25 ottobre 2007 - www.granma.cu

 

 


Il Progetto di Risoluzione contro il

 

blocco imposto a Cuba circola all'ONU


 

 

 

 

 

Il Progetto di Risoluzione contro il Blocco economico, commerciale e finanziario  imposto dagli Stati Uniti a Cuba sta circolando  tra i 192 paesi membri della ONU, a pochi giorni da una nuova azione di condanna mondiale di questa crudele misura.

 

Il documento sarà corpo dalla relazione annuale del segretario generale della ONU, Ban Ki-Moon, che raccoglierà il disaccordo con questa misura espresso da più di 120 paesi ed istituzioni, un cifra record dopo i 98 paesi registrati nel 2006.

 

L'Assemblea Generale ha espresso negli ultimi 15 anni il suo appoggio a questa Risoluzione che reclama la “Necessità di mettere fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d'America a Cuba”.

 

Nella votazione registrata al termine del dibattito su questo tema, agli inizi di novembre dell'anno scorso, il progetto di risoluzione cubana contro il blocco statunitense aveva ricevuto l’approvazione di 183 nazioni.

 

Gli Stati Uniti erano restati in franca minoranza con il loro voto negativo, accompagnati solo da Israele, le Isole Marshall e Palau, mentre la Micronesia aveva preferito astenersi.

 

Alcune fonti diplomatiche cubane hanno dichiarato che ci si aspetta che la Risoluzione riceverà in questa occasione, che si ripete da 16 anni consecutivi, un altro forte successo e non si scarta  una nuova cifra record di voti a favore.

 

Sino ad oggi, il primo tentativo aperto degli Stati Uniti per tentare di manipolare il senso della Risoluzione cubana è avvenuto l'anno scorso, quando stimolarono e ottennero la collaborazione dell'Australia per introdurre un emendamento sui diritti umani nell'Isola.

 

Il progetto di modifica era stato però respinto e la Risoluzione cubana  promossa senza cambiamenti di sorta, a dimostrazione di un doppio fallimento della politica degli Stati Uniti, nell’Assemblea Generale.

 

Il progetto cubano che circola tra gli Stati membri della ONU sottolinea le dichiarazioni formulate dai Capi di Stato o di Governo relative alla necessità di eliminare l'applicazione unilaterale di misure economiche e commerciali contro un altro Stato e censura l'applicazione delle leggi statunitensi, come la  Helms-Burton, i cui effetti extraterritoriali violano la sovranità degli altri Stati.