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I Vescovi degli USA esigono dal Congresso la
fine della proibizione di viaggiare a Cuba
La Conferenza dei Vescovi cattolici degli USA, la USCCB, ha chiesto al Congresso di approvare una legislazione che ponga fine alle restrizioni dei viaggi a Cuba e permetta maggiori contatti tra i cittadini cubani e i nordamericani.
In una lettera inviata al rappresentante del Congresso Charles B. Rangel (democratico per New York), il vescovo Thomas G. Wenski, di Orlando, nella Florida, presidente del Comitato dei Vescovi che si occupano di politica internazionale e ad altri legislatori che patrocinano un progetto di legge - il HR 654 presentato da Jeff Flake, (repubblicano per l’Arizona), chiede che si permettano i viaggi dei nordamericani a Cuba, che sono stati quasi proibiti da governo di Bush.
La lettera è stata resa pubblica nel sito Catholic on Line nell’ultimo fine settimana.
L’informazione coincide con una dimostrazione di sabato 24 effettuata da cubani residenti in Florida, che protestavano contro queste misure di restrizione di fronte all’ufficio della Congressista Ileana Ros Lehtinen.
"Il USCCB ha domandato in maniera consistente, e per molti anni, l’attenuazione delle sanzioni contro Cuba” ha ricordato il vescovo Wenski.
“Queste politiche non sono servite per permettere più libertà, democrazia o rispetto dei diritti umani”, ha sottolineato.
“Queste politiche controproducenti e senza motivazioni hanno danneggiato molte persone che potrebbero essere nostre amiche e alleate ed hanno apportato molte difficoltà inutili al popolo cubano”, ha scritto il capo della politica internazionale della USCCB.
La nostra posizione vuole sempre realizzare obiettivi per migliorare la vita del popolo cubano; per avvantaggiare la democrazia a Cuba sarebbe meglio avere più contatti e non meno tra il popolo cubano e il nordamericano”.
Il vescovo Wenski ha definito le restrizioni imposte ai cubani che vivono negli Stati Uniti sommamente censurabili.
“Non si può impedire a nessuno di visitare un familiare moribondo o d’andare al funerale di un essere amato semplicemente perchè si è stati a Cuba una volta negli ultimi tre anni... le restrizioni rendono ora molto più difficili i viaggi legittimi di accademici, giornalisti, leader religiosi e di altri cittadini nordamericani nell’Isola. Questa è una politica disumana che non fa onore al nostro paese”.
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