentari fatti per cercare di screditarmi potrei metter in piedi un festival », scherza. Di fatto, le sue denunce non sono mai stato smentite, dalle angherie della General Motors (Roger and Me), al dilagare delle armi per favorire chi le fabbrica (Bowling for Colombine), alle bugie di Bush (Fahrenheit 9/11, Palma d'oro a Cannes nel 2004). Ma con Sicko Moore va a toccare qualcosa di ancora più esplosivo: salute e malattia sono il binomio chiave della vita di tutti. E quello che mostra fa venir voglia di chiamare la Croce Rossa in soccorso di quei 50 milioni di cittadini (un quinto del totale) che, nel Paese più ricco e potente del mondo, non hanno diritto di ammalarsi. E se capita, è a loro rischio e pericolo, perché in America se non hai né soldi né assicurazione, puoi solo morire. Difatti ogni anno 18 mila persone ci lasciano le penne.

 

Ai poveri, agli anziani non resta che il fai-da-te.

Così qualcuno che si è squarciato il ginocchio prende ago, filo ed etere e se lo cuce da solo. Qualcun altro che sul lavoro ha lasciato un paio di dita, valuta i costi di farsele riattaccare: 60 mila dollari il medio, 12 mila l'indice. Vince l'indice. Ma anche chi è assicurato non se la passa molto meglio, la lista delle cure non previste è infinita. A varare questo sistema tutto privato è stato nel '71 Nixon. Hillary Clinton, che aveva tentato di virare la situazione, ha dovuto desistere. E quindi a sua volta ha accettato le «mance» che le potenti lobby assicurative e farmaceutiche hanno distribuito ai membri del Congresso per far passare nel 2003 una nuova legge a loro ancora più favorevole. Inutile dire che l'assegno più alto, 890 mila dollari, era per Bush.

 

«Nelle classifiche dell'Organizzazione Mondiale della Sanità gli Usa sono al 37º posto, dopo viene la Slovenia — avverte Moore —. A confronto il Canada è un mondo felice. Per non parlare della Gran Bretagna e della Francia, quest'ultima in testa alla classifica Oms. Eden inimmaginabili, dove vige quella che, con disprezzo negli Usa chiamano "medicina socialista"». E proprio nella patria di quel tipo di assistenza sociale, la tanto demonizzata Cuba, Moore approda con un gruppetto di volontari di Ground Zero, pompieri, medici, infermiere che per aver scavato tra quelle macerie contaminate si sono ritrovati con seri problemi respiratori: «Li hanno decorati come eroi, ma una volta malati il governo ha voltato loro le spalle», denuncia Moore.

 

Ma anche in America si dice esita un posto dove curarsi gratis. «A Guantánamo il governo assicura di elargire cure di qualità ai prigionieri. Mi sono detto: andiamoci. Se là curano gratis quelli di Al Qaeda, certo cureranno anche i nostri valorosi soccorritori». Ma giunti alla base, nessuno risponde. E allora, visto che è a due passi, via all'Avana. Nel moderno ospedale della capitale i profughi americani vengono accolti e curati gratis. Non solo, lì fanno scorta di medicine: 5 cents per un flacone che negli Usa si paga 120 dollari. Prima di partire, vengono salutati dai locali vigili del fuoco perché «noi pompieri siamo tutti una famiglia ». «Spero che questi stimoli servano a riflettere su chi siamo, su cosa è diventato il nostro paese. Questa non è l'America. Non possiamo aspettare altri 10 anni per avere una miglior copertura sanitaria, né per diventare persone migliori».

 

 

 

14 maggio 2007 - P. De La Hoz www.prensa-latina.it

 

 

Michael Moore, la prossima

 

vittima del bloqueo?

 

 

 

 

 

La domanda che funge da titolo a questo articolo ha una risposta

Michael Moore sfida il senatore Fred Thompson

 

17.5 (PL) – Il senatore e candidato alla presidenza degli Stati Uniti Fred Thompson ha violato il blocco a Cuba, in quanto possiede una doppia scatola di sigari Montecristo dell’Isola, che tiene nel suo ufficio, ha denunciato ironicamente il regista Michael Moore.

Il realizzatore di Fahrenheit 9-11 ha menzionato questa contraddizione in una lettera inviata a Thompson, il primo politico che lo ha criticato per essersi recato all’Avana con l’obiettivo di far assistere cinque volontari malati, come conseguenza dei fatti di New York dell’11 settembre del 2001.

La lettera dell’autore di Bowling for Columbine appare nel sito web MichaelMoore.com, dove sfida Thompson a un dibattito sul sistema sanitario degli Stati Uniti.

In una precedente lettera indirizzata al Dipartimento del Tesoro il regista indica che l’agitazione provocata dal suo viaggio a Cuba pretende di seppellire la forte denuncia dei nessi tra il presidente Bush e le compagnie farmaceutiche, descritti nel suo film Sicko.

Secondo la stessa fonte tale campagna ha lo scopo di sabotare la denuncia che questo documentario fa sul sistema sanitario nordamericano.

La prima di Siko verrà effettuata al festival di Cannes, iniziato mercoledì nella città della costa meridionale francese. Il 29 giugno sarà l’attesa prima negli Stati Uniti.

 

affermativa: Michael Moore, il famoso cineasta statunitense, può trasformarsi in una vittima del bloqueo, che i governanti del suo paese hanno imposto contro Cuba, un'azione criminale che è costata molto vite e che provoca gravi danni agli abitanti dell'Isola e che nel campo della cultura si è accanita più di una volta con gli stessi cittadini nordamericani.

Il regista affronta un'investigazione del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti per una possibile violazione del bloqueo commerciale che Washington applica contro l'Isola da nove lustri. Moore è andato lo scorso marzo a L'Avana insieme ad una decina di lavoratori dei servizi di emergenza che hanno partecipato ai lavori di riscatto delle Torri Gemelle dopo gli attentati terroristi dell’11 settembre e sono stati curati sull'Isola. Il viaggio ha fatto parte della registrazione del documentario Sicko, dura critica al sistema di salute degli USA, che avrà il suo esordio mondiale il prossimo giorno 19 nel celebre Festival di Cannes.

In una lettera ufficiale diretta a Moore, l'Ufficio di Controllo degli Attivi Stranieri (OFAC) avverte che i suoi dipendenti “stanno svolgendo un'investigazione civile per possibili transazioni non autorizzate intorno al suo allegato viaggio a Cuba”, ed esige che Moore apporti informazioni sulle date di uscita ed entrata sull'Isola, se utilizzò un paese terzo, la descrizione del suo itinerario dentro Cuba, costanza dei pagamenti per alimentazione, alloggio e servizi e fino a prove della sua appartenenza ad alcuna testata giornalistica. E poi, prima della firma di Dale Thompson, incaricato di svolgere il ruolo di Capo delle Investigazioni Generali ed Operazioni di Campo dell'OFAC, si legge la minaccia: lei deve sapere che non rispondere a questa lettera implica l'applicazione di sanzioni civili da parte dell'OFAC.

Una certa somiglianza col maccartismo non è pura coincidenza, bensì la conferma della filosofia imperiale della censura.

La produttrice del film, Meghan O’Hara, ha risposto dalla pagina web del cineasta: “Gli sforzi del Governo di Bush per dirigere un'investigazione politicamente motivata contro Michael Moore e Sicko non ci fermeranno nel momento in cui ci stiamo assicurando che il popolo statunitense veda il film”. La O’Hara ricorda che gli accompagnatori di Moore nel suo viaggio a Cuba “sono tra i molti eroi che soffrono problemi di salute e che non hanno ricevuto le attenzioni che necessitano e meritano. Il presidente Bush e la sua amministrazione dovrebbero usare il loro tempo tentando di aiutare questi eroi a recuperare la loro salute, invece di minacciare con un processo legale a beneficio del loro programma politico”.


*l’autore è un famoso giornalista cubano, l’articolo è stato preso da Granma-tradotto da Ida Garberi
 

 

 

Los Angeles 10 maggio 2007 - www.yahoo.it (Reuters)

 

 

Gli USA mettono sotto inchiesta il

 

regista Moore per il suo viaggio a Cuba

 

 

 

 

 

Le autorità federali stanno conducendo un'inchiesta per verificare

 

Giustino di Celmo ha incontrato Michael Moore


• E gli ha espresso la sua solidarietà per

l’accusa d’aver violato il bloqueo

 

Questa è la democrazia nordamericana: il regista di Farenheit 9/12, Michael Moore è sotto inchiesta negli Stati Uniti per aver condotto dieci soccorritori della strage dell'11 settembre a curarsi a Cuba, un'opportunità per realizzare, inoltre, un nuovo documentario sulla questione della Sanità.

Nello stesso viaggio Moore ha incontrato Giustino Di Celmo, il papà di Fabio, una delle vittime di attentati terroristici che hanno insanguinato l'Isola.

La motivazione politica che mette sotto inchiesta Moore è collegata alla violazione del blocco economico, finanziario e commerciale contro Cuba, ripetutamente condannato dall'ONU e dalla maggioranza delle nazioni del mondo.

Il Comitato italiano dedicato a Fabio Di Celmo, la sua presidentessa Ines Venturi ed il presidente onorario Giustino Di Celmo, hanno espresso la totale solidarietà a Michael Moore e la più forte indignazione per la violazione delle regole costituzionali degli Stati Uniti, applicate, al contrario, per tutelare un noto e famigerato terrorista internazionale, responsabile della morte di migliaia di innocenti.

 

se il regista di documentari Michael Moore, che col suo film del 2004 "Fahrenheit 9/11" ha attaccato l'amministrazione Bush, abbia infranto la legge recandosi a Cuba per girare un nuovo film che si occuperà della Sanità negli Stati Uniti, secondo quel che risulta da una lettera pubblicata sul sito di Moore.

Nella lettera pubblicata oggi, il Dipartimento del Tesoro Usa ammonisce Moore che ai cittadini degli Stati Uniti è vietato andare a Cuba senza l'autorizzazione del governo Usa, e le autorità temono che lui sia andato nel Paese comunista nel marzo scorso senza la debita approvazione.

Violare la legge "può comportare sanzioni amministrative e/o penali", dice la lettera.

Stampata il 2 maggio, la lettera chiede dettagli sulle date del viaggio, sulle persone che hanno preso parte al viaggio e sulle ragioni che può addurre Moore per richiedere una tessera da giornalista per andare a Cuba.