La Paz 4 gennaio 2007 - www.granma.cu

 

Morales critica la condotta della giustizia

boliviana ed esige cambiamenti

 

 

     
Il presidente boliviano Evo Morales ha criticato il lavoro del Potere Giudiziario nel paese e ha denunciato la strumentalizzazione politica dello stesso, che ne fa un “commercio privato”, hanno reso noto mercoledì gli organi di stampa locali.

 

Parlare di giustizia significa parlare di una certa ingiustizia, ha affermato Morales durante la cerimonia d’inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2007, proponendo poi la realizzazione di un “Vertice dei Poteri e del Popolo”.

 

Ha indicato che questo incontro potrebbe aiutare a raccogliere esperienze e idee allo scopo di rendere più degno il paese, riporta un dispaccio dell’Agenzia Boliviana d’Informazione.

 

Morales ha criticato il fatto che tutti i magistrati della Corte Suprema sono il prodotto del “cuoteo” (quote riservate ai partiti politici) e ha preteso una proposta per farla finita con questo meccanismo, che ha caratterizzato per decenni l’elezione dei membri del terzo potere.

 

Fino a quando esisterà (questa pratica) non ci sarà una vera giustizia per i poveri, per i più emarginati, ha detto Evo, annunciando che una soluzione potrebbe venire trovata nell’ambito dell’Assemblea Costituente.

 

Ha segnalato che i magistrati devono essere nominati sulla base del lavoro svolto, dei meriti e non su quella degli equilibri politici.

 

Morales ha ricordato le sue esperienze di dirigente sindacale con la giustizia, cosa che gli da autorità come capo dello Stato per criticare questo potere che, ha sottolineato, è stato caratterizzato dalla condotta mercantile di molti giudici.

 

Ha raccontato, per esemplificare, il caso di un giudice agrario che doveva consegnare titoli in una comunità del Chapare e che non solo ha chiesto il pagamento delle spese di viaggio e il veicolo per una comitiva, ma ha portato con sé anche un assistente e una segretaria che sono risultati essere i suoi figli.

 

Che razza di giustizia è questa? Ha chiesto.

 

Sono qui per chiedervi, cominciando dalla Corte Suprema di Giustizia e terminando con il livello più basso, di cambiare e di unirvi a questo processo di cambiamento, ha esortato.

 

Ha avvertito che, anche se nella Corte Suprema non si avverte il processo di trasformazione in corso, il popolo sta sperimentando i cambiamenti sociali e strutturali.

 

Vorremmo che questo potere si unisca alla voce del popolo, ha sostenuto Morales, rivendicando la giustizia comunitaria come forma di risoluzione dei problemi che affliggono i più poveri.

 

Ha anche indicato nella corruzione l’altro male di questo settore in Bolivia ed ha affermato che solo ponendo fine a questo flagello si potrà rendere più degno il paese.

 

Aiutateci a lottare contro la corruzione. Non è possibile che ladri conosciuti continuino a farla da padroni nelle strade. Non è accettabile che tanta gente che ha rubato non possa venire giudicata per questioni procedurali, ha insistito il capo dello Stato. (PL)