Governo USA accusato di ostacolare
la vendita di prodotti cubani
María de los Ángeles Sánchez, Direttrice
dell'Ufficio Cubano della Proprietà Industriale (OCPI), ha accusato il governo
USA di utilizzare artifici legali per tentare di frenare la circolazione delle
marche e dei prodotti di Cuba.
La specialista ha denunciato la condotta inconseguente delle autorità
nordamericane di includere un articolo nella sezione 211 della Legge di Bilancio
col fine d'impedire che compagnie nazionali cubane esercitino i loro diritti sui
marchi registrati e vigenti.
Sánchez,
in apertura di un Seminario Internazionale sui
distintivi di prodotti o servizi, ha citato il caso dell'impresa cubana di
rum Havana Club Holdings che è stata bersaglio di costanti attacchi e tentativi
di furto del registro nel territorio statunitense.
La funzionaria ha precisato, davanti ad esperti di Costa Rica, Spagna, Honduras,
Messico, Panama e Repubblica Bolivariana del Venezuela che questo fatto è
un'ulteriore espressione del blocco del governo di Washington contro Cuba, che
oltrepassa le sfere economica, commerciale e finanziaria e si estende alla
proprietà intellettuale.
Ha anche criticato la dannosa pratica dei paesi sviluppati di estendere il tempo
di validità dei brevetti mediante i dati di prova e l'elevato prezzo delle
medicine protette, che concedono, ad essi, l'esclusività nel mercato e
condannano i consumatori a comprarli a costi molto elevati.
Beatriz Amorín, consulente dell'Ufficio Mondiale della Proprietà Intellettuale,
organismo specializzato del sistema dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, ha
condannato le attuali abissali differenze tecnologiche esistenti nell'orbe.
Amorín ha osservato, nell'incontro che si conclude domani nel Hotel Miramar
Panorama, che mentre l'Honduras promuove la banana precotta nel suo commercio
estero, gli Stati Uniti possiedono il monopolio della firma Microsoft.
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